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Informazione Corretta Rassegna Stampa
04.09.2011 John Bolton: tagliare i fondi all’ONU e fermare la formazione di uno stato palestinese terrorista
Commento di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 04 settembre 2011
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «John Bolton: tagliare i fondi all’ONU e fermare la formazione di uno stato palestinese terrorista»

John Bolton: tagliare i fondi all’ONU e fermare la formazione di uno stato palestinese terrorista
di Piera Prister


John Bolton                                                             Piera Prister

 “No ally has been more victimized by Obama’s worldview than Israel”. (Nessun alleato e’ stato vittimizzato dalla visione del mondo di Obama piu’ di Israele) Cosi’ ha detto John Bolton, possibile candidato presidenziale alla Casa Bianca, intervistato in questi giorni a Fox News e alle radio repubblicane.
L’ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite, si prepara ad organizzare per il 22 settembre a New York, di fronte al Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite, una manifestazione a favore di Israele. Si terra’ nel Campus di Touro College, fondato nel 1971, in nome di Judah e Isaac Touro leaders dell’America coloniale prerivoluzionaria che si basa sugli ideali etici e morali dei padri fondatori, enunciati da George Washington quando visito’ la sinagoga di Touro nel 1790, valori che si ispirano alla massima di Hillel e sono al cuore della cultura ebraica : “If we are not for ourselves, who will be? If we are concerned only with ourselves, what are we? (“Se noi non siamo per noi stessi, chi lo sara’ e, se noi ci preoccupiamo solo di noi stessi, che cosa siamo?”.

Quella di Hillel, oggi piu’ che mai e’ una chiamata a raccolta verso l’unita’ nel momento del comune pericolo e verso la solidarieta’nei momenti dell’altrui pericolo. Alla chiamata di Bolton gia’ hanno aderito personaggi assai noti della politica e della cultura, sia liberals che neocons, fra i nomi di spicco, il famoso scholar dell'Islam, Bernard Lewis; Elie Wiesel, scrittore, sopravvissuto ai lager e autore indimenticabile de “La Notte”; Dore Gold, ex ambasciatore israeliano all’ONU e gia’ consigliere di Netanyahu in politica estera; e Wafa Sultan, commentatrice, sempre in strenua difesa delle donne nel mondo musulmano (un volto noto a CNN, Fox News e Al-Jazeera) ed altri che da sempre sono schierati in difesa di Israele, a fianco di Israele e per Israele. Aderiscono anche Alan Dershowitz e Ed Koch che sono anche sostenitori di Obama.

Ogni anno a settembre con la riapertura dei lavori dell’ONU, si svolge qui, la partita fra due squadre, sostenitori e odiatori di Israele, in verita’ sostenitori e odiatori della democrazia, delle liberta’ individuali e dei diritti delle donne. Questa e’ la posta in gioco. Se perde Israele perderemo tutti e per tutti la sconfitta sara’ cocente. Si preparano giorni duri, Israele sicuramente sara’ attaccato di nuovo - per l’ennesima volta, alle Nazioni Unite -come lo e’ ogni giorno, nel suo stesso proprio territorio fin dalla sua rifondazione, dai paesi arabo-musulmani negazionisti che minacciano Israele di distruzione; e dalla grancassa della propaganda dei media occidentali, falsa e bugiarda.

Solo che il mondo non s’e n’e’ ancora accorto, o finge, da quando l’Occidente ormai ha accettato l’arma del ricatto del petrolio da parte dei regimi arabi, di fronte ai quali Obama si inchina. In questo modo, cedimento dopo cedimento, e’ assicurata per tutti una fine ingloriosa, se non saremo in grado di dare una sterzata agli eventi. Dopo anni in cui si grida al lupo, ora sembra che il lupo arrivi davvero e quando meno uno se l’aspetti.
A favore di Israele , urge una scelta di campo, non discorsi, non belle parole, non belle orazioni. Siamo stufi, o si e’ con Israele o contro Israele, o si e’ con l’America o contro l’America, senza “se” e senza “ma” , senza infingimenti.
O finiremo tutti nelle fauci del lupo.

Di questo passo, tutto il mondo civilizzato subira’ un contraccolpo da cui sara’ difficile risollevarsi, perche’ laddove avanzano i regimi islamici, arretra la democrazia. E l’Iran e’ molto vicino ad ultimare testate nucleari da applicare a missili e l’allarme arriva proprio ora dall’agenzia IAEA di Vienna, come ci informa Jay Solomon sul WSJ di oggi, 3-4 sett.2011.
Nella visione del mondo di Obama, Israele sarebbe dovuta ritornare ai confini del ’67, e avrebbe dovuto accettare la divisione di Gerusalemme in due capitali perche’ il suo corpo a poco a poco venga ceduto agli Arabi, pezzo a pezzo, brano a brano, fino al completo smembramento, disfacimento e sparizione dalla carta geografica.
Il Premier Netanyahu, duro come una roccia, non ha ceduto di un millimetro nella difesa di Israele e di Gerusalemme, una ed indivisibile capitale dello stato ebraico, anche quando Obama lo ha lasciato, a fare l’anticamera alla Casa Bianca perche’ doveva andare a pranzo, e senza riservargli un posto d’onore a tavola. Grande Netanyahu, ha la stessa fibra di suo fratello Yonathan, l’eroe di Entebbe!

Quanto a Bolton, e’ da sempre un grande amico d’Israele ed un possibile candidato presidenziale, un pragmatico di poche parole che da tempo sostiene un intervento militare in Iran. Sul Wall Street Journal due mesi fa, l’ex ambasciatore indicava il modo di contrastare il pericolo di una globale intolleranza dei paesi musulmani all’ONU, ossia quello di tagliare i fondi cospicui che gli USA devolvono sia all’Assemblea dell’ONU (3 miliardi di dollari nel 2011) e sia ad Hamas che a Gaza li impiega in armi e in attivita’ terroristiche. Niente fondi, chiede Bolton quindi, tanto piu’ che Hamas e’ ancora incluso nella lista delle organizzazioni terroristiche. Ma il presidente Obama purtroppo da questo orecchio non ci sente.
Piera Prister Bracaglia Morante


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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