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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Marocco: verso il futuro 07/07/2011

" Marocco: verso il futuro "
commento di Angelo Pezzana


Angelo Pezzana

Per leggere le due puntate precedenti del reportage di Angelo Pezzana dal Marocco, cliccare sui link sottostanti

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=40&id=40414
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=40&id=40468

Casablanca - Per valutare in pieno il significato del cambiamento avvenuto in Marocco dopo l’approvazione della costituzione, non si deve dimenticare che non esiste alcun paese arabo-musulmano governato da una democrazia. Se il Marocco realizzerà davvero quanto sta scritto nel  testo approvato il 1° luglio, potrà  essere il primo.
Sono i settimanali, più dei quotidiani, a registrare la vivacità del dibattito politico. Mentre nel mondo occidentale tendono  a scomparire, in Marocco ce ne sono più di una dozzina, con una diffusione che va dalle venti alle quarantamila copie per testata . Le copertine sono in questi  giorni tutte dedicate all’interrogativo su come verrà applicata, se le riforme arriveranno veramente.
Se è vero che Mohamed VI non è più, per sua scelta, il monarca assoluto ma un re costituzionale, è altresì fuori questione che il centro del potere è ancora nelle sue mani, il che puo’ essere stata una saggia decisione, in una società che deve confrontarsi con un cambiamento  epocale.
‘’ Il re dà l’impressione di avere consegnato le chiavi del potere al Primo Ministro, ma ne tiene in tasca un mazzo di scorta ‘’, ha scritto Karim Boukharis, direttore del settimanale Tel Quel, in genere  moderatamente critico nei  confronti del governo,  un segnale positivo che rafforza la possibilità dei mezzi di informazione di non allinearsi ai conformismi  dell’applauso continuo, la regola dell’ancien régime
Che fine hanno fatto i sostenitori del boicottaggio al referendum , al quale hanno invece  detto si il 98% dei votanti ? Le manifestazioni che il movimento ‘’20 febbraio’’ aveva organizzato in tutto il paese, considerate da qualche analista la versione marocchina della ‘’primavera araba’’, sono state valutate, dopo il referendum, al 3% dell’elettorato, poca cosa, decisamante una sconfitta. Quel magro risultato ha anche evidenziato che dietro a quei giovani – lo sono davvero, lo si è visto per le strade – non ci sono burattinai nascosti, sono una generazione che vuole, tutti  e subito,  quei cambiamneti  sociali che tramite internet vede applicati nei paesi che vivono la modernità  in sistemi democratici.  Ma per raggiungerli deve abbandonare la strada , da movimento spontaneo deve trasformarsi in partito politico. ‘’ Il Marocco deve cominciare a rispettare le differenze, la maggioranza deve imparare a non togliere più la parola alla minoranza, perchè è questo l’esercizio della democrazia. Ma deve avvenire secondo le regole, non è la piazza il luogo del dibattito. Il ‘’20 febbraio’’ da movimento spontaneo deve trasformarsi in partito politico ‘’, ha dichiarato il politologo Mohamed Darif.
Sullo sfondo rimane il pericolo del fondamentalismo islamico. Potrà essere d’aiuto l’immagine pubblica di Mohamed VI, che, non va dimenticato, anche in una democrazia parlamentare in fieri,  rimane il diretto discendente del profeta Maometto, con tutto qualto ne consegue sul piano istituzionale.
La separazione fra stato e religione è ancora lontana, ma questa lontananza puo’ essere letta anche positivamente, se si considera quanto importante è l’azione di controllo da parte del governo nel limitare l’influenza del clero. Il riferimento ai Fratelli Musulmani non è casuale. Tariq Ramadan gode buona stampa sui media marocchini, viene spesso intervistato, quale campione del moderatismo islamico.
La modernità non si esprime con i minareti, Mohamed VI farà bene a non dimenticarlo.


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