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Deborah Fait
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Perchè le proteste in Israele sono diverse dalle altre proteste ? 14/08/2011

Perchè le proteste in Israele sono diverse dalle altre proteste ?
di Deborah Fait


Deborah Fait

Ricordo che , appena arrivata in Israele dall'Italia, una delle cose che piu' mi aveva colpito fu il modo di manifestare della popolazione israeliana. Lasciavo un'Italia dove i cortei finivano in violenza, incendi e risse e mi ritrovavo in mezzo a persone ridenti che manifestavano in modo  allegramente serio, cioe' manifestavano per cose serie come  guerra o pace, come il terrorismo palestinese, come tasse universitarie, con la musica, gruppetti seduti a terra intorno a tante candele, famiglie con bambini in carrozzella o sulle spalle dei papa'. Tutti cantando il loro amore per Israele, la Pace e la Giustizia. E bandiere biancoazzurre, tante bandiere.
Un altro mondo, un mondo in guerra che sapeva dimostare il proprio scontento o le proprie paure in pace, senza la minima violenza, senza rabbia, con una pacifica tristezza che i canti trasformavano in veri e propri sperttacoli di civilta' e amore.
Sono stata in vacanza in Italia per un lungo mese, ho seguito le proteste sociali in Inghilterra, precedute da quelle greche, dai No-Tav italiani, dagli indignados spagnoli e ho visto fuoco, distruzione, feriti, morti, violenza, palazzi sfondati e incendiati, negozi distrutti. Una vera e propria guerra.
Leggevo che anche in Israele i giovani incominciavano a dimostrare per la giustizia sociale, affitti delle case, mutui, aumento dei prezzi ed ero preoccupata perche' sapevo che, al minimo episodio di violenza, il mondo, dimentico delle distruzioni europee, si sarebbe scagliato contro il solito stato sionista, capro espiatorio di ogni scontento e di ogni tentativo di nascondere le magagne del resto del mondo....le cose vanno male in Europa e negli USA? parliamo di Israele, accusiamo Israele e la gente si distrarra'....
Ma i miei israeliani non mi hanno delusa.
Gli affitti sono alti? Bene, hanno riempito le citta' di tende grandi e piccole, sono andati ad abitarvi e canti, balli per le strade, i viali, le piazze, musica, orchestrine,  famiglie con i bambini piccoli, cortei dove i partecipanti hanno da pochi mesi a 80 anni, in carrozzella i bimbi e gli anziani, senza paura perche' gli israeliani sanno dimostrare in modo civile e rispettoso degli altri, gli israeliani sono un popolo forse nevrotico a causa delle tante guerre vissute ma pieno di amore per il proprio paese e per il prossimo.
Un popolo di sabre, spinosi fuori, dolcissimi dentro.
Lo spirito della comunita', del "siamo il popolo del kibbuz", del "se non ci amiamo da soli, chi per noi?", resiste ancora in questo paese e decine di migliaia di persone sono capaci di dimostrare senza odio ma con uno spirito di solidarieta' che non esiste altrove.
I comitati organizzatori hanno persino avuto un mai visto "altruismo" arrivando a sospendere le manifestazioni nelle citta' grandi per rivolgere l'attenzione alle periferie e coinvolgere tutti, persino il Governo che ha subito istituito dei gruppi, un comitato di 22 membri denominato "sensibilita' sociale" che si occupera' di migliorare la vita di tutti, soprattutto delle classi piu' povere. Questo comitato si e' a sua volta diviso in tanti gruppi e ognuno si occupera' di un argomento specifico: tasse, competizione e costo della vita, case e costruzioni. Altri comitati faranno il conto di quanto la soluzione di ogni problema verra' a costare e da dove arriveranno i soldi e infine ci sara' un ultimo comitato che si occupera' del dialogo con il pubblico.
Israele continua ad essere la "luce tra i popoli", continuamente diffamato e forse proprio per questo piu' luminoso.
Scrive un giornalista saudita, Al Harbi:
 
“Quando eravamo piccoli, i nostri insegnanti ci hanno fatto esaurire a forza di ripeterci come Israele fosse, senza ombra di dubbio, un paese temporaneo e provvisorio. Una volta diventati grandi abbastanza per leggere, giornali e libri ci hanno riempito la testa con le ragioni secondo cui Israele non poteva continuare a esistere circondato da paesi arabi. Abbiamo aspettato per anni il momento in cui Israele sarebbe scomparso, ma oggi eccoci qua a testimoniare il momento in cui quelli che cominciano a cadere sono, uno dopo l'altro, i paesi arabi”.
 
e ancora:
 
“Il segreto della sopravvivenza d'Israele, di fronte a tutte le grandi sfide che ha affrontato, risiede nella democrazia e nel rispetto per la dignità dell'individuo (israeliano), a prescindere dal razzismo e dalla brutalità nei riguardi dei suoi nemici arabi. Il segreto del crollo dei paesi arabi, che stanno cadendo uno dopo l'altro, risiede nei regimi dittatoriali e nell'oppressione delle persone [...] È impossibile per un paese arabo vicino di Israele riuscire a liberare la Palestina, nel momento in cui nega la dignità delle persone entro i suoi stessi confini”.
 
Mi pare che questo arabo saudita abbia capito Israele molto meglio di tanti giornalisti occidentali col salame sugli occhi e l'odio nel cuore.
Chi parla di un mondo senza Israele vuole solo un mondo umanamente piu' povero, meno democratico, privo di diritti umani e giustizia sociale e preda di sciacalli sanguinari e idioti.
Israele resistera' a tutto perche' non e' solo una nazione democratica e civile ma perche' e' un IDEA.


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