Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 08/07/2011, a pag. 9, l'articolo di Mario Correnti dal titolo " Tel Aviv blocca la 'air flottilla' ", preceduto dal nostro commento. Dal JERUSALEM POST l'articolo dal titolo " 200 pro-Palestinian activists stopped from entering Israel ", preceduto dal nostro commento.
Ecco i pezzi:
Il MANIFESTO - Mario Correnti : "Tel Aviv blocca la 'air flottilla' "
Aeroporto Ben Gurion
Flottiglia 2 bloccata dalla Grecia, Israele deve affrontare un nuovo tentativo di delegittimazione, quello della 'air flotilla', descritta da Mario Correnti come : "nuova iniziativa internazionale a favore dei palestinesi sotto occupazione militare ". I palestinesi non sono sotto occupazione militare. Israele si è ritirato da Gaza anni fa e la Cisgiordania è sotto l'amministrazione dell'Anp. Forse con 'occupazione militare' Correnti intende che Israele impedisce con l'esercito l'ingresso illegale nei suoi confini. Non ci sarebbe bisogno di check point, barriera di sicurezza e soldati se Israele e la sua popolazione non fossero sotto la costante minaccia dei terroristi palestinesi e dei razzi di Hamas.
Correnti scrive : "Mazen Qumsiyeh, uno dei promotori della «Flotilla aerea» – non è prevista alcuna manifestazione in aeroporto. E’ una iniziativa totalmente pacifica, non aggressiva. Gli attivisti prima di partire si sono dichiarati a favore di una lotta non violenta... ". Le iniziative degli odiatori di Israele vengono sempre dipinte come 'pacifiche' e 'non violente'. Evidente il significato di quei termini dev'essere opinabile e mutevole a seconda di chi lo utilizza. Anche la Flottiglia turca dell'anno scorso era pacifica e non violenta, eppure a bordo della Mavi Marmara c'erano i terroristi armati dell'IHH. Ma molti media internazionali continuano a definirli 'attivisti', 'pacifisti', 'cittadini turchi'.
Correnti continua : "Ma Israele intende usare ugualmente il pugno di ferro. «Come stato democratico sovrano, non permetteremo a questi hooligans di fare propaganda, fomentare proteste illegali e minare la pace del paese. Li rispediremo al loro paese di provenienza, secondo le convenzioni ed il diritto internazionale »". Consigliamo ai 'pacifisti' della air flotilla di cambiare meta e andare a protestare contro la teocrazia iraniana, o contro la dittatura siriana, così potranno sperimentare sulla propria pelle che cos'è il 'pugno di ferro'. Inoltre, poniamo agli odiatori una domanda: se il loro intento non è quello di delegittimare Israele e fare disordini, per andare in Cisgiordania è necessario atterrare all'aeroporto Ben Gurion?
Ecco l'articolo:
Israele avrebbero individuato, o con più probabilità ha ottenuto dai paesi occidentali alleati, i nomi di centinaia di attivisti della cosiddetta «Flotilla aerea» che tra ieri sera e questa mattina hanno raggiunto l’aeroporto «Ben Gurion » di Tel Aviv per manifestare solidarietà e sostegno al popolo palestinese nel settimo anniversario della sentenza di condanna di Israele da parte della Corte di Giustizia dell’Aja, per la costruzione del Muro in Cisgiordania e intorno a Gerusalemme Est. Almeno 300 nomi erano sull’elenco dei servizi segreti di Israele, riferiva ieri il sito del quotidiano Haaretz, chiamati dal premier Benyamin Netanyahu ad intervenire per far fallire la nuova iniziativa internazionale a favore dei palestinesi sotto occupazione militare. Israele, grazie alla complicità della Grecia (e di altri paesi europei), è gia riuscito ad impedire la partenza per Gaza della Freedom Flotilla «Stay Human» e conta ora di bloccare e deportare immediatamente verso i paesi di origine gli attivisti che nelle scorse ore sono giunte al «Ben Gurion». Due giorni fa sono già stati espulsi 5 internazionali giunti in anticipo in Israele. Ieri sono state le stesse guardie di frontiera francesi ad ostacolare, con vari sistemi, la partenza per Tel Aviv degli attivisti d’oltralpe. I media israeliani scrivevano ieri che gli internazionali avrebbero dichiarato a Tel Aviv di voler far visita ad amici palestinesi nei Territori occupati mentre il loro vero obiettivo sarebbe quello di inscenare in aeroporto una chiassosa manifestazione di solidarietà con i palestinesi di Gaza e Cisgiordania. «Non è vero – ha smentito Mazen Qumsiyeh, uno dei promotori della «Flotilla aerea» – non è prevista alcuna manifestazione in aeroporto. E’ una iniziativa totalmente pacifica, non aggressiva. Gli attivisti prima di partire si sono dichiarati a favore di una lotta non violenta... Sappiamo che la posta in gioco è alta, c’è un elevato rischio che le autorità israeliane blocchino questi giovani.Ma almeno a livello internazionale si saprà che Israele in un solo giorno ha rispedito illegalmente a casa centinaia di volontari». Tutti dichiareranno il vero, diranno di andare in Palestina per partecipare all’evento «Welcome to Palestine » che si svolgerà dal 9 al 16 luglio 2011 in diverse città e villaggi della Cisgiordania. Ma Israele intende usare ugualmente il pugno di ferro. «Come stato democratico sovrano, non permetteremo a questi hooligans di fare propaganda, fomentare proteste illegali e minare la pace del paese. Li rispediremo al loro paese di provenienza, secondo le convenzioni ed il diritto internazionale », ha avvertito il ministro della sicurezza pubblica Yitzhak Aharonovitch, un ultranazionalista, prima di ordinare il rafforzamento delle misure di sicurezza con l’invio all’aeroporto