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Il fioretto meglio del cannone 01/08/2011

Le righe pubblicate oggi nella rubrica lettere a IC, intitolate "Una poesia contro gli antisemiti" sono esse stesse una congerie di insulti tipicamente antisemiti - "gretto, meschino, convinto del tuo sapere onnipotente, prova vivente della malvagità umana"- che ogni ebreo ed ebrea sanno essere stati forgiati dalla tradizione antigiudaica "più nobile", la quale appunto "malediceva per sempre l'ebreo" augurandogli di "soffrire per l'eternità".
L'antisemita Vittorio Arrigoni, ucciso dai suoi stessi amici, che infatti chiamano scarafaggi, insetti, gli ebrei, era solito definire ratti i sionisti, ovvero gli ebrei.
Una delle più veementi accuse che il presidente iraniano rivolge ai sionisti, ovvero agli ebrei, è quella di essere pidocchi, mentre i  suoi sodali Hezbollah preferiscono ricorrere all'identificazione del nemico sionista con i topi, quegli animali un pochino più piccoli e meno schifosi dei ratti che disgustavano Arrigoni o dei vermiciattoli verdastri cui il vostro poeta ritiene di omologare gli antisemiti nello schifo che egli dice di provare verso costoro (forse anche verso sé stesso?).
Definizioni come "puzzante", o "vermiciattolo verdastro", non fanno che riecheggiare la definizione di "fetore giudaico" tipica dell'antisemitismo che l'autore della porcheria che avete pubblicato- con tanto di gentile risposta-  tenta di stornare dal suo inconscio proiettandolo su altri antisemiti, ai quali in realtà si apparenta nel linguaggio, nella foga e nella consuetudine di disturbare vermi, scarafaggi  e pidocchi - per evacuare l'enorme dose di disprezzo che preme alle proprie viscere.
Lo scarafaggio è il protagonista del racconto per antonomasia dell'ebreo Kafka. Il vostro autore questo ovviamente non lo sa, troppo impegnato a tacitare, al grido di ignoranti, il suo stesso antisemitismo, scaraventandolo su altri eredi, come lui, della  tradizione dell'accusa di deicidio oggi tradotta in accusa di genocidio del popolo palestinese. O, qualche volta, mutatis mutandi, in uno sperticato elogio degli ebrei espresso con metafore animalesche che  solo per transfert vengono riferite ad altri e che testimoniano invece del  reale retaggio  di chi le usa.
Vedo che, mentre siete prontamente  adusi a riconoscere tout court  l'odio del sé ebraico in taluni, non pochi purtroppo, personaggi al cui deleterio pensiero plaude il consesso mondiale antisionista, ovvero antisemita, siete altrettanto pronti a ricevere complimenti da chicchessia, senza un minimo non solo di decenza, ma di intelligenza- e non certo estetica- nel valutare, anche in questo caso, una "poesia contro gli antisemiti" per quello che è: il piccolo delirio di un antisemita neanche troppo inconsapevole, che ha fretta di sgombrare un peso dal suo stomaco, scaricandolo su altri che infatti usano le sue stesse povere espressioni per spogliare gli ebrei della veste di esseri umani.
Anche qui in Israele vien fatto di ricordare quell'italico detto "Dagli amici mi guardi D.o che dai nemici mi guardo io".
Ma dunque si può arrivare anche a questi livelli, nel bisogno di annoverare amici che guarda caso ci indirizzano lettere piene di quelle ignominie  e di quelle maledizioni che i nostri avi si sentivano rivolgere, secolo dopo secolo, dor ba dor,  nei ghetti polacchi o nelle città anseatiche, o nelle lande castigliane, o negli insani anfratti del Portico d'Ottavia e via discorrendo? O solo il fatto che costoro li deviano verso altri antisemiti dei nostri giorni li rende meritevoli di sottoscrivere la causa d'Israele?
Quando in ebraico si dice Alenu leschabeach, "spetta a noi la lode", non ci si riferisce a questi personaggi e a questi cumuli di stereotipi antisemiti pur virati a destra e a manca secondo la tecnica della proiezione,  e pubblicati con tanto di soddisfazione e ringraziamento da chi dovrebbe respingerli e un momento dopo passa a fare la rassegna stampa degli stessi nel linguaggio antisionista.
Lea Rosenholtz
Un' ebrea, ovvero un essere "puzzante", uno scarafaggio, un vermiciattolo verdastro, un uovo di pidocchio. Secondo il pensiero del vostro poeta che in nulla differisce da quello di chi chiama ratti i sionisti, ovvero gli ebrei.
 

Scusi, ma non le sembra di esagerare ? Usa il cannone per colpire un moscerino ! Si può essere d'accordo meno con il linguaggio usato - e l'abbiamo anche scritto - ma scrivere questo popò di mail per dire che non le va il tono e le parole, via, a noi sembra veramente troppo.
E poi perchè ci scrive " il vostro poeta " ? E' un lettore come un altro, ci ha scritto e noi l'abbiamo pubblicato. Dovremmo forse pubblicare solo le opinioni che condividiamo ?
Un saluto cordale, con l'invito di usare il ... fioretto
IC redazione


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