Riportiamo da YEDIOTH AHARONOT del 28/06/2011 l'articolo di Itamar Aichner dal titolo "A Roma comportati da israeliano".
Noam Shalit mostra una foto di suo figlio Gilad, prigioniero di Hamas da 5 anni
Agente della Polizia di Stato Italiana ha visitato Israele ed ha deciso di unirsi con tutte le forze che lottano per la liberazione del soldato Gilad Shalit.
La lotta per la liberazione di Gilad Shalit accelera, ma non solo in Israele.
Il Sergente Massimo La Verde (42), agente nel dipartimento anti droga della Polizia di Stato a Roma è arrivato in Israele qualche mese fa in visita privata. Durante il suo tour a Gerusalemme è passato davanti alla tenda di solidarietà della famiglia Shalit.
L’incontro con il centinaio di attivisti che gestiscono la tenda, le foto appese del soldato rapito e il mega cartellone che conta i giorni di prigionia, hanno colpito fortemente l’agente. Nonostante non abbia nessun legame con Israele o con l’ebraismo, non appena tornato in patria, La Verde ha deciso di fare qualcosa. Ha scritto una lettera a Noam e Aviva Shalit nella quale esprime la sua piena solidarietà e alla lettera ha aggiunto una bandiera italiana gigante piena di firme dei colleghi della Polizia e di altri amici.
Con questo omaggio Massimo si è recato in ambasciata d’Israele a Roma chiedendo aiuto per spedirlo alla famiglia Shalit. In ambasciata si sono emozionati per il gesto ed hanno immediatamente tradotto la lettera in ebraico per spedirla in Israele e in questi giorni Noam e Aviv hanno ricevuto il pacco.
“ è un gesto spontaneo di gente comune che lavora e vive a Roma ma non distoglie lo sguardo da ciò che accade in Israele”, ha scritto La Verde alla famiglia. “proprio per questo il destino di Gilad è nel cuore di tutti”.
L’agente ieri ha dichiarato che il suo impegno non terminerà con la lettera e ha intenzione di organizzare manifestazioni ed eventi di solidarietà a Roma.