Da circa un mese, a causa di impegni e difficoltà varie, non ho potuto, con dispiacere, seguire le vicende di Israele se non ascoltando le notizie alla televisione.
Ora che il tempo me lo consentirà, cercherò di recuperare ma fin d’ora posso constatare che niente di nuovo appare sotto il cielo grigio di inizio ferie: boicottaggi, manifestazioni, flottiglie di croceristi che, benevolmente, portano il loro aiuto alla popolazione di Gaza... niente che non fosse già conosciuto, già visto.
Soprattutto rimane il dolore profondo per l’umiliante detenzione del giovane Gilad Shalit .
Ma quello che mi fa maggiormente stupire non è tanto la tracotanza dei turisti–croceristi (e di chi li sostiene e li ncoraggia).
Ciò che mi colpisce sono l’indifferenza e, molto spesso , l’ignoranza (intesa come mancanza di una conoscenza almeno un poco più approfondita) di persone che sbandierano con tranquilla sicurezza le loro opinioni basate sul sentito dire con la luminosa certezza di essere dalla parte del giusto. Ho apprezzato molto, a tal proposito, l’intervento su IC di Costantino Pistilli (4 giugno, “ Israele, disinformatzjia e stereotipi”).
Bisogna informarsi, leggere, cercare di studiare e capire la storia di Israele ed è quello che mi propongo di fare anch’io.
Di questo mese che sto cercando di recuperare voglio ricordare e fare mie le parole del Prof. Volli (12 giugno, “Se a venire attaccato è sempre e solo Israele”): “...non avere alcuna indulgenza morale per le ambiguità e le prese di distanza.” E, aggiungo io, per la disinformazione colpevole di tanti.
Perché il destino di Israele non può non riguardare tutti noi!
Israele pe sempre.
M.C.