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Informazione Corretta Rassegna Stampa
30.08.2011 Quando il Pallone è antisemita: il caso olandese
di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 30 agosto 2011
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Quando il Pallone è antisemita: il caso olandese»

Quando il Pallone è antisemita: il caso olandese
di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)


Manfred Gerstenfeld

Yediot Aharonot, 30/8/2011
L’antisemitismo è un tema ricorrente nel mondo del calcio. Ma nessun altro stadio del mondo è paragonabile con quelli olandesi.

All’inizio di agosto, alcuni slogan antisemiti furono l’argomento di un processo dopo la denuncia di BAN, una organizzazione che combatte l’antisemitismo, contro ADO (1), un club sportivo della squadra dell’Aja che aveva vinto una partita contro l’Ajax di Amsterdam. Durante la partita, i sostenitori di ADO urlavano “ Hamas, Hamas, gli ebrei al gas” e “ ebrei cancro orribile”. Alla festa, dopo la vittoria di ADO, i fan e due giocatori si misero a declamare, in presenza dell’allenatore,  “adesso andiamo a caccia di ebrei”(2). Il giudice stabilì che i dirigenti di ADO erano responsabili nel prevenire in futuro il ripetersi di simili manifestazioni, e, se ci saranno ancora, la partita dovrà essere interrotta (3)

Ma gli ebrei contro i quali si erano scatenati gli ADO, non erano affatto ebrei, ma dei fanatici sostenitori di Ajax, i quali molti anni prima avevano incominciato a definirsi “ebrei”, andando allo stadio con la bandiera israeliana con la stella di Davide, alcuni l’avevano addirittura tatuata sul corpo. In quegli anni, quando l’Ajax faceva un gol, i suoi sostenitori cantavano la canzone israeliana “ Hava Naghila”.

Ajax non ha mai avuto molti ebrei fra i suoi dirigenti o in squadra, come ce ne sono pochissimi fra i sostenitori, saranno l% di quelli che fanno il tifo alle partite. All’inizio giudicarono in maniera positiva questa scelta, con tutto quello che ne seguiva, non rendendosi conto delle conseguenze future.

I sostenitori violenti delle altre squadre di calcio, soprattutto quelle delle grandi città come Rotterdam, L’Aja, Utrecht hanno ritenuto questo atteggiamento una provocazione, da lì l’inizio degli slogan pieni di odio. All’inizio erano antisemiti nelle intenzioni, perchè di fatto si rivolgevano a dei non-ebrei. Urlare “ bombardate Rotterdam”, rispondevano i tifosi dell’Ajax, quando la squadra giocava contro i Fayenhoord. Il riferimento era la città bombardata dai tedeschi durante l’invasione dell’Olanda nella seconda guerra mondiale nel maggio 1940.

Gli slogan contro gli ebrei presero poi altre direzioni. Nell’ottobre 2004, l’arbitro Rene Temmink impedì la continuazione di una partita fra ADO e la PSV di Eindhoven, a causa dei cori “ Hamas, Hamas, Temmink al gas”. Era la prima volta che in Europa una partita di serie A veniva interrotta a metà a causa degli slogan.

I tifosi proseguirono con l’indirizzare questi slogan contro ebrei veri. Il rabbino Binyomin Jacobs, rabbino capo d’Olanda, ricordò che lui, insieme ad uno psicologo non ebreo, salì su un treno pieno di tifosi del Feyenhoord. Quando li videro, cominciarono ad urlare “gas agli ebrei”. Jacobs disse poi di avere avuto la sensazione di avere avuto contro tutto il treno di quei “normali olandesi”.

Poi aggiunse “ lo psicologo si impaurì molto, mentre io pensavo che manifestare segni di ansietà non ci avrebbe aiutato per niente, così mostrai indifferenza, quale segno di forza. Questo incidente può essere considerato un atto di teppismo, eppure, se uno di quegli idioti ci avesse attaccato, gli altri avrebbero fatto lo stesso, ciecamente. (4)

Di questi tempi, durante le manifestazioni contro Israele in Olanda, lo slogan “Hamas,Hamas, Ebrei al gas” si sente di nuovo, scandito soprattutto da musulmani. Anche se questo genere di insulti sono proibiti dalla legge, chi li commette raramente viene punito. Nel gennaio 2009, durante una di queste manifestazioni, ci furono due parlamentari del Partito Socialista di sinistra che affermarono di non averli uditi. Ma ci sono dei rapporti che segnalano come gli stessi insulti, vengano lanciati nelle scuole olandesi da studenti musulmani contro studenti ebrei.

Negli ultimi anni, le autorità olandesi hanno incominciato a capire che è giunta l’ora di fermare questa proliferazione d’odio. Lo scorso maggio, il sindaco di Amsterdam Eberhard Van Der Laan, dopo che l’Ajax vinse la Champion’s League, chiese ai suoi tifosi di smetterla con l’uso della parola “ebrei”, aggiungendo però che ci vorranno almeno dieci anni per abolire questa abitudine.

La piccola comunità ebraica olandese può trarre una lezione particolare dall’insegnamento che viene dall’anti-semitismo del mondo del pallone. Ancora una volta si dimostra che gli ebrei anticipano i problemi che poi si allargano a tutta la società. Insegna anche che gli ebrei, più di ogni altro gruppo nelle società occidentali, devono stare attenti a non abbassare mai la guardia.

(1) Kemal Rijken, “Welles-nietes tussen BAN en ADO,” NIW, 5 August 2011 [Dutch].
(2) ‘Geschrokken Immers: Jodenjacht leek mij onschuldig’, AD, 21 March 2011 [Dutch].
(3) LJN: BR4406, Voorzieningenrechter Rechtbank ‘s-Gravenhage, 398200 / KG ZA 11-812, 9 August 2011
(4) Interview with Binyomin Jacobs, “rabbijn in een polariserende samenleving.” in Manfred Gerstenfeld Het Verval, (Amsterdam; Van Praag 2009), 175-176. [Dutch] 

Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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