di Tel Aviv di centinaia di poliziotti e di unità speciali anti-terrorismo. «Questi attivisti pro-Palestina che cercano di entrare via aria in Israele come controparte della Flotilla, non verranno fatti entrare...intendono dare vita a provocazioni per minare la legittimità della nostra terra». «Non c’è nessun legame diretto tra la Flotilla e questi giovani» ha dichiarato Lubna Masarwa, parte dell’organizzazione dell’iniziativa, «non cerchiamo il confronto con Israele. Lo scopo è solo quello di andare nelle città della Cisgiordania e di partecipare ad attività assieme al popolo palestinese». Tuttavia non tutti in Israele condividono la linea repressiva scelta dal governo israeliano, prima contro le navi della «Freedom Flotilla, Stay Human» e ora contro gli attivisti giunti all’aeroporto di Tel Aviv. Sul quotidiano Yedioth Aharonot, Eytan Haber, editorialista e collaboratore del premier Yitzhak Rabin assassinato nel 1995, si è chiesto se «non abbiamo perso la testa». Secondo Eytan, Israele dovrebbe accogliere cordialmente i manifestanti, permettendo a loro dimanifestare. Dieci associazioni pacifiste israeliane - tra le quali l’Alternative Information Center, Gush Shalom e Rabbini per i diritti umani - hanno espresso una dura condanna per «la campagna di diffamazione» che il governo israeliano sta conducendo contro gli attivisti internazionali.
JERUSALEM POST - " 200 pro-Palestinian activists stopped from entering Israel "
Israele ha richiesto alle compagnie aeree di impedire ai pacifinti della 'air flotilla' di salire a bordo degli aerei diretti a Tel Aviv. Le compagnie hanno accettato. Il link sottostante (dal sito del Jerusalem Post) mostra gli 'attivisti' bloccati all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi
http://www.youtube.com/watch?v=PPEfi2kFNp8&feature=player_embedded#at=92
Paris activists refuse to leave terminal after airline blocks them from boarding flight; "flightilla" leader: "Charles de Gaulle Airport is under Israeli occupation"; police preparing for further arrivals at B-G airport.
Around 200 pro-Palestinian activists were denied entry to Israel or were prevented from boarding flights to the country as part of an "air flotilla," Israel Radio said on Friday.
Earlier Friday, fifty pro-Palestinian activists arrived at the Lufthansa terminal at Paris's Charles de Gaulle Airport hoping to board a flight to Israel, and then refused to leave the terminal after they were denied from boarding the plane, according to Israel Radio.
The German airline refused to let them board the flight to Israel via Frankfurt after the activits' names appeard on a blacklist submitted by the Interior Ministry. The list detailed the names of activists which may potentially attempt to cause provocations.
Olivia Zemour, leader of the EuroPalestine organization that is arranging the "air flotilla," said that the blacklist includes names of 347 activists.
"Charles de Gaulle Airport is under Israeli occupation. We are peaceful people and have no interest in causing disorder at Ben Gurion Airport," Zemour was quoted by Israel Radio as saying.
Another activist at Paris's airport said that the activists will remain there until Lufthansa agrees to give them a signed documnet saying the airline refused to let them board flights to Israel.
In Geneva, EasyJet also refused to let 30 acitivists on board a flight to Israel.
Overnight Thursday, two pro-Palestinian American activists were denied entry to Israel after they landed at Ben Gurion Airport from Athens.
The two told border officials that they had originally planned to take part in the Gaza sea flotilla, but due to delays, they opted to join the "air flotilla."
As a result, authorities refused to grant them entry and the two were forced to return to Greece.
Authorities had decreased the amount of forces operating at the airport overnight Thursday after being notified that the number of pro-Palestinian activists set to arrive in the flotilla was smaller than initially expected. However, security forces were again increased early Friday morning in preparation for further arrivals expected throughout the day.
The Interior Ministry had told foreign airlines they were required under Israeli law to remove “pro-Palestinian radicals” from flights bound for Israel.
The ministry sent the letter in advance of the anticipated “Flightilla,” in which about 700 pro-Palestinian activists, mostly from Europe, were expected to arrive at Ben-Gurion Airport on Friday on routine flights throughout the day.
Already on Thursday, Malev Hungarian Airlines barred around 20 activists from boarding a flight from Paris to Budapest on the first leg of their journey to Tel Aviv, according to French activists involved in the “Welcome to Palestine” event on Friday.
A letter from the Interior Ministry to the airlines provided to The Jerusalem Post by the activists said that “due to statements of pro-Palestinian radicals to arrive on commercial flights from abroad to disrupt the order and confront security forces at friction points, it was decided to refuse their entry in accordance with our authority according to the Law of Entry to Israel 1952... In light of the above-mentioned, you are required not to board them on your flights to Israel. Failure to comply with this directive would result in a delay on the flight and their return on the same flight.”
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