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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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L’Islanda contro Israele 19/07/2011

L’Islanda contro Israele
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana)

 
Manfred Gerstenfeld

Con la sua visita alla Autorità palestinese, Gaza, Giordania ed Egitto la scorsa settimana, Ossur Skarphedinsson, il socialdemocratico Ministro degli Esteri islandese ha versato il suo obolo nel dibattito mediorientale. Skarphendisson ha accresciuto le relazioni del tra il suo paese e i palestinesi, promettendo l’appoggio dell’Islanda nella battaglia per l’autodeterminazione alla prossima Assemblea generale dell’Onu. Durante il viaggio, ha accuratamente evitato ogni contatto con Israele. Ai primi di luglio, la parlamentare islandese Birgitta Jonsdottir è stata l’unico membro di un parlamento a livello internazionale ad avere incontrato i partecipanti della seconda, e fallita, Gaza Flotilla.

 L’Islanda, un paese con una popolazione di circa 320.000 abitanti, un po’ più di quella di Haifa, ha goduto recentemente una pubblicità mondiale quando le sue tre maggiori banche sono fallite nel 2008, facendo perdere ai creditori esteri decine di miliardi di dollari. Un fallimento la cui responsabilità è ricaduta sull’Autorità Finanziaria del paese. Lo scorso anno, senza volerlo, l’Islanda è stata di nuovo al centro dell’attenzione mondiale, quando il vulcano Eyjafjallajokull ha emesso nubi di tale intensità da creare gravi danni al traffico aereo europeo.

 A parte ciò, in Israele si sa poco o nulla di quel paese. Le relazioni tra i due paesi, con il governo di sinistra in Islanda, sono pessime. Molti esempi lo confermano. Nell’ultima Assemblea generale dell’Onu, il Ministro degli Esteri islandese intervenne contro Israele. Si rifiutò di rispondere al Ministro degli Esteri Avigdor Liebermann quando questi gli scrisse in merito al suo intervento. Non accusò neppure ricevuta della lettera di Liebermann, che è considerato il gesto minimo in diplomazia. Skarphedinsson ordinò anche ai diplomatici islandesi di rimanere in aula mentre parlava il Presidente iraniano Ahmadinejad sulla conferenza di Durban a Ginevra nel 2009. Questo mentre la maggioranza dei diplomatici degli altri paesi europei se ne erano andati via. Una arroganza considerevole, questa dimostrata dal governo islandese verso Israele.

Skarphedinsson rappresenta un paese che ha causato enormi danni finanziari nel mondo. Adesso crede di dover dimostrare a Israele, uno stato sovrano, come deve condurre i propri affari. Nel suo recente viaggio, ha richiesto che Israele cancelli senza condizioni il blocco navale di Gaza. Skarphedinsson ha poi anche condannato l’azione difensiva di Israele durante la prima Flotilla. Oltre a ciò, il Parlamento islandese ha votato una condanna a Israele, e alcuni parlamentari hanno suggerito che vengano prese sanzioni, arrivando sino alla rottura delle relazioni con Israele. Quando, inviata dal governo Olmert, il Ministro Yuli Tamir venne in Europa durante la guerra di Gaza, l’Islanda si rifiutò di riceverla.

L’Islanda non deve provare orgoglio se guarda al suo comportamento storico con gli ebrei. Ne vivono pochi in quel paese, ma anche nel passato si erano stabilite comunità ebraiche soltanto quando vi erano in Islanda truppe inglesi o americane con un numero relativamente numeroso di soldati ebrei fra loro. L’unico storico ad aver studiato la storia dell’anti-semitismo islandese, e quindi il comportamento verso gli ebrei, è stato Vilhjàlmur Orn Vilhjàlmsson, che vive in Danimarca. In un saggio, pubblicato nel mio libro “ Dietro la maschera umanitaria: i paesi nordici, Israele e gli ebrei”, notava come il primo “ebreo” che arrivò in Islanda nel 1625 fosse un cristiano convertito di Copenhagen. Nel medesimo secolo, un pastore anglicano Hallgrimur Pétursson, compose una serie di inni, nei quali gli ebrei venivano nominati 50 volte, per la loro “ perfidia, falsità, malvagità e altre calunnie”

Negli anni ’30, furono pochi gli ebrei inglesi a trovare rifugio in Islanda, la maggior parte non vi riuscì. Solo ad alcune rifugiate fu concesso di restare, ma solo perché erano sposate con degli islandesi. Alla fine degli anni ’80, Efraim Zuroff, direttore della filiale israeliana del Centro Wiesenthal, cercò di far incriminare Evald Mikson, un criminale di guerra, responsabile della uccisione di ebrei nella nativa Estonia. Trovò rifugio in Islanda, dove il figlio giocava nella locale squadra di calcio. La richiesta più che giustificata di Zuroff contro un assassino, spinse molti organi di informazione islandesi a pubblicare attacchi contro Israele. Bisognò attendere il 1993 prima che il governo islandese nominasse una commissione per indagare sui crimini di guerra di Mikson. Che però morì dopo poco tempo. Fu dopo la sua morte che gli investigatori scoprirono che era stato veramente l’autore di quelle atrocità.

Quando ci fu il dibattito in Parlamento, alcuni parlamentari si sentirono in dovere di fare commenti sulla politica mediorientale di Israele. Uno di questi fu Olafur Grimsson, leader del partito di sinistra “Alleanza del Popolo”, che definì come “assassinio” l’uccisione del leader Hezbollah Abbas Musawi, e gli attacchi israeliani contro le città libanesi del sud. Grimsson è stato Presidente dell’Islanda sin dal 1996 e nel 2003, curiosamente,poi, sposò una israeliana.

 Un altro atto ignobile dell’Islanda avvenne quando diede la cittadinanza a Bobby Fischer, un fanatico antisemita di origine ebraica, già campione mondiale di scacchi, che in quel tempo era in prigione in Giappone. Chi si reca in Islanda spesso racconta di esperienze antisemite, anche se non ci sono statistiche di quanti islandesi sono anti-semiti o anti-israeliani. Gli islandesi hanno comunque fama di essere xenofobi.

Vi sono però anche amici di Israele nel paese, soprattutto fra i gruppi di opposizione cristiana. Quando le Nazioni Unite nel novembre 1949 votarono la risoluzione che avrebbe portato alla creazione di Israele, l’allora ambasciatore islandese Thor Thors, ebbe un ruolo fortemente positivo.

Uno si chiede cosa può aver motivato il Ministro degli Esteri d’Islanda, con una popolazione numericamente così piccola e con una fama internazionalmente così ridotta, a venire in Medio Oriente e comportarsi come ha fatto. E’ solo per una forma di egocentrismo, per il quale Skarphedinsson è ben conosciuto in Islanda ? Sarà perché rappresenta un governo di sinistra ? O forse perché l’Islanda ha fallito nel diventare membro non-permanente del Consiglio di Sicurezza nelle elezioni del 2008, non avendo avuto il voto di molti paese musulmani ?

L’Islanda vuole diventare membro dell’Unione Europea. Sotto l’attuale governo questo significa l’ingresso di un paese che si schiererà a fianco delle forze più accanitamente anti-israeliane.

 Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affaire. Collabora con Informazione Corretta


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