Israele approva una legge per difendersi dai suoi boicottatori Cronaca di Mirko Molteni. L'Unità scrive a sproposito di 'legge bavaglio'
Testata: Libero Data: 13 luglio 2011 Pagina: 17 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Passa la legge contro chi boicotta Israele e le colonie»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 13/07/2011, a pag. 17, l'articolo di Mirko Molteni dal titolo " Passa la legge contro chi boicotta Israele e le colonie".
Israele ha approvato una legge per difendersi dal boicottaggio dei suoi odiatori. L'idea, ovviamente, non è piaciuta agli odiatori stessi. Rachele Gonnelli sull'Unità arriva a definirla 'legge bavaglio'. Non è ben chiaro per quale motivo, in nome della libertà d'opinione deve essere permesso il boicottaggio economico e accademico di Israele, ma non il suo diritto a difendersi. E' il solito sistema degli odiatori, Israele dovrebbe cedere a qualunque ricatto, senza difendersi. Le aziende boicottate, poi, non sono nei territori 'occupati', ma 'contesi'. Ecco l'articolo:
Una legge contro chi boicotta Israele e le colonie in Cisgiordania. È passata ieri in via definitiva alla Knesset con 47 voti favorevoli contro 38, il “Boycott Bill”, la contestata norma che sanzionerà con ammende individui e gruppi che invitano bloccare la collaborazione con lo Stato ebraico. Per legge il governo di Gerusalemme potrà chiedere risarcimenti di 50mila shekel (circa 10mila euro) per i danni finanziari provocati dal boicottaggio economico, culturale e accademico. Presentata dal parlamentare Ze’ev Elkin, del Likud come il premier Netanyahu, è stata appoggiata da tutta la coalizione di maggioranza e dalle opposizioni, con il solo voto contrario di Kadima e l’astensione di Indipendenza (il partito di Ehud Barak). Sul piede di guerra le associazioni per i diritti umani e le sinistre che parlano di «primo passo verso il fascismo». La decisione del parlamento israeliano arriva nel giorno dell’ennesimo flop per l’amministrazione Obama. Washington non è riuscita a far ritornare sui suoi passi Abu Mazen che intende chiedere a settembre alle Nazioni Unite il riconoscimento unilaterale della Palestina - a favore del quale si sono dichiarati numerosi Paesi sudamericani ed europei. Ieri, al termine del colloquio del Quartetto sul Medio Oriente, Hillary Clinton, la Ashton, Ban Kimoon e russo Lavrov non hanno nemmeno diffuso una dichiarazione comune, tanto la situazione appare senza sbocchi. Abu Mazen non ha perso l’occasione per mettere gli americani spalle al muro: «Andremo all’Onu e speriamo che gli Usa non ricorrano al veto», ha dichiarato.
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