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Sig. Bortolami, non mi piace ciò che scrive 04/08/2011

Signor Bortolami,

leggo su IC che lei mi cita a proposito di una lettera pubblicata con il titolo di "poesia contro gli antisemiti" definendo molto lucido il mio intervento.

Bene, allora, con la stessa lucidità, le dico che i suoi di interventi, che qualche volta mi è capitato di leggere nella rubrica di Ic dedicata ai lettori ( e alle lettrici), mi fanno la stessa paura di quelli che il già citato Vittorio Arrigoni sbandierava sul suo facebook e su you tube, ove la fotografia del suo abbraccio - mortale- con il capo di Hamas- risaltava  suoi suoi proclami di odio e su domande come questa: "Ditemi dove finisce l'ebraismo e dove comincia il sionismo", che era una spicciola e incolta maniera, nondimeno paurosa, per esprimere le sue idee antisioniste, ovvero antiebraiche signor Bortolami.

Lei parla di Hamas come di una povera organizzazione disperata che difende la sua popolazione con l'unico mezzo a sua disposizione:  il lancio continuo di missili sulle città israeliane,  la predicazione antisemita di stampo nazionalsocialista,  l'obbligo per i palestinesi di Gaza di fare da scudo umano sotto le bombe, il terrore, il sequestro, questo è il mezzo che Hamas usa non per difendere la sua popolazione ma per annientarne  in realtà il vero bisogno di vita e di libertà che in nessun modo dovrebbe mai essere antitetico all'esistenza e al diritto di Israele.

Vedo che le piace esprimersi sommariamente in tedesco, allora la prego, invece di citarmi pensando di farmi un complimento, di appurare che Gaza è una città Judenrein, se le garba.

Magari può impegnarsi anche lei in uno di quei viaggi in flottiglia organizzati da tanti di quei personaggi intelligentissimi e perbene, fra i quali lei individua anche numerosi ebrei, che non hanno aperto bocca sui massacri in Siria, o sul genocidio di intere popolazioni africane che in questi giorni implorano il nostro aiuto persino per bocca di quei carnefici e schiavisti arabofoni di solito interessati a un dominio mai contrastato da una di queste onorevoli autorità del pensiero da lei chiamate in causa nella questione palestinese, che naturalmente sono  così occupati a raccontare, ogni giorno della loro esistenza, quanto sia razzista e mostruoso lo stato d'Israele da non trovare più parole per le vere vittime del razzismo e della mostruosità dei regimi nel mondo.

Bene, signor Bortolami, si abbia tanti saluti, e forse un po' di fortuna nella vita e di studio, di studio, per esempio, dato che la lingua alemanna, ripeto, pare piacerle proprio, di quelle che furono le cause della guerra nazista, con la sua mistica del popolo autoctno germanico defenestrato dagli ebrei, con le sue rivendicazioni di territori perduti a causa della propria volontà e azione di guerra, con il suo terrorismo nei territori della Ruhr, e con quel linguaggio, signor Bortolami, che oggi Hamas e non solo da quelle parti coltiva sulle proprie labbra e nelle proprie istanze di morte.

La pace, la vita, anche quella degli arabi palestinesi, sono un'altra cosa, e anche le sue idee, signor Bortolami, mi fanno paura in questo mondo in cui "il vero delitto non è non capire, ma rifiutarsi di capire", qualcuno scrisse un giorno.

Lea Rosenholtz


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