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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.07.2011 Quando suonare Wagner fa ancora scandalo
La cronaca di Giuseppina Manin

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 luglio 2011
Pagina: 34
Autore: Giuseppina Manin
Titolo: «L'orchestra d'Israele suona Wagner a Bayreuth: si apre il caso»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 26/07/2011, a pag.34, l'articolo di Giuseppina Manin dal titolo "L'orchestra d'Israele suona Wagner a Bayreuth: si apre il caso".
L'argomento è noto, non tanto la musica di Wagner ad essere in questione, quanto l'uso polemico che ne stato fatto in Israele - da Barenboim in particolare - visto che quella musica veniva trasmessa nel campi di sterminio. Riascoltarla, da parte dei sopravvissuti, in una sala per concerti, rende  comprensibili le loro proteste.
Più che alle giustificazioni di Paternostro, per altro musicalmente valide, crediamo più serie le valutazioni del discendente di Wagner, e lasciare che ognuno, se crede, ascolti Wagner privatamente.

MILANO — Il festival di Bayreuth compie 100 anni e li festeggia con un colpo di teatro destinato a entrare nella storia e a suscitare polemiche e dibattiti. L’inaugurazione dell’altra sera con Tannhäuser rischia di venir oscurata dall’evento di stasera. Quando, in contemporanea con Die Meistersinger von Nürnberg di scena nel tempio della Festspeilhaus, in un’altra sala della città bavarese, la Stadhall, l’Israel Chamber Orchestra suonerà Wagner. Un triplo salto mortale, culturale, storico e politico. Perché quello tra Wagner e il popolo ebreo è da sempre un rapporto difficile, segnato da una ferita profonda, forse insanabile come quella di Amfortas nel Parsifal. Il compositore tedesco, come noto, era antisemita e le sue opere sono state, secondo illustri studiosi, il terreno culturale dell’ideologia nazista oltre che la lugubre colonna sonora in tanti lager. E Hitler, cultore di Wagner, era di casa a Bayreuth con i suoi gerarchi, ospite fisso della famiglia Wagner dove era affettuosamente chiamato «lo zio Wolf» . Iscritti nelle pagine più nere del Novecento, Wagner e il suo regno sono diventati così un tabu per Israele, dove quella musica fu messa al bando per decenni. Sempre inascoltabile per chi ancora patisce lo strazio della memoria. Grande fu quindi lo scandalo quando nel 2001 Daniel Barenboim propose alla fine di un concerto in Israele il preludio di Tristan und Isolde. A quelle note alcuni abbandonarono la sala, ma chi rimase tributò una standing ovation. A tentare stasera un’altra tappa verso la denazificazione di Wagner ci proverà l’Israel Chamber. Che a Bayreuth porta due musicisti ebrei come Mahler e Mendelssohn, ma chiuderà con Wagner, l’Idillio del Siegfried. «Credo sia arrivato il tempo di riconoscere la sua grandezza artistica senza per questo ignorare le sue responsabilità storiche » , sostiene Roberto Paternostro direttore della Israel Chamber, padre italiano, madre austriaca ed ebrea. «Non è facile per noi — aggiunge —. Da un anno ne discutiamo in orchestra, l’abbiamo deciso all’unanimità. Wagner è morto prima dell’ascesa di Hitler. Non ha scritto per il nazismo, è stato usato» . «Wagner è stato il modello culturale di Hitler, le sue teorie non sono estranee a quello che è successo a Auschwitz . Non si può dire è bella musica senza pensare a tutto il resto — sostiene invece Gottfried Wagner, pronipote del compositore, autore di un libro controverso, Il crepuscolo dei Wagner —. Da 20 anni insegno in Israele, faccio parte di gruppi di dibattito post Olocausto. Non è ancora il momento di sdoganare Wagner. Bisogna fare i conti con la storia, non falsificare la verità. Negli inaccessibili archivi di Bayreuth ci sono oltre 200 lettere di Hitler. Winifred, mia nonna, fu fino all’ultimo la sua più grande fans, lui voleva sposarla. Invitare la Israel a Bayreuth è solo un’operazione di facciata per tentare di cancellare quel passato» .

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lettere@corriere.it

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