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Ugo Volli
Cartoline
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Cosa dice per davvero il Rapporto Palmer 04/09/2011

Cosa dice per davvero il Rapporto Palmer
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli



Cari amici,
bisogna parlare e bisognerà riparlare a lungo del rapporto Palmer, il testo elaborato da una commissione dell'Onu sugli incidenti provocati l'anno scorso dal tentativo della "flottiglia" di rompere il blocco israeliano a Gaza. Lo trovate qui (http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/world/Palmer-Committee-Final-report.pdf) E' naturalmente un testo discutibile, frutto di un compromesso, ma è importante, perché riconosce alcuni principi necessaria per la sopravvivenza di Israele e di tutti gli stati democratici.

In linea di fatto il principio riconosce che Israele subisce "a real threat to its security from militant groups in Gaza", una vera minaccia da parte di gruppi di miliziani di Gaza".

In linea di principio, il rapporto stabilisce che Israele ha il diritto di difendersi e che "the naval blockade was imposed as a legitimate security measure in order to prevent weapons from entering Gaza by sea and its implementation complied with the requirements of international law", il blocco navale è stato imposto come una legittima misura per impedire l'ingresso di armi a Gaza dal mare e la sua realizzazione soddisfa i requisiti della legge internazionale."  La colpa degli incidenti è degli organizzatori della flottiglia, che "“acted recklessly in attempting to breach the naval blockade.” hanno agito in maniera irresponsabile per tentare di roimpere il blocco". E quindi "There exist serious questions about the conduct, true nature and objectives of the flotilla organizers, particularly IHH.” vi sono seri dubbi sulla condotta, la natura e gli obiettivi degli organizzatori della flottiglia, in particolare dell'organizzazione turca IHH.

Nel merito dei fatti, il rapporto riconosce che  vi è stata una “organized and violent resistance from a group of passengers” resistenza organizzata e violenta da parte di un gruppo di passeggeri. Israele avrebbe però agito in maniera "excessive and unreasonable" eccessiva e irragionevole nell'abbordaggio, non dando sufficienti segnali nell'imminenza dell'azione e non tentando abbastanza mezzi pacifici – il che è discutibile, perché è noto e si può vedere dai video che i coraggiosi marinai israeliani si calarono inizialmente fra i terroristi senza armi mortali, e diversi furono feriti e catturati prima che l'intervento assumesse le forme militari e dunque mortali che sappiamo.

Il rapporto in definitiva non chiede a Israele scuse (che sarebbero "apologies") ma  un "regret" (dispiacimento) e compensazioni economiche per i morti, che il governo Netanyahu si è detto sempre disposto a esprimere. E chiede alla Turchia di restaurare i pieni rapporti diplomatici con Israele. (http://5tjt.com/component/content/article/11670-advanced-copy-of-un-palmer-report-released-to-ny-times). Raccomanda infine a tutti gli stati di scoraggiare i propri cittadini dai tentativi di "rompere un blocco navale legittimamente imposto" (“Attempts to breach a lawfully imposed naval blockade place the vessel and those on board at risk. Where a state becomes aware that its citizens or flag vessels intend to breach a naval blockade, it has a responsibility to take proactive steps compatible with democratic rights and freedoms to warn them of the risks involved and to endeavor to dissuade them from doing so.”)

Sappiamo che le cose stanno andando in maniera del tutto diversa, che la Turchia rifiuta il rapporto che le dà torto e solleva un gran polverone per nasconderlo, minacciando di usare tribunali di tutti i tipi e portando il suo avventurismo fino a lasciare intendere che potrebbe provocare uno scontro fra la sua marina e quella israeliana, scortando una prossima flottiglia, che per fortuna non è alle viste. Probabilmente è un polverone, lo ripeto, per evitare che emerga il torto della Turchia. Invece il rapporto va diffuso e spiegato, perché costituisce la più grande smentita (venendo dall'Onu!) di tutta la propaganda su "Gaza come Auschwitz", sull'illegalità delle azioni israeliane ecc. ecc. Israele ha il diritto di difendersi, anche con le armi, dalla minaccia terrorista di Gaza. Lo fa in maniera legale, anche se naturalmente può commettere degli errori tattici, e continuerà a farlo.

Ugo Volli


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