Moni Ovadia alla giornata della cultura ebraica, che cosa ne pensa la gente ?
di Michael Sfaradi
Michael Sfaradi Moni Ovadia
invitiamo i nostri lettori ad aprire la rubrica "dite la vostra" per lettere e commenti su Moni Ovadia
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Che cosa spinga gli ebrei, già vittime designate della storia, a fare scelte impopolari e improponibili rimane e, a nostro avviso rimarrà, uno dei misteri più profondi del creato. Dobbiamo purtroppo registrare che anche in Italia questo ‘modus operandi’ sta prendendo piede e, l’ultima trovata, in ordine di tempo, è stata l’invito a Moni Ovadia in occasione della giornata della cultura ebraica. Quello che la base non perdona al personaggio è, ad esempio, che in occasione dell’uccisione di Vittorio Arrigoni, il pacifinto amico dei palestinesi e da loro ucciso perché troppo occidentale, Ovadia accusò Israele come mandante dell’omicidio. Dichiarò tra l’altro: “ Ma Il mandante della violenza è l'oppressione, l'ingiustizia, il privilegio, il razzismo … I mandanti morali di questo ennesimo orrore sono gli sgherri di questo status quo che si sottraggono alla giudicabilità grazie alla sconcia inerzia della vile comunità internazionale. E questo ignobile status quo, voluto per cancellare l'identità di un popolo, proseguirà il suo sporco lavoro.” Dando così, di fatto, la colpa a Israele continuando ad accusarla, secondo il collaudato metodo Goebbels riesumato dai palestinesi e tanto ben accettato dal miope occidente, dove le bugie ripetute diventano realtà. Quando poi la verità e la dinamica di quell’omicidio vennero alla luce, non fece nessun cenno di rettifica sulle dichiarazioni date a caldo. All’indomani della strage di Itamar, una famiglia ebrea israeliana sgozzata nel sonno bambini compresi, Moni Ovadia adottò invece la politica dell’assordante silenzio e non fece uscire dalla sua bocca nessuna parola di cordoglio stringendosi ai suoi amici, quelli che trovano sempre una scusa o una ragione per giustificare i peggiori crimini. E poi? Viene invitato dalla comunità di Firenze a rappresentare la cultura ebraica e questo francamente lascia allibiti. Raccogliendo gli umori nella ‘PIAZZA EBRAICA’, così viene in gergo chiamato lo zoccolo duro dell’ebraismo romano, e sul WEB i commenti degli amici di Israele, abbiamo potuto registrare un misto fra rabbia e sconcerto per questa azzardata decisione.
Una decisione che non ha alcun senso logico se non quello di fare scalpore e, probabilmente, “cassetta”, a spese di coloro che negli anni hanno dato il massimo per combattere l’antisemitismo e difendere le ragioni di Israele, non nei soffici salotti ma nel WEB e nelle scomode strade. Ci siamo messi in contatto con il Presidente della Comunità Ebraica di Firenze Dott. Passigli, che molto gentilmente ci ha spiegato il suo punto di vista e si è assunto la responsabilità dell’invito, invito fatto su suggerimento di David Parenzo. Anche se il Dott. Passigli ha cercato più volte di stemperare la situazione con argomentazioni che hanno il loro peso, valore e seguito come, ad esempio, la libertà di espressione su cui si poggia la cultura ebraica. Rimane che, almeno per questa volta, sarebbe stato meglio agire con più prudenza. I tempi per questo invito sono stati fra i più sbagliati in assoluto e quella che doveva essere un evento di cultura rischia di diventare una bomba a orologeria, politica e sociale, che potrebbe improvvisamente scoppiare nelle mani di qualcuno. Era proprio il caso di invitare un personaggio così scomodo e inviso alla maggioranza degli ebrei italiani? Cosa c’è sotto questa trovata? Chi bisognava compiacere? E, soprattutto, chi ci guadagna da questa commedia delle parti che definire bizzarra è un eufemismo? Queste sono le domande che serpeggiano fra la gente. Con l’avvicinarsi dell’evento in molti attendono per scoprire cosa Ovadia dirà o farà da quel fantastico palcoscenico che gli è stato offerto su un piatto d’argento in una piazza, come quella senese, dove è un beniamino del pubblico non ebraico e generalmente nemico di Israele. Rimane, e questo è un dato di fatto indiscutibile, che la maggioranza dell’ebraismo italiano sta dalla parte di Israele e non potrà mai convivere con le smanie di masochismo disperato o ragionato che portano a queste scelte. La pazienza della maggioranza dell’ebraismo italiano è da tempo in riserva e mal sopporta le continue, ingiuste e odiose critiche a prescindere nei confronti dello Stato Ebraico, questa è una realtà da non sottovalutare in futuro quando si faranno certe scelte sensibili. Ci consola la certezza che alla fine tutti quelli che non perdono occasione per scagliarsi contro Israele, coprendo il loro antisemitismo chiamandolo antisionismo, dovranno fare i conti con la storia; e gli ebrei fra loro dovranno farli anche con la loro coscienza perché quando le stesse ingiuste critiche verso Israele arrivano dai suoi figli, esse diventano gocce di veleno che prima vengono strumentalizzate e poi sparse su un popolo intero.