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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Il nuovo ambasciatore Usa e il no dei palestinesi 07/08/2011

Il nuovo ambasciatore Usa e il no dei palestinesi
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


Dan Shapiro con Shimon Peres,  Nabil Sha'ath

La diplomazia di Washington è al lavoro, gli appuntamenti di settembre sono molti e il nuovo ambasciatore, Dan Shapiro, ha appena presentato le credenziali al Presidente Shimon Peres che ha già incontrato Bibi Netanyahu. Shapiro è un fedelissimo di Obama, gli è stato accanto fin dall'inizio della sua campagna elettorale nel 2007, un democratico della prim'ora. Toccherà a lui ricucire il rapporto con Israele, e di conseguenza con gli ebrei americani, in vista delle prossime elezioni fra 15 mesi per un secondo mandato presidenziale.
Ora dovrà lavorare per convincere Mahmoud Abbas a riprendere i colloqui di pace con Bibi, anche perchè la decisione di Obama di porre il veto alla autoprocalamazione dello stato palestinese, annunciata all'Onu per settembre, è un voto scontato. Ma da quest'orecchio l'Autorità palestinese non ci sente, riprendere i colloqui ora indebolirebbe il lavoro svolto a livello internazionale per ottenere il voto favorevole dagli stati musulmani e del terzo mondo. Meglio, sostiene l'Anp, una posizione rigida, scaricando su Israele la responsabilità della mancata ripresa dei colloqui. Lo dichiarano i leader più citati sui media internazionali, Abu Mazen, Yasser Abed Rabbo, segretaio generale dell'Olp, Saeb Erekat, capo negoziatore . Ma c'è un altro negoziatore, non proprio il capo, ma ugualmente noto, Nabil Sha'ath, il quale, forse proprio perchè non è il capo, si è lasciato andare con una dichiarazione che sarà bene portare alla conoscenza dei nostri lettori, perchè i giornaloni si guarderanno bene dal riprenderla. Nabil Sha'ath ha dichiarato alla ANB (Arabic News Broadcast) " La storia dei 'due stati per due popoli' significa che da qualche parte qui intorno ci sarà un popolo ebraico, e qui un popolo palestinese. Questo noi non l'accetteremo mai ".
Se questa è la vera posizione dei palestinesi, e lo è, solo che non lo scrive nessuno, e non si capisce perchè a Nabil Sha'ath sia venuta la voglia di raccontare una fandonia, anzi, questa versione è quella che è sempre circolata nella versione araba sin dai tempi di Arafat, ecco che tutto il resto assume l'aspetto che deve avere. Tirarla alla lunga, per lavorare ai fianchi Israele, lasciar intendere all'opinione pubblica internazionale che è a causa dei coloni che i colloqui sono saltati e non possono essere ripresi, e, nel frattempo, andare avanti contro gli stessi accordi di Oslo, vanificando quanto stabilito allora sull'assetto del nuovo stato palestinese e sulle garanzie di sicurezza per Israele.
Nei prossimi giorni si vedrà se le rassicurazioni del nuovo ambasciatore troveranno riscontro nelle posizioni che il Presidente americano assumerà pubblicamente.


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