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Informazione Corretta Rassegna Stampa
26.08.2011 Eventi imprevisti: un confronto tra Europa e Israele
di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 26 agosto 2011
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Eventi imprevisti: un confronto tra Europa e Israele»

Eventi imprevisti: un confronto tra Europa e Israele
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana)


Manfred Gerstenfeld

 
Dopo i massicci saccheggi e devastazioni in tutta l'Inghilterra, il Primo Ministro inglese David Cameron ha dichiarato: " Ci sono settori nella nostra società che sono non soltanto lacerati, ma anche malati " Ha aggiunto che il problema è ancora più vasto, dicendo " Ci sono molti aspetti maledettamente sbagliati nella nostra società"
 
Le dichiarazioni di Cameron sui settori malati della società si possono estendere a tutte le democrazie occidentali ? Visto che è fuor di dubbio che queste sollevazioni avvengono con sempre maggiore frequenza, possono causare un caos interminabile nelle democrazie post-moderne ?
 
Prima di analizzare gli aspetti patologici nelle società occidentali, occorre soffermarsi su un aspetto molto importante: queste sommosse imprevedibili sono isolate, o hanno delle caratteristiche comuni alle altre democrazie ? Venendo a Israele, cosa possiamo imparare dall'esperienza altrui ?
 
Ciò che caratterizza maggiormente le società occidentali è l'aumento del fattore complessità, che si espanderà ancora di più per l'incremento della tecnologia. La complessità porta con sè maggiore confusione, frammentazione e polarizzazione. Le società occidentali diventeranno sempre meno trasparenti e così sempre più difficili da governare. Una percentuale sempre crescente della popolazione si troverà in difficoltà nel relazionarsi con le complicazioni dell'ordine sociale e i suoi rapidi cambiamenti. Meno persone potranno occuparsi di altre marginalizzate economicamente.
 
L'Unione Europea è un esempio tipico di un sistema vasto e complesso, senza verifiche e bilanci. Ne deriva che ha un bisogno urgente di una drastica revisione, invece di una integrazione priva di controlli. Così come non dovrebbe trasformarsi in una "Unione di trasferimenti", dove gli stati ricchi finiscono per finanziare quelli poveri. L'approccio giusto sarebbe quello di stabilire quali paesi devono abbandonare l' Eurozona per poterla mantenere omogenea.
 
Se si fossero capiti alcuni decenni fa gli svantaggi dell'aumento della complessità,  l'Europa non avrebbe permesso l'immigrazione non occidentale di massa, considerando quanto l'atteggiamento xenofobo fosse diffuso in Europa.
A complicare le cose, una percentuale significativa di questi immigrati segue ideologie lontane delle regole democratiche.
Angela Merkel, Nicholas Sarkozy, David Cameron insieme a molti altri, hanno dichiarato, purtoppo tardi, che il multiculturalismo è stato un fallimento.
 
Un'altra chiave per capire le società complesse è la loro vulnerabilità. Spesso, una singola persona, o un piccolo gruppo, hanno la capacità di procurare danni enormi. Nel 1995, il terrorista americano Timothy Mc Veigh uccise 168 persone e ne ferì più di 680 a Oklahoma  City. Anders Breivik ha seguito il suo esempio. Un piccolo gruppo di terroristi arabi ha causato la strage di massa dell'11 settembre. Persino Richard Reed, quello dell'esplosivo nelle scarpe, poteva diventare un killer di massa se non fosse stato scoperto in tempo. A causa sua, dal 2001,sono aumentate le misure di sicurezza negli aeroporti e milioni di viaggiatori sono costretti a fare esaminare le loro scarpe. L'affare Wikileaks è un altro ottimo esempio di come i sistemi complessi siano vulnerabili, come lo sono gli hackers che hanno seminato devastazione nei computer delle grandi organizzazioni.
 
La terza chiave è il declino dell'autorità nelle società occidentali. Il '68 degli studenti francesi e le contemporanee rivolte un po' ovunque, hanno accelerato il crollo dell'autorità, un altro risultato dell'accresciutà complessità nelle società democratiche. Questo include i governi, i sistemi politici, la polizia, le chiese, le scuole, le università e ultimo, ma non per importanza, il ruolo dei genitori.
 
Possiamo  applicare questa analisi a Israele, una società complessa, la cui popolazione è in gran parte formata da immigrati. Il che la rende eterogenea e frammentata. anche se la maggior parte degli immigrati sono ebrei. Israele ha anche parecchie minoranze, pur essendo una società di piccole dimensioni. L'isolamento dai suoi vicini rende però Israele più traparente di altre democrazie. Per questo dovrebbe essere più facile che altrove prevenire il formarsi di problemi al suo interno, grazie all'intervento della sua classe dirigente.
 
Invece la sua vulnerabilità è comunque grande, se la confrontiamo con le minacce che riceve, sconosciute agli altri paesi europei, alla sua stessa esistenza, . I suoi sistemi di sicurezza sono spesso oggetto di sfida con sistemi che non hanno precedenti. Eppure c'è una caduta dell'autorità in uno dei campi più delicati. Le forze di difesa nazionale hanno una struttura gerarchica, e l'esercito di popolo ha la caratteristica di unire in sè l'intera nazione.
 
In questa situazione pressochè unica, Israele deve sviluppare dei sistemi competitivi per prevenire i problemi. Le recenti proteste sociali, si sono accumulate senza che il governo abbia avuto un chiaro interlocutore al quale fare riferimento, un modo da prevenirne una crescita su larga scala. Avrebbe dovuto esserci uno strumento in grado di valutare quel che stava succedendo, chi rappresentava, e con quali metodi intervenire.
 
In futuro,  sistema corretto dovrà essere quello di creare una task force, composta da persone esperte, in grado di applicare strategie sicure nei diversi campi e che dovranno provenire da una varietà di strati sociali. Non dovranno essere dei ricercatori, quanto piuttosto dei supervisori del lavoro altrui. Le strutture dello stato dovranno appoggiarne il lavoro, ma non prenderne la guida, perchè sarebbe un grave errore. Questa task force diventerebbe gradualmente un centro ricco di esperienze in grado di sviluppare la ricerca delle soluzioni. Questo non escluderà l'arrivo di problemi non previsti, ma potrebbe rappresentare, in assenza di altre alternative, un approccio degno di seria attenzione.
 
Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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