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Conversione e pregiudizio 01/08/2011

Buonasera. Vorrei chiedere al sig. Volli di spiegarmi esattamente cosa significa questa frase, estrapolata dalla sua recensione del libro di Roberto Finzi "Il pregiudizio": "Viene certamente da qui, dall'assunzione soggettiva del "pregiudizio", l'"odio di sè di molti (non solo di Weininger e Kraus e Simone Weil, ma anche di coloro che nascosero le proprie origini ebraiche come Moravia o coloro che si convertirono non per consapevole interesse ma per convinzione, come pensò di fare perfino....." . Non capisco perchè una conversione "per convinzione" derivi dall'odio di sè e mi piacerebbe capirlo. Grazie fin da ora e buon lavoro!

M. Daniela Azzolini

Una conversione può essere spiegata perché si vede la verità della nuova religione. In assoluto, non ho obiezioni a questa scelta. O perché si disprezza quella vecchia, la si considera superata, "tribale", "irrigidita", magari perfino "barbarica". Sono le critiche di Simone Weil, che non si convertì per ragioni puramente contingenti, e di parecchi altri in quegli anni. Non conoscevano davvero l'ebraismo, non leggevano i suoi testi, volevano semplicemente condividere le opinioni del loro ambiente. Parecchie conversioni, anche non dettate dall'interesse immediato, mi sembrano derivare da questo meccanismo, che ha evidentemente radici nell'assunzione del "pregiudizio" da parte di quelli che lo subivano.

Ugo Volli


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