A Gerusalemme, il prossimo agosto, Glenn Beck prepara una grande manifestazione di solidarietà. Lo racconta oggi, 20/07/2011, Giulio Meotti sul FOGLIO, a pag.2, con il titolo "Il mega show di Glenn Beck in Israele contro i "vagoni piombati dell'Iran". IC ci sarà, e lo racconterà ai nostri lettori.
Roma. Glenn Beck, la star televisiva conservatrice che più di ogni altro rappresenta e dà voce al revival repubblicano legato ai Tea Party, il prossimo 24 agosto replicherà la manifestazione oratoria di massa tenuta lo scorso anno a Washington. Non più al memoriale di Abraham Lincoln, dove Martin Luther King pronunciò il suo celebre “I have a dream”, monumento della rivendicazione sociale dell’America nera. La location scelta da Beck quest’anno è Gerusalemme, “dove c’era Ponzio Pilato” ha detto il giornalista. In particolare i quartieri attorno al Monte del tempio, sacro agli ebrei e ai musulmani. Si intitolerà “Restoring courage”, restaurare il coraggio (un anno fa era “restoring honor”, l’onore). Dalla scorsa primavera Glenn Beck si occupa quasi esclusivamente di Israele. Un fatto insolito, non soltanto perché l’anchorman è un cristiano mormone nato in una famiglia cattolica. Nella professione giornalistica raramente si era visto un simile movimentismo a favore dello stato ebraico. A marzo il famoso giornalista dedicò un’intera puntata del suo show su Fox News al massacro della famiglia israeliana a Itamar per mano di terroristi palestinesi. Poi su Israele ha duramente attaccato le politiche di Barack Obama e denigrato George Soros, filantropo liberal. Beck, che a Gerusalemme ha appena incontrato il premier israeliano Bibi Netanyahu, è molto legato al pastore John Hagee, il religioso più famoso d’America fra i “sionisti cristiani”, le comunità evangeliche che leggono la nascita d’Israele alla luce della Bibbia. A Gerusalemme Beck ha soggiornato a Ma’ale Zeitim, un quartiere ebraico nella parte araba della città santa finanziato dal filantropo religioso Irving Moskowitz. Il rally pro Israele di Beck, giornalista simbolo del conservatorismo populista, vedrà la partecipazione di molte stelle della politica americana: la candidata alle primarie repubblicane del 2012, Michele Bachmann; l’ex vicepresidente democratico Joe Lieberman; l’ex candidata alla vicepresidenza Sarah Palin; l’ex candidato alle primarie Mike Huckabee; l’ex speaker del Congresso Newt Gingrich e altri tre candidati repubblicani alla presidenza, Rick Santorum, Herman Cain e Mitt Romney, l’ex governatore del Massachusetts, appoggiato dall’establishment e dato per favorito alle primarie del partito. Dovrebbe esserci anche il senatore democratico Charles Schumer, perché Beck ci ha tenuto a ricordare che sarà un rally “bipartisan”. Giochi pirotecnici e star della musica accompagneranno il mega show, che da copione doveva svolgersi sotto il muro del Pianto a Gerusalemme. Ieri però è arrivata la notizia che per “ragioni di sicurezza”, per le minacce di morte a Beck e per i rischi di attentati, la manifestazione oratoria sarà spostata di poche centinaia di metri, sul monte degli Olivi, il quartiere al centro di una lunga battaglia fra Israele e la comunità internazionale che vorrebbe consegnarlo al futuro stato palestinese. Beck, riferendo delle minacce ricevute, ha evocato la fine di Yitzhak Rabin, ucciso da un estremista ebreo. Pochi giorni fa, parlando alla Knesset come una star, Glenn Beck ha detto che la “vaporizzazione di Israele” è oggi una minaccia concreta. A chi gli ha chiesto di essere più esplicito, Glenn Beck, senza troppi infingimenti, ha risposto: “Gli iraniani stanno costruendo nuovi vagoni piombati per gli ebrei".
Per inviare al Foglio la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.