Uccidere gli ebrei non è reato
Cari amici,
a forza di scrivervi cartoline, mi sono venuti i calli sulla punta delle dita (la sindrome della dattilografa), ma un po' anche sul cuore. Sapeste la quantità di odio, di violenza, di razzismo che mi tocca leggere per trovare le storie giuste per raccontarvi il modo in cui il mondo pensa a Israele... I calli sì, ma non l'abitudine. Per esempio non riesco a non sentirmi male per la disinvoltura con cui gli arabi trattano il leggiadro tema dell'ammazzare gli ebrei. E' qualcosa di veramente unico nella storia. Né il grande inquisitore Torquemada, né Chmel'nyc'kij (il cosacco dei pogrom del 1648) né Hitler e nemmeno il Faraone o il visir persiano Haman, autori dei genocidi registrati nella Bibbia, avrebbero mai avuto la faccia tosta, che dico, la vigliaccheria di far predicare a dei bambini l'assassinio di tutti gli ebrei, come potete vedere qui: http://www.youtube.com/watch?v=Vtt8V25lGmc&feature=share e qui (una bambina di tre anni e mezzo!) http://www.youtube.com/watch?v=ZjbJnZUJTYU&feature=related .
Ieri ve ne ho mostrato degli altri esempi (qui, per chi si fosse perso la puntata: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=41109). Oggi voglio aggiungere ancora un paio di reazioni recentissime. Da un lato c'è un certo dottor (?) Salah Sultan che insegna giurisprudenza islamica all'Università del Cairo, il quale, a quanto dice il giornale egiziano Al-Shuruq ha emesso un decreto religioso in cui si dice che "ogni egiziano può uccidere tutti gli ebrei che incontra" e sapete perché? perché "gli israeliani hanno ucciso Camp David" (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4112741,00.html). Del resto, questo opinione giuridica corrisponde al sentire popolare, o almeno a quello dei manifestanti. Guardate qui (http://www.memri.org/clip/en/0/0/0/0/0/0/3083.htm) per vedere come alle manifestazioni sotto l'ambasciata israeliana in Egitto compaia una bella svastica, accompagnata dalla scritta in arabo "le camere a gas sono pronte". O guardate più banalmente queste foto di una manifestazione islamista a Londra: http://cifwatch.com/2011/08/22/what-the-guardian-wont-report-pro-palestinian-activists-in-london-israel-must-be-destroyed/
Da un lato un po' più laico, ma non meno pericoloso, vi prego di dare un'occhiata alle reazioni di alcuni giornali arabi all'attentato di Eilat, che ho trovato tradotti in un sito internet (http://www.israele.net/articolo,3211.htm): "Scrive il quotidiano saudita Al-Jazirah: “Ieri Israele ha visto una delle intifade palestinesi quando dei palestinesi hanno condotto due attacchi a sorpresa “fidai” [di auto-sacrificio] con razzi e kalashnikov contro due autobus e altri veicoli israeliani presso la città di Eilat, nel sud della Palestina occupata [sic], causando morti e feriti gravi. Questi due attacchi “fidai” servono per ricordare agli israeliani che i palestinesi non hanno abbandonato le valide operazioni di auto-sacrificio, anche se di recente si erano limitati a bersagliare gli israeliani coi lanci di razzi dalla striscia di Gaza. Si tratta di un’operazione legale e giustificata, a dispetto delle esagerazioni dell’occidente e delle ingiuste definizioni che esso applica a questo nobile atto di “fidai”. Un’operazione che mirava a ripristinare i legittimi diritti palestinesi che vengono negati anche da coloro che si definiscono mediatori, ma non sono altro che falsi alleati.”
"Scrive il quotidiano del Qatar Al-Sharq: “Con un’operazione che ha rinnovato la pressione sul terreno da parte della resistenza palestinese sulle autorità d’occupazione e che riporta la causa palestinese in primo piani nell’agenda internazionale, la resistenza ha colpito due autobus carichi di soldati [sic] e alcuni altri veicoli in viaggio verso la località turistica di Eilat, sul Golfo di Aqaba, con un sofisticato attacco che ha causato decine di morti e feriti. Questa triplice e simultanea operazione di “fidai” [auto-sacrificio] ha scioccato Israele per il suo carattere fulmineo, la sua aggressività e per le implicazioni militari e politiche.[…] I palestinesi sono ora determinati a perseguire la via della lotta armata, che avevano abbandonato per un po’ a causa di una cattiva gestione dei loro diritti storici. Non c’è nulla di male nell’avanzare le richieste politiche dei palestinesi e allo stesso tempo imprimere un’escalation alla resistenza armata contro l’occupazione come leva nelle mani dei negoziatori palestinesi allo scopo di strappare con la forza i diritti dei palestinesi dalle fauci dell’occupazione e alle Nazioni Unite”.
In cambio, come sapete, l'Autorità Palestinese è stata accuratamente zitta di fronte agli attentati, ma ha richiesto la convocazione del consiglio di sicurezza dell'Onu per protestare contro la reazione israeliana di autodifesa; il Libano ha impedito che il consiglio di sicurezza dell'Onu denunciasse l'attentato (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4111245,00.html); la lega Araba ha parlato di crimini di guerra israeliani (http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=234591). Non parliamo dei giornali italiani, che continuano a tacere i continui lanci di missili da Gaza sul territorio israeliano. O dei politici, quelli che si occupano con tanta generosità di Medioriente, dalla Bindi a D'Alema, da Vendola a Ferrero e Bersani: tutti zitti come pesci. O di Amnesy (pardon, Amnesty) International (http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=235017)
Insomma, diciamocelo alla maniera degli slogan del '68: La palestina ce l'ha insegnato / uccidere gli ebrei non è reato. Che loro cerchino di difendersi invece sì, eccome.
Ugo Volli