A Milano il trionfo del multiculturalismo, 'grazie' a Giuliano Pisapia commenti di Magdi C. Allam, Astrit Sukni
Testata: Il Giornale Data: 15 agosto 2011 Pagina: 1 Autore: Magdi C. Allam - Astrit Sukni Titolo: «Sotto il Duomo la Babele multiculturale - Giuliano Pisapia e l'Ucoii»
Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 15/08/2011, a pag. 1-13, l'articolo di Magdi Cristiano Allam dal titolo " Sotto il Duomo la Babele multiculturale ". Dopo l'opinione di Magdi Cristiano Allam, pubblichiamo quella di Astrit Sukni, musulmano, della redazione di IC . Ecco i due articoli:
Il GIORNALE - Magdi C. Allam : "Sotto il Duomo la Babele multiculturale"
Giuliano Pisapia, Dionigi Tettamanzi
Mentre l'andamento della Borsa di Milano, in particolare dei titoli dei grandi potentati finanziari, sta determinando il futuro della politica economica e condizionando la prospettiva politica dell'Italia, contemporaneamente a Milano si sta forgiando un nuovo modello sociale all'insegna del multiculturalismo grazie alla convergenza degli interessi degli stessi poteri forti sensibili al richiamo dei fondi sovrani islamici; di un'amministrazione comunale catto-comunista che coltiva la fede nell'immigrazionismo, ovvero il convincimento che gli immigrati siano buoni a prescindere; e di una Curia ambrosiana che crede nel relativismo religioso come priorità da tradurre principalmente con la concessione di sempre più moschee agli integralisti e agli estremisti islamici. Il progetto complessivo è quello di fagocitare l'Italia nella globalizzazione mercatista monopolizzata dai potentati finanziari che credono che l'unico dio da adorare sia il denaro e l'unica ragione per cui vivere sia produrre sempre di più per poter consumare sempre di più; e in parallelo far aderire l'Italia alla globalizzazione multiculturalista dove si appiattiscono tutte le religioni, le culture, i valori e le VERSO IL LAICISMO Politici e diocesi sono sempre più «islamicamente corretti» identità per toglierci l'anima, «cosificando» la persona e atomizzando la società per ridurci a individui interessati esclusivamente alla dimensione dell'avere e dell'apparire che trascurano la dimensione dell'essere. Le recenti elezioni comunali di Milano hanno evidenziato in modo inconfutabile la convergenza tra i potentati finanziari e imprenditoriali che rappresentano gli interessi accumulati e consolidati in un cinquantennio di privilegi in cui hanno potuto privatizzare gli utili e socializzare le perdite, l'asse politico catto-comunista guidato da Giuliano Pisapia e il cardinale Tettamanzi, arcivescovo uscente della Curia ambrosiana. Il terreno principale su cui questa convergenza si sta esplicando è la piena legittimazione dell'islam come religione su un piede di parità del cristianesimo e dell'ebraismo, con la conseguente legittimazione della presenza di sempre più moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici e, in prospettiva, di tribunali che emettono sentenze sulla base della sharia, alla stregua di quanto è consentito alle altre due religioni monoteiste rivelate. Il fatto che sia il vicesindaco Maria Grazia Guida, con deleghe all'Educazione e Istruzione, Rapporti con il Consiglio comunale, Attuazione del programma, sia Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile e Volontariato, siano entrambi dirigenti della Caritasambrosiana, braccio operativo della Curia milanese, è la testimonianza che il sostegno esplicito del cardinale Tettamanzi a Pisapia era parte integrante di una strategia politica fondata sulla condivisione dell'ideologia del multiculturalismo. Non è un caso che sia la Guida sia Granelli siano i principali interlocutori del comitato di islamici ricevuti a Palazzo Marino e a cui la Giunta comunale ha già promesso la presenza di una moschea in ciascun quartiere di Milano, individuando i siti sin da settembre, in aggiunta all'impegno di consentire comunque la costruzione di una grande moschea a Milano entro il prossimo anno. Questa fretta di concedere agli islamici le moschee, trascurando del tutto il fatto che gli interlocutori siano espressione di movimenti estremisti e persino terroristici, conferma che questa giunta comunale sta eseguendo ciecamente delle direttive emanate dai poteri forti fautori del mercatismo e del multiculturalismo. Ma questa fretta potrebbe essere dettata anche dalla volontà di mettere di fronte al fatto compiuto il nuovo arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, che proprio a settembre assumerà il suo mandato. O forse questa strategia non subirà delle modifiche sostanziali con I'awentodi Scola, teorico del cosiddetto «meticciato di civiltà». Ne2009 Scola ha fondato Oasis che è «una rete internazionale di rapporti che promuove la conoscenza e l'incontro tra cristiani e musulmani». Nel banner principale