Non è vero che lo stato Ebraico non è legato al territorio, ma solo ed esclusivamente ai Padri dell’Antico Testamento. Non la si può chiamare semplicemente memoria collettiva, se gli Ebrei non hanno mai smesso di abitare, e nascere, in quella terra, con la quale hanno da sempre un sacro legame, prima arida, poi verdeggiante, nonostante la Diaspora nel mondo. Quella terra fisicamente esisteva sì ai tempi del padre Abramo, della matriarca Rachele, di Beniamino, però esiste ancora, non è mai sparita, non è un’isola che non c’è, una sorta di Atlantide sprofondata nel mare o una Babilonia, che vive nel ricordo nostalgico collettivo. Gli ebrei hanno sempre camminato per le strade di Gerusalemme, per le terre desertiche mediorientali, lungo il Giordano. Gli ebrei della Diaspora non hanno mai dimenticato le loro radici, e hanno sempre pregato verso Gerusalemme. Che è ancora lì. L’attitudine naturale ad amare il luogo di nascita o il luogo in cui hanno abitato i padri fino ai giorni orsono, la preferenza per la lingua madre, per gli usi e i costumi della patria, così come la tendenza a essere orgogliosi del proprio stile di vita. Come può questo tipo di amore per la terra e le origini essere diverso per un francese, per un italiano, per un israeliano, per un polacco? Per Giuseppe Mazzini, ad esempio, il concetto di "nazione" non assume connotazioni imperialiste, ma si lega ad altri assiomi (quali "il dovere", "l'ideale", "l'associazione"), per sottolineare la priorità delle esigenze della nazione stessa, intesa come doverosa solidarietà tra i singoli rispetto alle esigenze individuali. Ancora prima di Mazzini, nel Settecento, Johann Gottfried Herder sosteneva che i popoli sono individualità che si sviluppano organicamente, e quindi creature di Dio che si differenziano dalle altre individualità attraverso un proprio destino e un proprio compito. Le diverse individualità storiche sono sempre state considerate tutte ugualmente sacre e rispettabili, perché la storia dell'umanità era, per Herder, il corso di Dio attraverso le nazioni. Queste erano ancora considerate come entità civili e culturali accomunate da determinati diritti e caratteristiche equivalenti. Tale forma di nazionalismo giovò notevolmente allo sforzo di liberazione nazionale in Italia e in Germania. Dovrebbe essere diverso per il popolo ebraico? Quanta confusione fanno le differenze che qualcuno elabora nella propria mente. Irina