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Ugo Volli
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Buone notizie da Eurabia 15/08/2011

Buone notizie da Eurabia


Belgio                           Londra                              Francia

Cari amici, oggi vi racconto tre piccole storie di Eurabia, così, solo per tirarvi su. La prima si svolge in Belgio, un paese che di recente è salito all'onore delle cronache anche per i suoi generosi finanziamenti alle Ong israeliane e palestinesi che contrastano l'azione del governo, denunciano militari israeliani, insomma fanno il possibile per lottare contro Israele dentro Israele. Per questo nobile compito il governo belga, o meglio i contribuenti belgi hanno pagato fra il 2009 e il 2011 circa un milione e trecentomila euro (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=233680). Non male in questi tempi di crisi, no? E non ditemi per favore che si tratta di interferenza negli affari interni di un altro paese, come se la Francia finanziasse i valloni belgi, o l'Olanda i fiamminghi, per accaparrarsi il loro territorio. Nossignore, è puro spirito umanitario, aiutare la crescita degli israeliani buoni contro i cattivi coloni. Interferenza, invece, e grave, è quella di Jacques Brotchi, neurochirurgo di fama internazionale, senatore e professore alla Libera Università di Buxelles, che – pensate un po' con che faccia tosta – si è dimesso dal Consiglio della Fondazione che raccoglie i fondi per la ricerca di quella università – dove chissà perché l'avevano inserito -, con il pretesto che "deplora l'assenza di una reazione forte e appropriata agli incidenti antisemiti che si sono succeduti nell'università". I quali sarebbero, guardate un po', la simulazione di un checkpoint militare, naturalmente israeliano, dentro l'università, un invito al comico antisemita francese Dieudonne a tenere una conferenza, in cui egli ha detto le solite cose ragionevolissime intorno all'inferiorità morale e ai crimini degli ebrei, una festa di stile nazista, la pubblicazione di un articolo sulla rivista della facoltà di economia in cui si espongono informazioni  sul mondo ebraico analoghe a quelle di una fonte autorevole come "I protocolli dei savi di Sion". Ma, dico, vi sembra il caso di fare storie per attività così innocenti, in un certo senso istituzionali? Eppure pensate che l'Unione degli Studenti Ebrei ha denunciato uno stato di disagio, e quel Brotchi, invece di occuparsi dei cervelli suoi, si è addirittura dimesso. (http://www.ejpress.org/article/52125) . Ammetterete con me che il tentativo israeliano di interferire con gli affari interni del Belgio è intollerabile.

La seconda riguarda invece Londra e le sue rigorose finanze. Voi forse non lo sapete, ma il mese scorso la Gran Bretagna si è impegnata a dare all'autorità palestinese 86 milioni di sterline (circa cento milioni di euro) l'anno. Come ha rivelato il deputato tory Philip Davies, cinque milioni di questi ottantasei sono andate alle famiglie dei "martiri" e altri tre ai carcerati nelle prigioni israeliane, sulla base di una tariffa precisa: da 250 sterline al mese per prigionieri condannati a meno di tre anni fino a 2.140 per quelli con pene oltre i trent'anni. In confronto un funzionario governativo prende 515 sterline e un militare 480. (http://www.dailymail.co.uk/news/article-2023604/Families-suicide-bombers-given-5m-British-aid-cash.html) Vedo già il vostro scandalo: ma come, mi state dicendo, "martiri" e carcerati sono tutti terroristi, hanno ammazzato bambini di pochi mesi, mandato attentatori suicidi in ristoranti e autobus, pagarli è un insulto, coi soldi europei un doppio insulto! Calma ragazi, non lo sapete che un terrorista per questi è un eroe per quelli! Questi in particolare sono eroi della lotta dei popoli contro l'imperialismo, farli arricchire un po' è il minimo! Chiede informazioni al "Manifesto" o ai registi tanto colti del Rossini Opera Festival, vedrete che è molto politically correct che l'Europa "alimenti l'odio antiebraico, come spiega questa pagina (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/10499#.Tkdm4GGkKSr). Il 27 dicembre 2010, per esempio, la regione Emilia ha deciso di regalare 254 mila euro per "progetti palestinesi" fra cui il centro di Mustafa bargouti, che organizza il boicottaggio antisraeliano. Quel che segue è un piccolo elenco dei finanziamenti antisraeliani che vengono dall'Europa: "Addameer (207.000 $ dalla Svezia); Al Haq (426.000$ dall'Olanda , 88.000$ dall'Irlanda e 156.000$ dalla Norvegia); Al Mezan (105.000$ dalla Svezia); Applied Research Institute (374.000$ dall'Unione Europea e 98.000$ dalla Spagna); Coalition of Women for Peace (247.000$ dall'Unione Europea); Troicare (2.000.000$ da Bruxelles e 640.000$ dalla Gran Bretagna). Sono solo esempi. Ma fanno vedere quanto l'Eurabia si impegni ad aiutare le forze migliori del Medio Oriente.

La terza storia non è economica, ma diciamo giuridica. Come forse sapete, Gilad Shalit, soldato israeliano rapoto da terroristi cinque anni fa, è anche cittadino francese. Come tale era stato inserito, dopo molte insistenze, nella lista dei cittadini francesi rapiti che viene ricordata ogni giorno da Radio France International (RFI). Sapete chi ha protestato? Il sindacato nazionale dei giornalisti (SNJ), degno omologo di quell'ordine nazionale dei giornalisti italiani che ha patrocinato e pubblicizzato la tragicomica vicenda della Flottiglia2. Il SNJ  ha sostenuto che Shalit non poteva essere considerato un ostaggio perché era un prigioniero di guerra. E quando RFI ha replicato che Shalit non poteva essere considerato prigioniero di guerra perché non gli erano applicate le condizioni minime garantite dalla convenzione di Ginevra, sapete che cos'ha risposto? Così: "Se tutti i prigionieri di guerra che non beneficiano delle convenzioni internazionali fossero considerati ostaggi, non ci sarebbero più limiti". (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/08/french-journalists-union-acts-against.html).

Come vedete, Eurabia (o forse, dato che siamo in Francia, il buon vecchio spirito di Vichy e della consegna degli ebrei francesi ad Auschwitz) avanza un po' dappertutto e con tutti i mezzi. Nel bel mezzo di un'estate così confusa e difficile, in cui perfino l'indomita provincia di Piacenza appare a rischio, almeno questa è una buona notizia.

Ugo Volli


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