Chiamatelo, se vi piace, antisemitismo
Cari amici, non datemi del superficiale se vi propongo questa massima: nella vita ci sono due motivazioni per fare le cose, per qualcuno o contro qualcuno. Questo qualcuno può essere anche se stesso (l'egoismo esiste, naturalmente, ma anche l'odio di sé è molto più diffuso di quel che non si creda), ma più spesso sono gli altri, certi altri che per un motivo o per l'altro "amiamo tanto odiare".
Con questa piccola premessa, chiediamoci ora se i "filo-palestinesi" agiscono "per" qualcuno, o "contro" qualcun altro. In un momento di inedita sincerità, lo ha detto con chiarezza in una dichiarazione riportata su "Europa" Ewa Jasiewicz, portavoce del Free Gaza Movement: «La flotilla non punta ad aumentare le infiltrazioni di aiuti umanitari verso Gaza». Non per i palestinesi, dunque, non per i gazani, ma contro Israele. Ci sono ormai moltissimi documenti che mostrano come a Gaza si viva nella maniera consueta di tanti posti del Terzo Mondo, con un'élite (protetta e in buona parte costituita dall'élite di Hamas) oltraggiosamente ricca e molti poveracci che fanno fatica a campare la vita. Se ne volete vedere un'immagine complessiva, guardate questo video: http://www.youtube.com/watch?v=oJQgDBKeDFU&feature=youtu.be. Naturalmente ci sarebbero molti modi per aiutarli, per esempio quello di dar loro un'istruzione moderna, di indurli a far rivivere quell'agricoltura di avanguardia i cui impianti Israele aveva lasciato intatti, far capire loro che devono cercare di agire nel proprio interesse, facendo lavori produttivi, e non contro Israele, dedicando tutte le energie alla costruzione di razzi, tunnel, trappole esplosive, miliziani armati e quant'altro. Si potrebbe cercare di evitare che le donne siano oppresse, come capita loro sempre di più, i cristiani minacciati, i bambini portati fin dall'infanzia in un mondo di odio e di guerra.
Ma i croceristi della flottiglia non si occupano affatto di questo, non interessa loro per nulla. Quel che vogliono, come i terroristi di Hamas, non è fare star meglio i palestinesi, ma minacciare Israele, far star peggio gli ebrei, che amano tanto odiare (anche quelli fra loro che sono di origine ebraica). Ne volete una prova? Ecco la nuova iniziativa degli odiatori. Una volta si dedicavano con gioia agli aerei (per farli esplodere o dirottarli, è chiaro). Non hanno concluso granché- Dopo l'intervallo delle cinture esplosive e degli attentatori sucidi, che si è dimostrato altrettanto sanguinoso e inutile, sono passati alle marce e alle crociere. Adesso sembrano voler tornare agli aerei, anzi agli aeroporti, ancora secondo la nuova strategia pacifinta di tenere lo scontro a un livello in cui possa sembrare agli ingenui che gli aggressori sono gli israeliani. Hanno annunciato infatti che forse già venerdì prossimo cercheranno di far arrivare con voli di linea all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dei manifestanti, che cercheranno di dar fastidio in modo da essere incarcerati e obbligare la sicurezza a maggiori e più fastidiosi controlli (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/07/newest-free-gaza-publicity-stunt.html). La manifestazione in aeroporto, come la flottilla, come le marce ai confini, come gli attentati suicidi e i vecchi dirottamenti, aiutano in qualche modo il popolo palestinese a stare meglio e a conquistare una vita normale? Io non credo, aspetterei con curiosità che qualcuno me lo dimostrasse. In cambio esprime l'odio, la volontà di distruzione, il disprezzo e il fastidio. Per un altro popolo che piace così tanto umiliare e danneggiare, se non proprio eliminare. Chiamatelo, se vi piace, antisemitismo.
Ugo Volli |