Diario di guerra Ingeborg Bachmann
Traduzione di E. Dell’Anna Ciancia
Adelphi Euro 11
La guerra ancora non è finita, le bombe hanno colpito Klagenfurt e le strade sono deserte. Ma fuori c'è il sole e una ragazzina se ne sta in giardino a leggere Rilke e Baudelaire. E' decisa a continuare a leggere anche se arrivano le bombe, non vuole rinchiudersi nel rifugio dove le manca l'aria, scrive nel suo diario fatto di poche pagine scritte fitte fitte perché in guerra c'è penuria di tutto, anche di carta. Per la giovanissima Inge, la futura grande scrittrice e poetessa austriaca, quei giorni del marzo 1945 sembrano davvero segnare la fine del mondo: la scuola non è più scuola, la città è distrutta e lei pensa, a diciotto anni, a fare testamento. Con gli adulti non si può più parlare, scrive nel diario, condannando così senza appello familiari e educatori che le hanno insegnato ad amare il Fuhrer. Poi viene la pace, viene l'estate più bella della sua vita; Jack Hamesh, un giovane soldato dell'esercito britannico, che in realtà è un ebreo di Vienna emigrato in Inghilterra, la va a trovare ogni giorno, le parla di Thomas Mann e di Stefan Zweig, le bacia la mano. E lei quella mano non se la vuole più lavare. La vita torna a sorriderle.
Paola Sorge
R2 Cult – La Repubblica