La BBC nel mirino degli ayatollah per un docufilm su Maometto cronaca di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 09 luglio 2011 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Un docufilm della Bbc su Maometto, l’Iran dichiara guerra al 'nemico'»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 09/07/2011, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Un docufilm della Bbc su Maometto, l’Iran dichiara guerra al 'nemico' ".
Giulio Meotti
Roma. Il precedente del caso Salman Rushdie ritorna sempre. Nel 1989 l’ayatollah Khomeini, suprema guida della Repubblica islamica dell’Iran, candannò a morte lo scrittore anglo-indiano per il libro “I versetti satanici”, scatenando una lunga contesa fra Teheran e Londra e una caccia all’uomo durata molti anni (con numerosi morti legate a quella fatwa omicida). E’ prevista per metà luglio sulla Bbc la messa in onda del documentario in tre puntate “Life of Muhammad”, che ripercorre la vita del Profeta dell’islam, Maometto, trattando anche le lotte armate per l’affermazione della religione coranica che lo vedono protagonista. Si parla già di una “de-mitizzazione” del Profeta. E come nel caso Rushdie, è sceso in campo il governo iraniano: secondo il ministro della Cultura, Sayeed Mohammad Hosseini, si tratterebbe di una mossa del “nemico” per “mandare in rovina il senso del sacro dei musulmani”. “La decisione della Bbc avrà certamente conseguenze serie”, ha scandito il ministro iraniano, lasciando intendere azioni e proteste. Hosseini è lo stesso che due anni fa dichiarò guerra alla Gran Bretagna quando la regina d’Inghilterra concesse l’onorificenza di baronetto proprio a Rushdie, scatenando un incendio politico, religioso e mediatico fra Londra e le capitali della umma musulmana. L’Iran dichiarò allora che l’iniziativa era un chiaro segno che “la Gran Bretagna è sulla via del confronto con gli oltre 1,5 milioni di musulmani nel mondo” e che “il decreto di Khomeini era ed è ancora irrevocabile”, riferendosi alla sentenza di morte emessa nel 1989 dalla massima guida spirituale iraniana contro Rushdie. Il documentario della Bbc vedrà il giornalista di origini somale Rageh Omaar viaggiare nei luoghi del Profeta, di cui non verranno mostrate però raffigurazioni per non offendere i musulmani. “E’ la storia straordinaria di un uomo, che in meno di vent’anni, ha cambiato per sempre la storia”, recita il lancio pubblicitario del docufilm. Si parlerà anche del libro di Rushdie, scatenando l’ira di islamisti e iraniani. Gli studiosi interpellati hanno diverse estrazioni culturali: ci sono apologeti militanti del Profeta, come l’americano John Esposito e lo svizzero Tariq Ramadan, ma anche critici durissimi del Corano, come l’americano Robert Spencer e l’ex vescovo anglicano Michael Nazir-Ali. La presenza di questi ultimi in particolare sarebbe in parte all’origine della rabbia di Teheran, a causa dei loro scritti polemici sull’islam (Spencer tiene un portale dal titolo “Jihadwatch”). Dopo i creatori di “South Park” e la scia di vignettisti europei condannati a morte a causa dei propri cartoon, adesso potrebbe essere la celebre e politicamente corretta emittente britannica a dover superare il test dell’intimidazione della libertà d’espressione sull’islam.
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