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Il Foglio Rassegna Stampa
23.08.2011 Israele si difende dai razzi di Hamas con Iron Dome
Haaretz si chiede se come sistema non sia troppo 'costoso', lo chieda a un cittadino di Sderot

Testata: Il Foglio
Data: 23 agosto 2011
Pagina: 1
Autore: Redazione del Foglio
Titolo: «Israele nella sua cupola d’acciaio»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 23/08/2011, in prima pagina, l'articolo dal titolo "Israele nella sua cupola d’acciaio".

Iron Dome, il sistema missilistico che permette a Israele di difendersi dai razzi qassam di Hamas è costoso. Questa la critica mossa da Haaretz e ripresa dal Foglio. "se il costo di un semplice razzo nelle mani di Hamas si aggira sui trecento dollari, può Gerusalemme spenderne cinquantamila (il costo di una batteria di Iron Dome) per fermarlo? ". Ci chiediamo, se un razzo mai dovesse cascare sulla testa di Gideon Levy o Amira Hass, la spesa di Iron Dome sarebbe troppo alta per difenderli?
Ecco l'articolo:


Gideon Levy       Amira Hass

Roma. Ad aprile per la prima volta un razzo di tipo Grad di fabbricazione iraniana, lanciato dalla Striscia di Gaza in direzione della città israeliana di Ashkelon, è stato intercettato e distrutto in volo. Israele ha mostrato al mondo il suo nuovo sistema antimissile, Iron Dome, che significa “cupola d’acciaio”. Un risultato salutato dai giornali israeliani come una “pietra miliare nella storia della difesa” (Haaretz). E’ la risposta ebraica ai missili Qassam, Katiusha, Grad e Fajr lanciati, con un raggio fino a settanta chilometri, da Gaza e da Hezbollah in Libano. Sotto la pioggia di missili lanciati da Hamas, Israele ha testato la capacità del sistema di distinguere i razzi diretti contro zone abitate da quelli destinati a cadere senza fare danni (per risparmiare esplosivo e cinquantamila dollari, tanto costa un missile). Fino a oggi le città israeliane coperte dallo scudo sono Ashdod, Ofakim, Netivot, Beersheba e Ashkelon. “Iron Dome – aveva detto il direttore generale del ministero della Difesa Pinchas Bukhris – cambierà la situazione politica e di sicurezza nelle regioni sud e nord di Israele”, direttamente minacciate da razzi nemici. Alcuni paragonano la cupola alla fionda con cui, secondo la Bibbia, Davide sconfisse il gigante Golia. Il premier Benjamin Netanyahu lo ha chiamato “miracolo tecnologico”. Ma su Yedioth Ahronoth, il maggiore giornale israeliano, sono apparsi editoriali contro “la mentalità Iron Dome”. Anziché fronteggiare i nemici come un tempo Gerusalemme sapeva fare, ci si richiude a riccio, sulla difensiva. Si passa dal “muro d’acciaio”, la vecchia teoria israeliana della forza indefessa, alla cupola sofisticata. Hamas ha aggiustato il tiro per adattarsi alla barriera invisibile: i miliziani hanno lanciato in aria una serie di missili per ingannare la cupola. E c’è stato un morto israeliano a Beersheba. Anche una scuola è stata centrata in pieno. Secondo la commissione di Difesa della Knesset, a Israele servono quindici batterie per proteggere il paese da nord a sud. A ottobre ci sarà una terza batteria, che si aggiungerà alle due attualmente presenti. Altre tre batterie arriveranno nel 2012. Ma che ne sarà del centro del paese? E soprattutto, come farà Israele a pagare? Con cinquanta milioni di dollari a batteria, il costo complessivo della cupola si aggirerà attorno al miliardo. Hamas ha oggi missili in grado di colpire Tel Aviv, nella cui area vive un quarto di tutta la popolazione israeliana. Quindi un’altra batteria dovrà essere dislocata lì. Iron Dome è un progetto congiunto dell’azienda israeliana Rafael e della Raytheon Company, compagnia americana leader nel settore della difesa e dei missili teleguidati. La stampa israeliana specializzata già parla della possibilità concreta che tra qualche tempo Israele, d’accordo con i partner americani, possa decidere di iniziare a esportarlo. Israele sta mettendo a punto un sistema balistico stratificato unico al mondo. Per la difesa a breve distanza da razzi anticarro ha sviluppato un sistema di difesa chiamato “Windbreaker” (Paravento), divenuto operativo da alcuni mesi: spara una specie di pallettone per fermare i razzi lanciati da Gaza contro i carri armati. Il secondo stadio, noto come “David’s Sling” (Fionda di Davide), dovrà fermare gli Scud Cs dalla Siria e gli Zelzals dal Libano. Per la difesa a lungo raggio – con l’occhio rivolto ai missili balistici dell’Iran – Israele sta migliorando gli Arrow, concepiti per distruggere nello spazio a grande distanza dal paese missili in arrivo, soprattutto se a testate nucleari. Si parlava anche di acquistare il sistema “Phalanx Close-In” che gli americani usano a Baghdad per difendere la Green Zone. La data fissata per la “cupola totale” è il 2015. Critiche sono arrivate da settori della Difesa e da altri analisti: se il costo di un semplice razzo nelle mani di Hamas si aggira sui trecento dollari, può Gerusalemme spenderne cinquantamila (il costo di una batteria di Iron Dome) per fermarlo?

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