Norvegia: un sostenitore indiretto del terrorismo
di Manfred Gerstenfeld
Ynet, 2 Agosto 2001
(traduzione di Angelo Pezzana)
Manfred Gerstenfeld, Arafat, premio Nobel, Utoya, il giorno prima della strage
Dopo l'orribile strage di Oslo e Utoya, è aumentata l'attenzione dei media verso le molte facce dell'istigazione contro Israele del governo e dell'élite norvegese. Anche se l'ambasciatore norvegese in Israele Svein Sevje non se ne è ancora accorto. Dopo l'eccidio, ne ha dedotto che il terrorismo palestinese contro gli israeliani è più giustificato di quello contro i norvegesi. (1)
Alan Dershowitz ha commentato: " non ricordo molti altri esempi di un così grande non senso in così poche parole " (2). Alcuni giorni fa, Sevje ha detto ad Haartez: " La storia della Norvegia è stata sempre di forte appoggio a Israele" (3). Per descrivere quanto sia sbagliata la sua ultima dichiarazione, si possono citare molti esempi di come la Norvegia sia conciliante con il terrorismo anti-Israele. L'elenco che segue ne è solo una parte. (4) Funziona in tre modi. Il primo è l'uso del "doppio standard" e minimizzare il terrorismo criticando invece Israele, citando appena oppure ignorando del tutto gli attentati criminali dei palestinesi contro i civili israeliani e lo statuto genocida di Hamas. Il secondo consiste nel fare dichiarazioni che indirettamente incoraggiano il terrorismo. Il terzo modo, nel finanziare organizzazioni che hanno le stesse finalità.
Primo modo: nel 2002, alcuni membri del Comitato Premi Nobel che nel 1994 assegnarono il Premio Nobel per la Pace a Yitzack Rabin, Shimon Peres e Yasser Arafat - cioè il vescovo Gunnar Stalsett, Sissel Ronbeck r l'ex Primo Ministro norvegese Odvar Nordli - espressero il loro disaccordo su Peres. Un quarto membro, Hanna Kvamno, disse che avrebbe preferito che venisse trovata la maniera perchè Peres lo restituisse. Disse anche che Peres stava per essere giudicato colpevole di crimini di guerra. (5).
Kvamno fu imprigionata dopo la seconda guerra mondiale come collaborazionista dei nazisti. Malgrado ciò, il Partito socialista di sinistra propose il suo nome al Comitato Premi Nobel, i cui componenti sono di nomina politica. L'allora vescovo di Oslo Stalsett giudicò assurdo il coinvolgimento del Premio Nobel Peres in abusi di diritti umani, ma nulla disse su Yasser Arafat, che continuò ad uccidere civili israeliani anche dopo aver ricevuto il Nobel per la Pace.(6)
Nel 2004, il Jerusalem Post pubblicò un articolo che notava come il Comitato dei Nobel fosse ancora dalla parte di Arafat (7). A quell'epoca Israele aveva reso pubblica la lista degli attentati terroristici che Arafat aveva finanziato, facendo vedere persino la sua firma sotto l'importo versato ai terroristi. (8)
Il mese scorso, il giorno prima degli attentati a Oslo e a Utoya, il Ministro degli Esteri norvegese Jonas Gahr Stoere, tenne al campeggio dei giovani del Partito Laburista un discorso che istigava all'odio contro Israele, chiedendo che venisse abbattuta la barriera di sicurezza israeliana. Stoere sapeva bene che era stata costruita quale prevenzione contro gli attentati terroristici dei palestinesi. Promuoveva però, in questo modo, indirettamente il terrorismo anti-israeliano, il giorno prima che molti tra i suoi ascoltatori diventassero vittime esse stesse del terrorismo.
Nel passato, pur sapendo delle minacce del terrorismo contro Israele, la Chiesa Luterana aveva chiesto che la barriera di sicurezza venisse smantellata. (9) Anche questa Chiesa di Stato può così essere considerata un sostenitore indiretto del terrorismo palestinese. La Chiesa norvegese AID-NCA è finanziata in gran parte dal Ministero degli Esteri norvegese. Il che autorizza a chiederci se si tratta ancora di atteggiamento superficiale o di sostegno indiretto al terrorismo. Quando Hamas prese il potere a Gaza nel 2006, la NCA criticò il governo norvegese per "avere ritirato il sostegno economico" al governo di Hamas (10).
