lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
10.08.2011 L'Ucoii non è il giusto interlocutore per concordare l'apertura di nuove moschee
Giuliano Pisapia non ha interpellato i musulmani moderati. Perchè?

Testata: Il Foglio
Data: 10 agosto 2011
Pagina: 3
Autore: Redazione del Foglio
Titolo: «Le piccole moschee di Milano»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 10/08/2011, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Le piccole moschee di Milano ".


Giuliano Pisapia

Siamo d'accordo con Il Foglio in linea di principio. E' giusto garantire a chiunque, senza distinzioni di religione, un luogo di culto. E infatti ad essere in discussione non è la libertà religiosa. Non condividiamo la mancata valutazione dell'interlocutore fatta da Giuliano Pisapia. L'Ucoii non rappresenta l'islam moderato in Italia, ma quello estremista dell'Arabia Saudita.
Ecco l'articolo:

Da anni il Ramadan è un bel problema per Milano. Non solo per la banalità sociologica che gli islamici in città ormai sono tanti. Quanto perché ogni anno riesplode un problema che sembra nuovo, ma non lo è: dove metterli a pregare. Per anni, come un disco rotto, l’amministrazione si è trovava a rispondere che l’emergenza, stavolta, sarebbe stata risolta. Così, adesso, a risolvere il problema c’è una giunta di un altro colore politico. Che ieri, dopo un primo incontro con le comunità islamiche milanesi, ha preso l’impegno di creare “luoghi di culto nei quartieri”, accantonando così l’idea lanciata in campagna elettorale da Giuliano Pisapia di dare il via libera alla costruzione di una “grande moschea”. Idea che aveva scatenato polemiche e raccolto molte e legittime perplessità. Ovvio che anche tanti luoghi di culto in ogni quartiere possano suscitare dubbi (il problema fondamentale resta quello di controllare la legalità di quanto vi si dice, vi si insegna e vi si fa). E ciò che sta accadendo a Londra, per quanto è imputabile a un multiculturalismo che per decenni ha nascosto la faccia davanti al problema del discernimento (parola ambrosiana quant’altre mai) tra la libertà religiosa e il proselitismo violento e intollerante, non può non destare preoccupazioni. Ma se quanto sta avvenendo a Londra è “una vergogna che cadrà sui multiculturalisti bianchi”, come scrive il Daily Telegraph, quanto sta avvenendo a Milano può essere diverso. E chiarire se il paventato “curriculum multiculturalista” di Pisapia, per dirla con Roger Scruton, è reale. O se il sindaco di Milano saprà invece dimostrare, come ha fatto in altre occasioni, una capacità di realismo e moderazione non ideologica. Pisapia aveva annunciato, a sproposito, la grande moschea. Ora sta dimostrando invece un approccio di maggior buon senso: l’idea delle piccole moschee, di fatto, era stata portata avanti anche da Letizia Moratti, benedetta dalla curia e guardata con occhio non ostile dal Viminale come plausibile strada per gestire un problema esistente. Certo, che il direttore del centro islamico più importante di Milano abbia commentato “prima le parrocchie, poi il duomo”, non è un gran segnale, e sarebbe stupido non tenerlo presente, lasciando che Gratosoglio si trasformi in Tottenham. Ma se invece sarà gestita con attenzione, la soluzione di consentire il culto ai cittadini islamici senza cedere alla pretesa della costruzione di un grande simbolo di appropriazione religiosa della città, potrebbe funzionare.

Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT