Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/07/2011, a pag.19, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo "Atene blocca la flottiglia di attivisti diretti a Gaza".

La Grecia ha deciso di bloccare la flottiglia, una buona notizia.
Viviana Mazza, che nell'articolo non specifica il suo ruolo sulla flottiglia, descrive la situazione. Ovviamente il quadro che ne esce è vagamente patetico, coi poveri attivisti italiani 'abbronzati ma tristi in ciabatte e bermuda' che 'confabulano tristi'. Poverini, la Grecia ha rovinato il loro piano vacanze verso Gaza. Mazza contrabbanda la storia della flottiglia di pacifisti, che non hanno intenzioni bellicose. Una nave è partita lo stesso, ma dopo tre ore ha ceduto ed è tornata indietro.
Vauro Senesi, sul quotidiano di Rocca Cannuccia, continua il suo 'diario di bordo', continua a raccontare del corso che hanno dovuto fare gli attivisti per non essere violenti (ma ce n'era bisogno? Ma non erano pacifisti? I Pacifisti hanno bsogno di corsi che li educhino alla non violenza?) e si straccia le vesti per la decisione della Grecia.
Ovviamente, sul perchè sia stato necessario bloccare la flottiglia, nemmeno una sillaba. Sugli episodi non proprio pacifici verificatisi sulla flottiglia dell'anno scorso, silenzio assoluto, come sui legami tra flottiglia e fondamentalisti islamici. La Croce Rossa Internazionale ha stabilito che non c'è emergenza umanitaria a Gaza, lo ha scritto pure Giampaolo Cadalanu su Repubblica. Se si vogliono mandare merci per la popolazione di Gaza (non per Hamas) è possibile farlo attraverso il valico di Rafah in Egitto o quello di Erez in Israele. Non è necessario imbarcarsi su una flottiglia e fare corsi di self control.
Ecco l'articolo:
In ciabatte e bermuda, una decina di italiani abbronzati ma tristi confabulano nel ristorante sul mare di un hotel di Corfù. Sono gli attivisti filopalestinesi della flottiglia per Gaza. Sconfitti. «Il blocco della Striscia ora si estende fino alle coste della Grecia. I greci stanno facendo il lavoro dei militari israeliani. È quello che scriverò» , dice il vignettista de Il manifesto Vauro Senesi. Un anno di preparativi, centinaia di persone riunite in Grecia, milioni di euro raccolti. L’obiettivo degli italiani, insieme ad attivisti di tutto il mondo, era di salpare per Gaza con 10 navi cariche di passeggeri e di aiuti, allo scopo di rompere l’embargo navale imposto da Israele, di denunciarne l’illegalità. Lo Stato ebraico definisce il blocco necessario contro Hamas, considerata organizzazione terroristica anche da Usa e Ue, e aveva giurato di fermarli. Il viaggio della flottiglia si è interrotto prima della partenza: il governo ellenico ha emanato un «divieto a salpare dai porti greci alle imbarcazioni con bandiera greca e straniera dirette all’area marittima di Gaza» . È firmato dal ministero della Protezione civile. Alla Guardia costiera si ordina di prendere «tutte le misure appropriate» . E il ministero avverte che «una vasta zona della parte orientale del mar Mediterraneo sarà monitorata continuamente con mezzi elettronici per seguire gli eventuali movimenti delle navi che potrebbero partecipare» . In mattinata il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva ringraziato i tanti governi (tra cui Usa e Italia) che hanno parlato contro la flottiglia, in particolare il premier greco Papandreou. «L’audacia della speranza» , imbarcazione battente bandiera Usa, ha levato comunque gli ormeggi ieri alle 5 del pomeriggio da Atene, ma è stata fermata dalla Guardia costiera 45 minuti dopo. Dapprima il capitano ha rifiutato di tornare in porto. Tre ore dopo ha ceduto. La barca canadese «Tahrir» si è vista sequestrare i documenti: la portavoce Sandra Ruch ha rifiutato di separarsene e si è fatta portare alla stazione della Guardia costiera. La partenza degli attivisti era stata già ritardata da problemi burocratici e gli attivisti hanno accusato agenti israeliani di aver sabotato due navi. L’italiana «Stefano Chiarini» doveva trasportare una settantina di passeggeri di oltre 10 nazionalità. Molti hanno i capelli bianchi, alcuni indossano magliette con la faccia di Vittorio Arrigoni, l’attivista ucciso a Gaza da miliziani salafiti. Fino a notte fonda discutono le prossime strategie: si canta «Bella ciao» , si valuta se salpare da Corfù «come gesto simbolico» . Ad Atene, una passeggera della nave americana, Hedy Epstein, 86 anni, sopravvissuta all’Olocausto, spiega: «Ho la febbre di Gaza e può essere curata solo arrivandoci» .
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