L'Ong NPA ( Aiuto del Popolo Norvegese), una delle più grandi e riconosciute fra quelle che si occupano di diritti umanitari, finanziata dal Ministero degli Affari Esteri, fece lo stesso. Il suo sito internet promuove in Norvegia la campagna " fermate il muro" (11)
Mads Gilbert e Erik Fosse, due medici di estrema sinistra, andarono a Gaza durante la guerra del 2008-2009, sostenendo che volevano fornire assistenza medica ai palestinesi. Ma dopo gli attacchi dll'11 settembre, Gilbert dichiarò di essere a favore dell'attacco agli Stati Uniti (12). Lui e Fosse, intervistati da molti media, Tv e giornali, norvegesi e internazionali, accusarono Israele. Secondo il più diffuso giornale norvegese Verden Gang, il loro viaggio a Gaza fu pagato dal Ministero degli esteri norvegese (13). Gilbert e Fosse non dissero che l'ospedale Al-Shifa a Gaza, dove lavoravano, era usato da Hamas per scopi militari.(14) Si venne a sapere solo dopo che il Primo Ministro Ismail Haniyeh e altri funzionari di Hamas avevano usato una intera ala dell'ospedale durante la guerra.(15)
Gilbert e Fosse scrissero poi un best-seller sulla loro permanenza a Gaza. Ma anche nel libro non scrissero nulla della presenza dei militari nell'ospedale.
Che Israele fosse entrata a Gaza per uccidere donne e bambini, è la versione contemporanea della classica "diffamazione del sangue". Questo libro, con il suo messaggio antisemita, riportava sul retro della copertina commenti di Stoere e di Kare Willoch, già Primo Ministro conservatore.
Per finire, il vice-Ministro dell'Ambiente Ingrid Fiskaa che si compiace di fronte al terrorismo contro Israele. Un anno prima di entrare nel governo, Fiskaa dichiarò a un giornale che lei qualche volta sogna che le Nazioni Unite lancino missili su Israele (16).
Sono dichiarazioni, queste, da leggere con attenzione per il futuro, per identificare quei norvegesi che nulla hanno imparato dall'orribile strage di così tanti loro concittadini da parte di "uno di loro".
NOTE
[1] Eli Berdenstein, Interview with Ambassador Svein Sevje, Maariv, 26 july 2011. [Hebrew]
[2] Alan M. Dershowitz, “Terrorism against Israel More Justified Than Terrorism against Norway?” FrontPage, 29 July 2011.
[3] David Sheen, “Norway’s ambassador: Palestinian appeal to UN legitimate in lieu of treaty with Israel,” HaAretz, 28 July 2011.
[4] For more examples see: “Norwegian Ngo Funding: Peace And Coexistence, Or Boycotts And Apartheid Rhetoric?” NGO Monitor 9 March 2010.
[5] “Nobelkomiteen angrer på fredspris til Peres,” Aftenposten, 5 April 2002. [Norwegian].
[6] “Nobel’s Regrets on Peres Award,” BBC News, 5 April 2002.
[7] David Horovitz and Gil Hoffman, “Ten Years Later, Nobel Judges Stand by Arafat,” Jerusalem Post, 10 December 2004.
[8] Manfred Gerstenfeld, interview with Dore Gold, “Europe’s Consistent Anti-Israeli Bias at the United Nations,” Israel and Europe: An Expanding Abyss?
[9] “Protest against the Wall of Separation,” Church of Norway, 24 February 2004.
[10] Gerald Steinberg and Yael Beck: “Norsk pengestøtte til palestiner-arabere: For fred og sameksistens eller for boikott og apartheidretorikk?”in Manfred Gerstenfeld’s Antisemittismen I Norge, (Bergen: Norge Idag, 2010), 195-206. [Norwegian]
[11] Ibid
[12] Kristian Sarastuen, “Forsvarer angrepet på USA,” Dagbladet, 30 September 2001 [Norwegian].
[13] Ricki Hollander, “Norwegian Doctors in Gaza: Objective Observers or Partisan Propagandists?” CAMERA, 6 January 2009.
[14] Dr. Mads Gilbert’s Media Campaign,” NGO Monitor, 6 January 2009.
[15] Yaakov Katz, “Haniyeh hid in hospital during Gaza op,” Jerusalem Post, 22 April 2009.
[16] Olav Ǿstrem, “Hauken og duen,”Klassekampen, 19 April 2008 [Norwegian]
Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.
Ha pubblicato 20 libri, fra i quali due riguardano l’anti-israelismo e l’anti-semitismo norvegese.