Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/07/2011, a pag. 19, l'articolo di Lorenzo Cremonesi dal titolo " Gheddafi minaccia: Invaderò l’Europa come le cavallette ".

Muammar Gheddafi
Muammar Gheddafi minaccia l’Europa. «Il popolo libico è capace di portare un giorno la guerra al di là del Mediterraneo. Se lo decideremo, siamo capaci di riversarci sull’Europa come le cavallette o le api» , ha tuonato ieri sera in un messaggio audio trasmesso dalla televisione nazionale di fronte a decine di migliaia di sostenitori nel cuore della capitale. È la prima risposta pubblica del Colonnello dopo la decisione del Tribunale internazionale dell’Aja di lunedì scorso di incriminare lui, il figlio Saif al-Islam e il capo dei servizi segreti Abdullah al-Senussi di crimini contro l’umanità, e seguita dalle prime consegne di armi francesi paracadutate alle forze ribelli sulle montagne della regione di Nafusa, a meridione di Tripoli. Già nel recente passato Gheddafi aveva ventilato vendette contro le popolazioni civili dei Paesi Nato. Ciò che cambia ora sono i toni ancora più virulenti. Da una parte invita al dialogo. «Avvisiamo la Nato di ritirarsi prima della catastrofe. Vi consigliamo di fare atterrare i vostri aerei e aprire il dialogo con il popolo libico» , afferma infatti. Ma se ciò non dovesse avvenire, aggiunge subito dopo, «le vostre case, i vostri uffici, le vostre famiglie diventeranno obiettivi legittimi. E questo poiché siete stati voi i primi a trasformare le nostre case, i nostri uffici, le nostre famiglie, i nostri bambini in obiettivi legittimi» . È l’ennesimo segnale della determinazione del regime di non cedere alla pressione congiunta Nato-ribelli. A oltre quattro mesi dallo scoppio delle rivolte e dopo 15 settimane di raid Nato, il Colonnello appare ancora saldamente in sella a Tripoli e determinato a dettare le condizioni di un’eventuale trattativa diplomatica. «La decisione del Tribunale internazionale ci fa solo ridere. È un’inutile provocazione che serve semmai a ritardare la via della trattativa. Mio padre l’ha completamente ignorata» , ci ha detto due giorni fa durante una conversazione informale nella capitale lo stesso Saif al-Islam. Sul campo di battaglia resta lo stallo. Nonostante l’invio di armi francesi ai ribelli, proprio nella regione di Nafusa nelle ultime 48 ore le forze lealiste hanno riportato nuove vittorie. Sei giorni fa le avanguardie della guerriglia erano riuscite ad attestarsi al villaggio di Bir al-Ghanam, un’ottantina di chilometri a sud di Tripoli. Era dunque sembrato loro possibile poter accerchiare la capitale da meridione chiudendo il cerchio ad ovest verso la cittadina di Zawiyah e ad est sull’enclave liberata di Misurata. Ma, dopo un pesante bombardamento a suon di katiushe e missili Grad da parte dei corpi scelti della 32esima brigata di Gheddafi, i ribelli hanno ripiegato di oltre 30 chilometri sino al villaggio di Bir Ayyad. Nel centro della capitale a festeggiare la vittoria si sono riversati ieri migliaia di fedelissimi del Colonnello, forse oltre 50.000. Sembrano invece tornati alla clandestinità gli attivisti dell’opposizione.
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