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Il Foglio Rassegna Stampa
07.07.2011 Guerra al terrorismo, è possibile processare un terrorista come un normale cittadino ?
Cronaca di Mattia Ferraresi

Testata: Il Foglio
Data: 07 luglio 2011
Pagina: 1
Autore: Mattia Ferraresi
Titolo: «Un terrorista somalo alla sbarra a New York per scordare Guantanamo»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 07/07/2011, a pag. 1-4, l'articolo di Mattia Ferraresi dal titolo " Un terrorista somalo alla sbarra a New York per scordare Guantanamo".


Barack Obama

New York. Nella notte fra lunedì e martedì un aereo ha portato in gran segreto Ahmed Abdulkadir Warsame a New York. Il membro dell’organizzazione somala al Shabab dovrà rispondere davanti a una corte civile di nove capi d’accusa, fra cui l’appoggio ad attacchi terroristici letali e la cospirazione con al Qaida nella penisola araba, l’organizzazione con la quale gli Shabab stanno stringendo i rapporti.
E’ la prima volta che un terrorista straniero arrestato fuori dai confini americani viene processato da una corte federale. Le forze speciali hanno catturato Warsame assieme a un altro sospetto terrorista il 19 aprile: il secondo è stato rilasciato poco dopo, mentre Warsame è stato trattenuto e interrogato per due mesi su una nave americana sotto la giurisdizione militare. Gli ufficiali dell’Amministrazione dicono che il giovane somalo ha collaborato con gli agenti – i quali a loro volta hanno rispettato il manuale degli interrogatori del Pentagono, che non viola il dettato della Convenzione di Ginevra – e infine gli hanno letto i suoi diritti, immettendolo nell’alveo della giustizia civile. Invece di fare silenzio e chiedere un avvocato d’ufficio, Warsame ha continuato a fornire informazioni che provano il caldo abbraccio fra i terroristi somali e la filiale di al Qaida nello Yemen, che l’Amministrazione giudica “la più attiva” nel sostenere il terrorismo globale.
Le fonti ufficiali non dicono se le informazioni di Warsame abbiano condotto ai raid di droni americani in Somalia che in giugno hanno ucciso almeno un militante di al Shabab, ma tutto indica una connessione logica. Per il presidente americano, Barack Obama, Warsame è un trofeo da mostrare con orgoglio a chi lo rimprovera di aver replicato le politiche di Bush sui prigionieri; ma a leggere bene l’etichetta si scopre che più che altro è un premio di consolazione. Non potendo chiudere il carcere di Guantanamo e processare Khalid Sheik Mohammed a due passi da Ground Zero, Obama si deve accontentare di un caso non replicabile.
Nella disputa sui prigionieri della guerra al terrore le promesse di Obama si sono infrante sugli scogli della realtà. Guantanamo non può essere chiuso, le corti militari di Bush continuano a processare i detenuti, il trasferimento dei sospetti in paesi terzi è a un punto morto e la catarsi di un maxiprocesso newyorchese a chi ha organizzato l’attacco alle Torri Gemelle non si può inscenare.
A ulteriore scorno dei liberal il presidente ha disposto una grandiosa campagna di bombardamenti sul Pakistan, sullo Yemen – dove i droni cercano senza sosta di uccidere un americano, Anwar al Awlaki – e ora ha puntato l’obiettivo sulla Somalia, dove i terroristi che spadroneggiano nello stato fallito stanno uscendo dal loro guscio localista. Ci sono droni americani in Uganda e Burundi proprio per questo scopo. Di fronte a tutto questo, Warsame è un pesce piccolo e spurio che l’Amministrazione vuole vestire da simbolo del new deal della giustizia, ma già nel singolo caso qualcosa non torna. Nel briefing con i giornalisti gli ufficiali dell’Amministrazione hanno detto che il prigioniero è stato catturato “da qualche parte nel Golfo di Aden”, nelle acque internazionali che garantiscono la necessaria copertura per il trasferimento a New York. Una fonte del Foglio nel Somaliland, parastato indipendente al confine con Gibuti, non crede alla versione ufficiale: “Credo che lo abbiano catturato nel Somaliland e non nelle acque internazionali”, dice; e aggiunge che le forze speciali americane hanno fatto recentemente operazioni sul suolo somalo: “Il mese scorso gli elicotteri americani sono atterrati a Chisimaio per recuperare alcuni corpi dopo un attacco”.
Obama cerca di uscire dalle nebbie dell’operazione con l’aria del giusto che concede anche ai terroristi di ripararsi sotto il tetto della legge americana. Proprio questo ha fatto imbestialire il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell: “Perché dobbiamo concedere a un nemico degli Stati Uniti gli stessi diritti di un cittadino americano?”. Warsame è stato trasferito in America senza nessuna notifica per aggirare il vaglio del Congresso: sarebbero stati in molti a negare a Obama il suo trofeo di consolazione.

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