Aspettando settembre Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Posto di blocco, Avigdor Lieberman Nella foto a destra, il terrorista dice al bambino : 'E ricordati bene di guardare da entrambi i lati quando attraversi la strada'
Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman non ha peli sulla lingua, il suo stile è diretto, non ha mai bisogno di essere interpretato, e questa sua franchezza gli è stata cucita addosso come se fosse un insulto. Un insulto alla pace, innanzi tutto, ai diritti umani, alla libertà di parola, alla democrazia, gli manca solo più l'accusa di stupro. Per avere poi detto che non più ammissibile che l'Autorità palestinese, ovverosia il 'moderato' Abu Mazen, stia preparando un settembre violentemente antisraeliano e nello stesso tempo interpretare la parte del palestinese 'buono', lasciando il ruolo del cattivo solo più ad Hamas, il movimento terrorista che da quando ha siglato una specie di accordo di governo con l'Anp, ha smesso di preoccupare le democrazie occidentali. Abu Mazen sta cercando di far incriminare al tribunale dell'Aja dei soldati israeliani e noi dovremmo incontrarci con lui per discutere di sicurezza. Accettare che affermi che non vi saranno violenze quando all'Onu ci sarà il voto sull'autodeterminazione dello stato palstinese quando invece è noto a tutti che le grandi manovre per organizzare manifestazioni, in Cisgiordania ma anche in Israele, contro i soldati israeliani che controllano, per esempio, i posti di blocco, sono già iniziate. "Più parlano di non violenza, più si preparano a un bagno di sangue, perchè non è pensabile che decine di migliaia di persone che si propongono di attraversare i controlli senza le nomali misure di sicurezza, questo avvenga senza spargimento di sangue. E' questo che stanno preparando i palestinesi", ha dichiarato l'altro giorno Lieberman in una conferenza stampa, anche se l'Anp rispolvera il lato pacifista e afferma il contrario. La loro intenzione di non ritornare ai colloqui di pace con Israele è notoria, ma di scarso interesse per gli analisti occidentali, che in questi giorni sono molto più attratti da quella 'primavera israeliana' che loro scambiano con quella araba. "I palestinesi sono abili a creare cortine di fumo dietro le quali nascondere le loro reali volontà" ha ancora aggiunto Lieberman". Può un politico che parla chiaro come lui non essere nel mirino di chi vorrebbe - solo da Israele, naturalmente - analisi traboccanti di correttezza politica, toni sfumati, un minisro degli esteri che dice apertamente che con un partner così è meglio, fin tanto che non cambierà posizione, tagliare i ponti ? Questa parola magica, ponte, che affascina da anni il buonismo occidentale, Lieberman propone di tagliarlo. E ne spiega anche le ragioni. Ma chi si crede di essere ?