Caro Ugo Volli,
Mi sovviene un grande spavento quando la immagino male; i calli sulla punta delle dita sono amore per Israele e la quantità di odio, di violenza, di razzismo che le tocca leggere per trovare le storie giuste per raccontarci il modo in cui il mondo pensa a Israele é il suo grande coraggio coraggio.
Non si ammali, la prego. Trovi il modo di essere felice nonostante sia entrato nella casa della morte. La prego di benedire ogni odiatore con la benedizione dell'Amore incondizionale per Israele; non lasci andare via nessuno senza questa benedizione.
I calli sul cuore non so se vanno bene; va bene però il sentirsi male vicino al odio.
Ho bisogno che lei sia felice e lei ha tutti i motivi per esserlo: sta facendo il proprio dovere; anche se fosse rimasto solo in questa battaglia, il compiere il preciso dovere dovrebbe comunicarle felicità.
La voglio bene con tutta la tenerezza del mio cuore. Non voglio che muoia mai. Viva e sia felice. Prego per lei; il suo nome é dentro il mio libretto della preghiera della felicità.
Ether Espinoza
Grazie, signora Esther,
seguirò i suoi consigli. Non ho la minima intenzione di ammalarmi. Disse una volta un capo terrorista, "la nostra forza è che noi amiamo la morte e voi la vita". Come si sbaglia! La nostra forza è che noi amiamo la vita e vogliamo difenderla e tutelarla. Am Israel chai ve chaiam, il popolo ebraico vive e vivrà. Se bisogna rovistare nel fango mediatico per dare una mano, o fare le cose assai più difficili che fanno i nostri ragazzi, non ci tireremo indietro
ugo volli