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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.07.2011 Che farà Ratzinger con il vescovo negazionista ?
Il commento di Marco Ventura

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 luglio 2011
Pagina: 50
Autore: Marco Ventura
Titolo: «Condannato il vescovo negazionista. Ora è un problema per il Vaticano»

Papa Woytila lo espulse, Papa Rarzinger lo riammise. Ma adesso il vescovo lefreviano  Richard Williamson è stato condannato da un tribunale tedesco per negazionismo. La questione si riapre. Lo scrive Marco Ventura sul CORRIERE della SERA di oggi, 16/07/2011 a pag.50, con il titolo: "Condannato il vescovo negazionista. Ora è un problema per il Vaticano":


Richard Williamson, il vescovo negazionista

Mentre si trovava in Germania, Richard Williamson ha negato in pubblico i milioni di morti dell’Olocausto e l’esistenza delle camere a gas nei campi nazisti. Come bisogna comportarsi con lui? Per lo Stato tedesco ha risposto il tribunale di Ratisbona. Il negazionista è stato condannato in appello a 6500 euro di ammenda. Ma Williamson non è un privato qualsiasi. È un vescovo della Fraternità San Pio X, la comunità cattolica tradizionalista fondata da Marcel Lefebvre. La domanda «come bisogna comportarsi con lui?» si pone anche per la Chiesa di Roma. Il settantunenne inglese ha una storia turbolenta. Nel 1988 fu consacrato vescovo da monsignor Lefebvre. Fu un atto scismatico; e Giovanni Paolo II lo scomunicò immediatamente. Venti anni dopo, nel 2009, Benedetto XVI levò la scomunica. In diritto canonico Williamson rimaneva ancora escluso dalla piena comunione con la Chiesa. Ma le proteste contro la clemenza verso un negazionista si levarono alte. Il Pontefice si disse all’oscuro dell’antiebraismo di Williamson. Alle richieste di ritrattazione vaticane seguirono le furbe repliche dell’interessato. Invano il pontefice ha alzato la voce, fino all’autocritica sulla revoca della scomunica. Da monsignor Williamson, nessuna chiarezza. Ora, la condanna penale di Williamson in Germania fa contrasto con il negoziato romano. Solo un mese fa, il Superiore della Fraternità San Pio X monsignor Fellay ha accusato di contraddittorietà la Curia romana: «Certuni, a Roma, sono pronti a considerarci come fuori dalla Chiesa, scomunicati. E poi ve ne sono altri che ci riconoscono veramente come cattolici» . Inquieta l’opinione pubblica lo scarto tra la condanna subita da Williamson a Ratisbona e l’alternanza romana di censura e clemenza, tra la nettezza del diritto tedesco e i chiaroscuri del diritto canonico. Ma la giustizia penale canonica non può inseguire quella degli Stati. Ha un’altra logica, un altro spirito. Per la Chiesa romana non vi è separazione tra governo e giustizia. Dal chiaroscuro, essa ritiene, derivano più frutti che dal bagliore dei 6500 euro di ammenda di Ratisbona.

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