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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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La flotta degli amici di Hamas è un affare da 30 milioni 28/06/2011

Libero-Angelo Pezzana;" La flotta degli amici di Hamas è un affare da 30 milioni "

Questa volta la Turchia, grande sponsor della Flotilla n°1, non ha voluto saperne della numero due, e ha negato la disponibilità dei propri porti. Ma i nostri pacifinti non si rassegnano e rilanciano, dopo aver trovato un porto amico nella Grecia che, avendo ben altri drammi economici da affrontare, non si è resa conto di essere, di fatto, complice in una azione fuorilegge, disapprovata persino da Onu e Ue, sempre pronti peraltro a sottoscrivere dichiarazioni a favore dei palestinesi. Già, perché di navi non sono più solo sei, ma addirittura una flotta di 10 (400 le persone imbarcate), tra le qualiancheuna italiana, sulla quale, a sentire il sito “infopal”, la voce ufficiale degli odiatori di Israele in Italia, saliranno anche giornalisti italiani. Ne fanno anche i nomi, Viviana Mazza del Corriere della Sera, Giampaolo Cadalanu di Repubblicae Giorgio Rinaldi del Secolo XIX, non sappiamo se come inviati o a titolo personale. In entrambii casi una scelta sciagurata, quando mai un organo di stampa, in un Paese democratico, appoggia un’azione criminale, un atto di pirateria perché tale è a tutti gli effetti, il tentativo di rompere il blocco navale nel mare mediterraneo davanti a Gaza. Proprio ieri Israele ha revocato la minaccia di espulsione e divieto di ingresso nel Paese per 10 anni nei confronti dei giornalisti stranieri imbarcati sulle navi della flottiglia. Al tempo stesso il Governo Netanyahu ha approvato il piano preparato dalla marina militare per arrestare le flottiglia in alto mare ricorrendo a mezzi non letali, come potenti idranti. Una Flotilla che inveceandrebbe prima di tutto messa sotto inchiesta per conoscere chi la finanzia. Ugo Volli, esperto di comunicazione che da anni tiene sotto esame le azioni della propaganda palestinese sul sito www.informazionecorretta. com, ha calcolato che l’“evento” Flotilla ha un costo talmente elevato che la domanda “chi lo paga” merita una risposta. Saranno una decina di navi, e,anche se carrette, non costeranno meno di 600.000 euro ciascuna, da acquistare, essendo da escludere che qualcunogliele affitti, visti i rischi più che annunciati. E i costi degli equipaggi, e quelli dei “mili - tanti”, abituati a viaggiare spesati in nome della rivoluzione ? In più, aggiunge acutamente Volli, ci saranno i carichi, che, anche se saranno medicinali scaduti come quelli della Flotilla n°1, avranno pur sempre un costo. Allora, chi hatirato fuoriunasomma che varia fra i 20 e i 30 milioni di euro ? Per andare poi dove? A Gaza, quando persino la Croce Rossa Internazionale ha dichiarato che non vi è nessuna crisi umanitaria nella Striscia? Una dichiarazione che se fosse stata evidenziata dai nostri giornaloni avrebbe dato da riflettere sulla buona fede o la dabbenaggine, di tanti croceristi. E invece no, zitti e mosca, pronti però a intervistare intellettuali, di nazionalità varie, purché invocassero i bambini di Gaza, le loro speranze, e, naturalmente, con pesanti accuse a Israele di tenere sotto dominio la Striscia. Se scrivessero di tutte le navi cariche di armi che Israele ha già intercettato e impedito che raggiungessero Hamas, allora anche i lettori dei giornaloni si porrebbero delle domande sulle vere finalità della Flotilla. Invece no. Povero Corriere, e pensare che nel 1972, in data 16 settembre, Indro Montanelli scriveva sulle stesse pagine che adesso ospitano le lacrimevoli cronache di Battistini e tra un po’, forse, quelle della Mazza, queste parole. «Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c’è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d’Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l’odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell’altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli “usur - patori” ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso».


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