del sito di Oasis viene riportata la frase di Giovanni Paolo II, pronunciata nel discorso a Damasco presso la Moschea Ommayade il 6 maggio 2001: «Sia i musulmani sia i cristiani hanno cari i loro luoghi di preghiera, come oasi in cui incontreranno il Dio Misericordioso lungo il cammino per la vita eterna, e i loro fratelli nel vincolo della religione». II 23 ottobre 2009 Scola si è pronunciato a favore delle moschee: «Se la domanda è reale, oggettiva e la consistenza di chi la pone è verificata, insomma se c'è un effettivo bisogno di un luogo di culto e di incontro anche culturale, non avrei nessuna difficoltà a dire di si ad una moschea». Il 24 dicembre 2008 l'allora Patriarca di Venezia difese la presenza di una moschea nel presepe: «Io lo definisco meticciato di civiltà nel quale la presenza nel presepe di simboli di altre religioni, come la moschea, ci dice che noi dobbiamo fare i conti con quello che io chiamo il processo di meticciato». Il primo luglio 2010, in un'intervista all'agenzia di stampa Reuters, Scola si pronunciò contro il bando del burqa, la gabbia di stoffa che imprigiona il corpo della donna dalla testa ai piedi: «Così si rischia di radicalizzare il problema invece di risolverlo. La questione verrebbe affrontata in modo più equo all'intemo del normale ambito sociale rispetto che a una legge. Naturalmente bisogna separare religione e politica, Chiesa e Stato. Ma si deve riconoscere il fatto che le religioni hanno una dimensione pubblica». Dopo essere di fatto la capitale finanziaria ed economica, la vera capitale politica dell'Italia proiettata verso il federalismo, Milano ha purtroppo già accumulato il triste primato di capitale del radicalismo islamico e, in prospettiva, sembra destinata a trasformarsi nella capitale del multiculturalismo che ci priverà della nostra anima cristiana e laica assoggettandoci sempre più a un'ideologia relativista, buonista e islamicamente corretta.
La giunta di Milano guidata dal neo sindaco Giuliano Pisapia, ha aperto il dialogo con le comunità islamiche di Milano guidate da Abdel Haamid Shaari, presidente del Centro islamico di Viale Jenner e Riccardo Hamza Piccardo, presidente dell'Ucoii. All'incontro avvenuto settimana scorsa - sulla costruzione di una Grande Moschea - sono stati esclusi i musulmani moderati. La giunta milanese non ne ha tenuto conto, non importandogliene nulla del loro parere. Quindi il dialogo per una grande moschea a Milano si è svolto tra due figure "screditate" e il vice sindaco Maria Grazia Guida. Alla fine di quell'incontro non sono mancate le perplessità e le obiezioni - ovviamente, condivisibili - che sono arrivate sia da parte del Pdl che del Pd, così come anche dalle associazioni dei musulmani moderati, esclusi dall'incontro. La moschea di Viale Jenner e quella di Via Padova sono sempre state nel mirino delle forze dell'ordine perché da quelle moschee sono transitati molti fondamentalisti e terroristi e, tra le altre cose, dobbiamo ricordarci che l'ex imam di Viale Jenner sta scontando una pena presso il carcere di Poggioreale per il reato di istigazione a delinquere. Sarebbe opportuno che le moschee abusive venissero chiuse in quanto ricettacoli di fondamentalisti, integralisti e di terroristi che propagandano l'istigazione alla violenza e promuovono la shaaria. Il Centro culturale di Viale Jenner e l'Ucoii seguono le stesse linee guida dei Fratelli Musulmani e, come è noto, non sono affatto musulmani moderati: sono antidemocratici, contro la libertà d'espressione e contro le leggi dello Stato che li ospita, in questo caso, l'Italia. Non vogliamo che Milano si trasformi in una seconda Londra o peggio ancora in una seconda Amsterdam dove i musulmani si arrogano il diritto di infierire e insultare sia i cristiani che gli ebrei. Di episodi d'intolleranza verso gli ebrei olandesi e scandinavi, inglesi e europei in genere, IC ne ha ampiamente riferito su queste pagine. Il multiculturalismo non può funzionare a Milano, nè in Europa, perchè l'islam non lo permette, è una scelta finora praticata a senso unico, l'immigrazione musulmana, invece di integrarsi come le altre etnie o religioni, ha ben altri progetti, per altro affermati pubblicamente durante tutte le manifestazioni pubbliche. L'Europa è infedele per l'islam, con quel che segue. I musulmani moderati che sono qui per lavorare onestamente senza mischiarsi con l'integralismo islamico hanno i loro rappresentanti, le amministrazioni trattino con loro, non con gli estremisti. L'islam moderato a Milano così come nel resto dell'Italia e dell'Occidente non avrà voce per esprimersi fino a che i rappresentanti islamici europei faranno riferimento ai Fratelli Musulmani. La via da intraprendere è quella opposta a quella scelta da Pisapia.
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