In una lettera carica di odio e che, dal punto di vista della correttezza formale, è un vero e proprio oltrggio al pudore, tale Gabriella si unisce al coro, già di per sè corposo, contro il povero Moni Ovadia, reo del delitto di "lesa judaitas" (non esiste ma ci manca poco che venga inserito nel codice penale dei paesi Ue a guida sionista, a cominciare da Italia, Germania, Olanda, Francia). Di fatto, di cosa è accusato il povero Moni? Di non essere allineato e coperto con la vulgata sionista in ordine alla situazione del Medioriente, facendosi carico, il rinnegato, delle ragioni anche dei palestinesi. Traditore maledetto, direbbe la Fait con il suo solito senso della misura (molto apprezzato dai lettori di questo sito!), voltare le spalle alla Santa Causa di Israele e del Popolo Eletto per sostenere la causa di quei subumani discendenti dei Filistei, ma siamo pazzi! Un vero peccato, un'occasione di riflessione pacata e serena persa anche questa volta. Ovadia rappresenta infatti, a mio avviso (e, per fortuna, non solo mio) il volto illuminato e umanista delll'Ebraismo, quello che rifiuta il sopruso, la prevaricazione, la menzogna trasformata attraverso artifici verbali in verità, il richiamo barbarico e tribale che un certo ebraismo, oggi vincente, esercita sui suoi adepti e sui numerosi simpatizzanti apostati del cristianesimo. Un certo ebraismo, insomma, ben descritto da uno che lo conosceva dall'interno, tale Carlo Mordechaj in arte Marx, non è cambiato per nulla, nonostante siano passati quasi due secoli! A.B.
Le ragioni che lei espone, con la chiarezza che contraddistingue altre sue mail, confermano il giudizio espresso da Ugo Volli su Moni Ovadia. Gli esprimono approvazione coloro che amano la figura storica dell'ebreo, mite, perdente, pronto a subire, almeno è questa l'immagine che ottiene il consenso degli antisemiti. Che fra questi ci sia Moni Ovadia non stupisce. Lui fa ridere sul palcoscenico, vendendo farina che non proviene dal suo sacco, poi attacca Israele, cosa si può volere di più per ottenere successo ? Infatti lui l'ottiene, nei teatri fa il pienone, per cui trova anche l'impresario ebreo che, pur di riempire una sala, non bada a chi si porta in casa.
Ci dispiace per lei, caro AB, ma di ebrei come piacciono a lei, dal 14 maggio 1948, data della fondazione dello Stato di Israele, ce ne sono sempre meno, finirà per andare a cercarli con il lanternino, se ne faccia una ragione fin da ora.
IC redazione