I servizi segreti pakistani aiutano i talebani a destabilizzare l'Afghanistan Analisi di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 18 agosto 2011 Pagina: 3 Autore: Pio Pompa Titolo: «C’è un’unità di spie pachistane che aiuta i talebani contro Kabul»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 18/08/2011, a pag. 3, l'articolo dal titolo "C’è un’unità di spie pachistane che aiuta i talebani contro Kabul".
Pio Pompa Afghanistan, Pakistan
Roma. Secondo fonti in Belucistan, composte da ex ufficiali dell’esercito pachistano, da oltre due mesi un nucleo speciale dell’Isi, i servizi segreti di Islamabad, sarebbe stato dislocato in Afghanistan. Il compito è di perfezionare e ampliare la rete di intelligence che ha sinora consentito ai talebani di condurre le clamorose operazioni contro le forze della Nato e il governo di Kabul. Lo scopo è destabilizzare il paese ed esercitare così maggiore influenza. Il nucleo sarebbe formato da circa cinquecento uomini: tra di loro sono presenti alcuni agenti bene accreditati presso gli apparati di sicurezza afghani, con referenti in possesso di informazioni strategiche, sia sulle operazioni della Coalizione, sia di quelle condotte in collaborazione con l’esercito e la polizia pachistani. Oltre al tentativo di una sorta di pachistanizzazione del conflitto in Afghanistan, la squadra speciale dell’Isi sarebbe un prodotto del duro scontro sotterraneo che, specie dopo il blitz di Abbottabad del maggio scorso e l’uccisione di Osama bin Laden, vede contrapposti i servizi segreti di Washington e di Islamabad. Ai vertici militari pachistani non è mai andato giù che l’America abbia agito senza preavvisare, violando così la sovranità nazionale del paese. Non solo. L’Isi avrebbe nel mirino le trattative americane in corso con i talebani e starebbe cercando di influenzarle attraverso il nucleo infiltrato in Afghanistan. Una sezione della squadra speciale messa in campo da Islamabad, che conta un’élite scelta di quindici uomini, risulterebbe esclusivamente dedicata a consolidare i contatti con ambienti e rappresentanti coinvolti nelle trattative, per assumere informazioni e fornire indicazioni volte a determinarne lo stallo e, di conseguenza, il fallimento. Un contributo fondamentale in questa direzione, lo starebbe fornendo l’ala integralista del movimento Deobandi, profondamente radicato nel tessuto economico e sociale dell’Afghanistan e del Pakistan, cui apparterrebbero quasi tutti gli agenti del nucleo. Le stesse fonti beluci, segnalano il coinvolgimento nell’operazione di componenti qaidiste ispirate e guidate dallo psichiatra marocchino, Abu Hafiza, ideatore e stratega delle stragi di Madrid e Londra, considerato ora il vero maître à penser di al Qaida. Potremmo, pertanto, assistere non solo a un’escalation negli attacchi terroristici dei talebani ma, soprattutto, al perdurare delle condizioni di grande precarietà e complessità che sinora hanno contraddistinto la situazione afghana. Il tutto mentre l’occidente viene indebolito da una destabilizzante crisi finanziaria e continua a perdere di credibilità attardandosi nell’inutile crisi libica.
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