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Ugo Volli
Cartoline
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Immaginatevi uno Stato... 16/08/2011

Immaginatevi uno Stato...
Immaginatevi uno Stato... be' non proprio uno Stato, un embrione, un progetto, un desiderio o piuttosto una pretesa di Stato, il cui territorio è diviso fra frazioni violentemente contrapposte, che da anni si combattono, arrestano e torturano i militanti dell'altra parte che riescono a catturare, ma i cui leader ogni tanto si incontrano e si "riconciliano". Immaginatevi uno Stato, be' una pretesa di Stato che non tiene più elezioni da sei anni (l'unica volta in cui le ha fatte senza truccarle clamorosamente), sicché sono legalmente scaduti e giuridicamente illegittimi il presidente, il parlamento, il governo (tutti e due – entrambi pretendono di essere i soli legittimi), giù giù fino all'ultimo sindaco e consigliere comunale di villaggio – e naturalmente non si prospettano nuove elezioni se non forse, chissà, delle amministrative in autunno, ma non dappertutto, perché una delle due forze non le vuole, e forse non si faranno per nulla; il parlamento peraltro non si riunisce da anni e la trattativa fra le due forze per unificare i due governi è ferma sul nome del presidente del consiglio da incaricare.

Immaginatevi uno Stato... be' un abbozzo, che non riesce a pagare gli stipendi dei suoi dipendenti, anche se oltre un terzo del suo Pil viene dagli aiuti internazionali – di gran lunga i più abbondanti del mondo -, ma che paga regolarmente i terroristi incarcerati. Uno stato che dipende per la raccolta delle tasse e dei dazi dal suo nemico storico, cui deve anche la distribuzione di acqua, elettricità, l'import/export della maggior parte delle merci che produce (poche) e che consuma (molte), da cui riceve la maggior parte dei lavori veri (non statali) per i suoi quasi-cittadini. Uno Stato o un progetto che (nel pezzo maggioritario) sarebbe immediatamente rovesciato dall'altra frazione se non fosse implicitamente sostenuto dalle truppe degli arcinemici presenti sul suo territorio. E nel pezzo minoritario ha fatto del terrorismo la sua industria principale, con l'aiuto e il rifornimento continuo di potenze straniere. Uno Stato (insomma, un'ipotesi di Stato) che insegna l'odio per i suoi vicini nelle scuole, esalta in tutti i modi i terroristi che ne hanno attaccato i civili, e che dice che se non si fa la pace la colpa è degli altri. Uno Stato (un aborto di Stato) che immagina di fare pulizia etnica di tutti quelli che abitano sul suo territorio non appartenendo alla religione o all'etnia giusta. Che falsifica in maniera spudorata la storia, non solo quella recente, ma anche quella medievale e antica, contraddicendo a tutte le testimonianze archeologiche, letterarie, storiche. Uno Stato (insomma, qualcosa del genere) presieduto (illegittimamente) da un tale che ha scritto una tesi di laurea negazionista, che diffonde i Protocolli dei Savi di Sion, uno Stato (circa) in cui per entrare nella leadership bisogna essere ex terroristi non pentiti, o ancora potenziali terroristi e vantarsene.

Ecco, non devo chiedervi di che Stato (approssimazione di Stato) si tratti. E' chiaro, è la "Palestina". Voi cosa fareste di un posto così? Per molto meno posti come la Bosnia, il Kossovo ecc. sono stati commissariati dall'Onu e i passi verso l'autogoverno sono accuratamente monitorati e limitati. Qui ci vorrebbe un bel trattamento da ospedale psichiatrico vecchia maniera, con tanto di camicia di forza, è chiaro. Della serie "pericolosi per sé e per gli altri". E invece no, la grande maggioranza degli stati membri dell'Onu vorrebbe dargli il titolo di Stato vero e addirittura assegnargli dei territori che non controlla affatto come regalino di benvenuto, alla prima occasione possibile, cioè a settembre. Se questo non accadrà sarà dovuto all'opinione pubblica americana, che ha costretto perfino il presidente Obama, che a un anno dalle elezioni e in mezzo al disastro economico non può permettersi mosse troppo impopolari, a opporre il veto americano. Che cosa dite di una bella camicia di forza per tutti?

Ugo Volli


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