Egitto, musulmani contro copti per un fumetto di Minnie col burqa Democrazia in Egitto? Un miraggio. Cronaca di Andrea Morigi
Testata: Libero Data: 29 giugno 2011 Pagina: 21 Autore: Andrea Morigi Titolo: «Sfottò copto all’islam: Minnie col velo»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 29/06/2011,a pag. 21, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " Sfottò copto all’islam: Minnie col velo ".
Due vignette che ritraggono Topolino con la barba e Minnie con il velo islamico rischia di scatenare un nuovo “caso danese” in Egitto. Mentre proseguono le violenze contro i cristiani egiziani, l’incidente rischia di aggravare ancora di più lo scontro fra le comunità religiose proprio perché il magnate delle telecomunicazioni Naguib Sawiris, che ha pubblicato le immagini sul suo profilo Twitter, è un cristiano copto ortodosso. A suo avviso non si trattava che di «uno scherzo». Ai musulmani salafiti l’episodio è parso invece una grave mancanza di rispetto nei confronti dell’islam. ODIO ANTICRISTIANO È una concezione caratteristica della libertà d’espressione, che ha dato vita fra l’altro alle leggi che in Pakistan consentono di condannare a morte chi viene ritenuto colpevole di blasfemia. Ma quella stessa mentalità non impedisce che, dalle emittenti satellitari islamiche, specialmente da Al Aqsa Tv controllata da Hamas nella Striscia di Gaza, e da Al Manar, proprietà del movimento sciita libanese Hezbollah, l’incitamento contro cristiani ed ebrei sia parte della normale programmazione quotidiana. Per due cartoni animati satirici, però, ora in Egitto alcuni pretendono vendetta e lanciano una campagna online per chiedere ai musulmani di boicottare la compagnia telefonica di Sawiris, la Mobinil. Le quotazioni di quest’ultima e della Orascom Telecom, entrambe fondate dall’imprenditore, ieri hanno subito perdite notevoli alla Borsa egiziana, proseguendo una tendenza già iniziata nei giorni scorsi. Sawiris, già proprietario del gestore italiano di telefonia cellulare Wind (recentemente acquisita dai russi di Vimpelcom insieme con il gruppo Orascom al quale appartiene) è anche impegnato in politica e ha dato vita al partito Egiziani Liberi, che promuove la laicità delle istituzioni. Dopo aver partecipato nel febbraio scorso alla campagna per l’allontanamen - to di Hosni Mubarak dal potere, ha lanciato una campagna per la separazione tra Stato e religione, in particolare per l’abolizione dell’articolo 2 della Costituzione che sancisce la supremazia della legge islamica. Al referendum del 19 marzo ha prevalso la tesi opposta, che non prevede modifiche circa la permanenza dell’islam come religione di Stato. Sawiris Venerdì scorso sul suo profilo Twitter erano comparse le scuse per la vignetta: «Chiedo scusa a tutti quelli che non l’hanno considerato uno scherzo. Ho solo pensato fosse una immagine divertente, non c’era intenzione di mancare di rispetto ». Intanto, però, sono nati vari gruppi su Facebook contro di lui. Quello intitolato “Prendiamo in giro Sawiris” scrive: «Se sei davvero musulmano e ami la tua religione, boicotta i suoi progetti. Dobbiamo zittire chiunque attacchi la nostra fede ». Un altro, “Ti odiamo Sawiris”, descrive l'uomo come Topolino e il suo motto è: «Nessuna presa in giro all’islam». Intanto si prepara l’offensiva giudiziaria, nel tentativo di portare a processo Sawiris, come simbolo delle minoranze religiose, indicate come “infedeli” dai fondamentalisti. Almeno quindici avvocati salafiti hanno sporto una denuncia accusando l’imprenditore di offesa alla religione, come ha confermato un funzionario dell’ufficio del procuratore generale. BOICOTTAGGIO Per eccitare gli animi dei fedeli, il religioso salafita Mazen El Sersawi, durante un’intervista televisiva, ha criticato duramente Sawiris: «Vergognati. Come può un uomo come questo schernire i musulmani, in un Paese sull'orlo della discordia religiosa? Se era uno scherzo, perché non ha ritratto Topolino come un monaco o una suora?». Non è la prima volta che Sawiris si attira critiche da parte dei musulmani, in particolare nel 2007 quando confessò che camminare per la strada, in Egitto, lo faceva sentire uno straniero in patria a causa delle donne egiziane vestite con indumenti prescritti soltanto dal wahhabismo saudita. Non gliel’hanno perdonato, soprattutto perché è un miscredente. E secondo i fondamentalisti non dovrebbe godere dello stesso diritto di parola garantito a un musulmano.
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