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Ugo Volli
Cartoline
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Pace, onore della resistenza e sublime educazione 17/07/2011

Pace, onore della resistenza e sublime educazione
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli



Ma di chi è la colpa se non si fa questa benedetta pace? Be', cari amici, tranquillizzatevi, le colpe sono tutte di israele e delgli ebrei. A prescidere, come diceva Totò. Questo lo sappiamo bene.
Però, diciamo, ci sono delle altre.... no, non colpe, che sono tutte ecc., diciamo responsabilità, volontà, scelte, orientamenti. Ecco sì, ci sono altri orientamenti che rendono difficile la pace. Sentite qua.

Nei giorni scorsi il Palestinian Center for Public Opinion ha fatto un sondaggio sulle opinioni dei palestinesi e ne sono usciti dei dati molto interessanti (http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=229493) . Hanno chiesto per esempio chi era d'accordo con il concetto di "due popoli per due stati, la Palestina per il popolo palestinese e Israele per il popolo ebraico", attribuendo inoltre l'idea a Obama (non so se la pensi proprio così, ma non è questo il problema). Sapete la risposta? 34 per cento di favorevoli e il 61 % di contrari. Il sessantasei per cento ha detto che sì, si può partire con la tattica dei due stati, ma lo scopo finale dev'essere uno stato unico, naturalmente palestinese. La nobile logica di quel che è mio è mio; quel che è tuo anche – nel senso che è mio anche quello. Su Gerusalemme il 92% ha detto che dev'essere solo la capitale della Palestina, l'1% di pacifisti a oltranza l'ha assegnato agli ebrei, il 3% accetta di condividerlo e il 4% di farne una città neutrale amministrata internazionalmente. Non meraviglia che il 72% ha negato che il popolo ebraico avesse un legame millenario con la città. Altri dati: il 62% è favorevole al rapimento di soldati israeliani secondo il modello Shalit. L'80% concorda con un paragrafo dello statuto di Hamas che chiede un esercito internazionale islamico per la "liberazione" di Gerusalemme. Il 53% è favorevole a insegnare ai bambini a scuola canzoni che insegnano a odiare gli ebrei.  Infine, il 73% è favorevole a quella citazione tradizionale di Maometto (hadit)  citato all'art. 7 dello statuto di Hamas (http://www.memri.org/report/en/0/0/0/0/0/0/1609.htm#_ednref5): "L'ora del giudizio non verrà finché i musulmani combatteranno contro gli ebrei e li uccideranno, sicché gli ebrei si nasconderanno dietro pietre e alberi e le pietre e gli alberi diranno: 'oh musulmano, o servo di Allah, c'è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo'." Dunque il 73% dei palestinesi pensa che uccidere gli ebrei sia un dovere religioso, non una semplice necessità di guerra.

Di fronte a una simile eroica combattività, come potrebbero i dirigenti palestinesi cedere e fare compromessi, per esempio accettare la politica dei due stati per i due popoli? Infatti non ne fanno, si arrampicano sugli specchi, applicano la politica del salame che si taglia tutto, ma una fetta per volta, cercano di uscire da qualunque trattativa in cui siano stati per sventura coinvolti, facendo in modo che la colpa appaia di Israele, soprattutto non accettano e non accetteranno mia di dichiarare chiusa la "lotta" fin che non avranno recuperato "ogni pollice della Palestina" dal Fiume al Mare. Possiamo dunque concludere che la colpa per la mancanza di pace è di Israele e degli ebrei, per il semplice fatto che ci sono, ma il merito di non svendere la causa palestinese con una pace paralizzante e prematura, insomma l'onore della resistenza, è dei dirigenti palestinesi che rispondono alla profonda volontà etica del suo popolo.

Ugo Volli

PS: Qualcuno di voi, illuminista a oltranza, potrebbe obiettare che i dati corrispondono all'indottrinamento che i palestinesi subiscono ogni giorno da televisione, giornali, prediche in moschea, propaganda varia, e che è ben documentata dagli archivi del Memri (http://www.memri.org/) e anche sulla nostra Informazione Corretta.
Basterebbe smetterla ed educare invece alla pace... Posso concederlo, anche se più che indottrinazione direi "sublime educazione etico-religiosa"). Ma questa "sublime educazione" è promossa dai dirigenti palestinesi, che a questa condizione sono accettati al potere dal loro popolo.
Uno che dicesse: "sapete che c'è, bisogna fare la pace con Israele e accontentarci di quello che abbiamo, sul serio", farebbe la fine di Sadat, ammazzato per aver fatto la pace con Israele, o come Abdallah di Giordania, ucciso per averla tentata.
E comunque, anche ammettendo che qualcuno fosse così pazzo da sostituire a scuola canzoni, filmati e recite che incitano ad ammazzare gli ebrei e a diventare martiri con altre pacifiste e così per tutto il resto della "sublime educazione", e ammesso che sopravvivesse, ci vorrebbero un paio di generazioni per cambiare un po' le cose.


Ugo Volli


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