Negazionismo e complottismo accomunano il partito laico egiziano e i Fratelli Musulmani Primavera araba?
Testata: Il Foglio Data: 08 luglio 2011 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «In Egitto i laici alleati dei Fratelli musulmani negano la Shoah»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 08/07/2011, a pag. 3, l'articolo dal titolo "In Egitto i laici alleati dei Fratelli musulmani negano la Shoah".
Il partito Wafd, Fratelli Musulmani
Roma. Il Wafd è il più antico partito d’Egitto che salì al potere negli anni Quaranta prima di essere spodestato dal colpo di stato. Fin dagli anni Venti del secolo scorso ilWafd rappresenta il voto laico e liberale in teoria più vicino al modello occidentale. E’ anche la formazione politica che raccoglie maggiormente il voto dei cristiani copti. E’ stata una presenza costante e cospicua in Parlamento anche durante il decaduto regime di Hosni Mubarak. E’ la forza non religiosa più alternativa ai Fratelli musulmani. Quanto sta accadendo nel Wafd è emblematico quindi della direzione intrapresa dalla “primavera araba” dopo i moti di piazza Tahrir. Anche il principale candidato alla presidenza egiziana, il nazionalista laico Amr Moussa, correrà probabilmente sotto lo stemma del Wafd, perché è considerato il più forte partito di opposizione. Il partito Wafd nei giorni scorsi ha stretto un’alleanza politica con i Fratelli musulmani in vista delle elezioni. La decisione rafforzerà ancora di più la confraternita, che ambisce a raccogliere circa un terzo dei seggi in Parlamento. “Questa coalizione detterà il risultato delle elezioni”, afferma sicuro Essam el Erian, vicepresidente del partito Libertà e Giustizia con cui la confraternita si presenterà alle urne. L’alleanza viene valutata dal Washington Post come “formidabile” e secondo Nabil Fahmy, ex ambasciatore egiziano negli Stati Uniti, i Fratelli musulmani avranno soltanto dei vantaggi da un’alleanza con il Wafd perchè “potrebbero proporsi con un nuovo volto liberale”. Ad aprile il Wafd ha ospitato nelle proprie sedi del Cairo una fitta delegazione del movimento terroristico palestinese Hamas, con a capo il leader Mahmoud Al Zahar. El Sayyed al Badawi, il leader Wafd, ha così dichiarato: “Abrogheremo il trattato tra Egitto e Israele”. Per capire le idee del Wafd bisogna scorrere soprattutto una lunga intervista che il suo vicepresidente, Ahmed Ezz Al Arab, ha rilasciato al giornale americano Washington Times nel corso di un seminario a Budapest sui diritti umani. Sull’11 settembre, Al Arab dice che Osama bin Laden non c’entra nulla, “non aveva le capacità” e in realtà era “un agente americano”. Le atrocità delle Torri gemelle sono state “un piano made in Usa” organizzato dalla Cia e dal Mossad con l’approvazione del “complesso militare industriale americano”. La guerra in Iraq sarebbe stata orchestrata per consentire a unità di “soldati ebrei” di trafugare dal celebre museo di Baghdad importanti reperti archeologici utili allo stato ebraico. “Volevano seppellirle sotto la Moschea di Al Aqsa per dimostrare che lì sorgeva il Tempio ebraico”, dice il capo del Wafd. Al Arab parla di ebrei e Olocausto: “L’Olocausto è una falsità Ahmadinejad ha ragione. Gli ebrei sotto l’occupazione tedesca erano due milioni e quattrocentomila. Se li hanno sterminati da dove sono arrivati i due milioni seicentomila che avanzavano? Le camere a gas e le favole sugli ebrei? Sono tutte storie immaginarie”. Sotto il tritacarne passa anche il Diario di Anna Frank: “Posso giurare che si tratta di un falso... la ragazza probabilmente esisteva, ma quelle memorie sono un’invenzione”. Intanto i Fratelli musulmani hanno postato sul sito web un articolo del veterano sceicco Ahmad Gad, in cui si spiega che l’introduzione della sharia è inevitabile. “Non c’è riforma senza il ritorno alla legge divina”, scrive Gad. La Guida suprema della confraternita, Mohammed Badie, ha annunciato che un altro leader liberale, Ayman Nour, ha chiesto l’appoggio dei Fratelli musulmani alle elezioni (anche Nour ha definito “morto” il trattato con Israele).
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