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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.06.2011 Afghanistan, attentato talebano all'hotel Intercontinental, almeno 10 le vittime
cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 giugno 2011
Pagina: 17
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Kabul, strage all’hotel degli stranieri. Governatore della banca centrale fugge in Usa»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/06/2011, a pag. 17, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Kabul, strage all’hotel degli stranieri. Governatore della banca centrale fugge in Usa ".


Afghanistan              Davide Frattini           talebani

L’albergo è in cima a una collina, protetto come una fortezza. Neppure un castello, neppure a Kabul, sembra sicuro. Il commando ha attaccato l’Inter-Continental verso le dieci di sera, gli ospiti stavano mangiando. Chi è riuscito è saltato dalle finestre al primo piano, in fuga giù per la scarpata. Gli altri sono rimasti distesi a terra, al buio. Le forze speciali afghane hanno tolto l’elettricità al quartiere e circondato i talebani. Che si sono asserragliati dentro e avrebbero iniziato la caccia agli stranieri. «Stanno rastrellando le stanze» , ha raccontato in diretta per telefono un portavoce dei fondamentalisti. «Abbiamo già ammazzato cinquanta persone» , avrebbe annunciato uno degli assalitori. Fonti occidentali — citate dal quotidiano New York Times — parlano di dieci morti. Per ore la polizia non è stata in grado di mettersi in contatto con l’interno, anche le linee telefoniche sono state tagliate. All’operazione avrebbero partecipato sei attentatori suicidi. Una prima esplosione si è sentita al secondo piano poco dopo l’inizio dell’attacco. I terroristi hanno preso posizione sul tetto dell’albergo e hanno bersagliato la residenza del vicepresidente Mohammed Fahim, colpi di mitragliatrice e proiettili sparati con i lanciagranate. I soldati americani sono intervenuti dalle basi poco lontane per affiancare l’esercito afghano. Gli elicotteri della Nato hanno ucciso tre degli assalitori sul tetto. Nella notte, i soldati locali hanno ripreso il controllo dell’hotel. L’Inter-Continental sta lì da quarantadue anni ed è rimasto aperto anche sotto il dominio dei talebani. Da primo hotel di lusso per gli occidentali costruito nella capitale— non è più legato alla catena internazionale dai tempi dell’invasione sovietica — i suoi ristoranti e il parco attorno alla piscina sono diventati il ritrovo soprattutto dei ricchi afghani. Ieri sera i saloni ospitavano un matrimonio e le stanze erano affollate da un gruppo di governatori provinciali con i loro consiglieri. Devono prendere parte alla conferenza sulla transizione che comincia oggi in uno dei palazzi governativi. Fra pochi giorni e in sette province, iniziano le tappe del processo che porterà le forze afghane a prendere il controllo della sicurezza dalle truppe della coalizione. I talebani vogliono trasformare questo passaggio di poteri in una disfatta. Tra le aree «sicure» annunciate dal presidente Hamid Karzai c’è proprio quella di Kabul. John Allen, il generale dei marines che prenderà il posto di David Petraeus alla guida delle truppe internazionali, ha dato il suo appoggio al piano di ritiro annunciato da Barack Obama. Anche se ha ammesso davanti al Senato americano che il calendario deciso dal presidente «è un po’ più aggressivo di quello che avevamo immaginato» . Gli Stati Uniti stanno provando la strada del dialogo con i talebani. I generali avrebbero preferito condurre i negoziati da una posizione di forza, adesso sono convinti che senza la pressione militare i fondamentalisti non avranno interesse a cercare un’intesa politica. L’assalto di ieri sembra la risposta dei talebani.

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