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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.06.2011 Come ci rappresenta la parlamentare Fiamma Nirenstein
Ecco un esempio del suo lavoro alla Camera dei Deputati

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 giugno 2011
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Interrogazione sulla Freedom Flotilla 2»

M.O., Nirenstein: soddisfazione per posizione Italia su Freedom Flotilla 2 – Governo risponde interrogazione

 

 

Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera

“Esprimo soddisfazione per la presa di posizione del Governo italiano sulla Freedom Flotilla 2, che tra pochi giorni partirà alla volta di Gaza anche con una nave italiana, la Stefano Chiarini. Il Governo ha infatti risposto alla mia interrogazione presentata la settimana scorsa per sapere in che modo intenda ottemperare alla richiesta del Segretario Generale dell'ONU di «scoraggiare nuove flottiglie dirette a Gaza» e come intenda agire per evitare che sia messa a repentaglio l'incolumità dei cittadini italiani che partecipano alla missione.

 

 

Il Governo, come già era emerso da dichiarazioni del Primo Ministro Silvio Berlusconi e del Ministro Franco Frattini, ha annunciato di essere contrario a nuove flottiglie dirette a Gaza, in linea non solo con la posizione del Segretario Generale dell’ONU, ma anche con quella del Quartetto. Come indicato dal Coordinamento dei donatori internazionali a favore dei palestinesi (AHLC) lo scorso 13 aprile, il Governo Italiano ritiene anche “che le misure adottate da Israele per l’ingresso dei materiali per la ricostruzione e in generale l’aumento delle importazioni nell’ultimo anno vadano nella giusta direzione, così come quelle recenti per incrementare le esportazioni dalla Striscia di Gaza”.

Nell’interrogazione è riportata anche la disponibilità italiana a tornare a gestire il valico di Rafah tramite la Missione EUBAM , che era stata costretta ad abbandonare la postazione a seguito della presa di potere violenta a Gaza da parte di Hamas nel 2007. Infine, come nel caso di altri Paesi europei, il Governo ha comunicato “di aver evidenziato sul sito internet ‘Viaggiare sicuri’ i rischi connessi ai tentativi di recarsi via mare verso la Striscia di Gaza in violazione della normativa israeliana”.

Roma, 23 giugno 2011

 Segue il testo dell’interrogazione e la risposta del Governo:

Interrogazione a risposta in Commissione 5-04889 presentata da FIAMMA NIRENSTEIN
martedì 14 giugno 2011, seduta n.485

NIRENSTEIN. -
Al Ministro degli affari esteri.
Per sapere - premesso che:

 

 

il segretario generale dell'ONU, Ban Ki Moon, ha inviato nei giorni scorsi una lettera ai governi dei Paesi del bacino mediterraneo esprimendo «grande preoccupazione per la notizia di nuove flottiglie dirette a Gaza, che potrebbero provocare inutili scontri». Nella lettera Ban Ki Moon si rivolge ai governi perché si adoperino per «scoraggiare queste flottiglie, che potrebbero portare a una escalation delle violenze»; Ban Ki Moon ha invitato ad inviare aiuti umanitari attraverso i canali prestabiliti, ovvero principalmente attraverso i valichi di terra;

 

 

è in corso di allestimento una nuova flottiglia «Freedom Flotilla 2 - Stay Human» che si comporrà di circa quindici navi provenienti da numerosi Paesi tra cui l'Italia (con la nave Stefano Chiarini) e che dovrebbe partire a fine giugno, con una partecipazione massiccia anche di organizzazioni italiane - tra queste l'Abspp (Associazione benefica per la solidarietà al popolo palestinese), presieduta da Mohamed Hannoun, in passato oggetto di indagini per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo. L'Abspp e altri attivisti italiani che hanno preso parte alla prima flottiglia, sono stati molto attivi in questi mesi per raccogliere fondi per la nuova spedizione. A questo scopo, nel giugno 2010, hanno tenuto anche un incontro all'Ambasciata della Repubblica Turca in Italia con l'ambasciatore facente funzioni, Semih Lütfü Turgut;


tra le organizzazioni internazionali attivamente coinvolte nella promozione di questa seconda flottiglia c'è anche quest'anno la turca IHH (Insani Yardim Vakfi), che si fregia di una parvenza umanitaria, ma che è stata in passato indagata per terrorismo internazionale e che, attraverso l'adesione all'organizzazione islamica «Union of Good», con base in Arabia Saudita e affiliata ai Fratelli musulmani (nel 2008 inserita dagli Stati Uniti nella propria black list con l'executive order 13224), finanzia associazioni legate a Hamas e Hamas stesso, nella lista delle organizzazioni terroristiche europee già dal 2004;


nelle dichiarazioni dell'IHH si trovano spesso incitazioni al terrorismo contro Israele. Tra le più recenti, ricordiamo quanto affermato l'11 aprile 2011 dal capo di IHH, Bülent Yildirim, parlando della prossima Freedom Flotilla: «Non temiamo di morire come shahid (martiri)». Questo aumenta i sospetti che la natura della spedizione sia provocatoria e possa causare il ripetersi di gravi incidenti, come accaduto il 31 maggio 2010, quando la nave turca Mavi Marmara, guidata proprio dall'IHH, cercò di forzare il blocco navale israeliano e ne segui uno scontro con 9 morti;


il carattere islamista estremo dell'organizzazione IHH è documentato da numerosi interventi inneggianti al martirio e alla distruzione di Israele; per esempio, già nel febbraio 2009, durante una manifestazione a Gaza, il succitato Bülent Yildirim, capo dell'IHH, aveva auspicato il «martirio nel nome di Allah» contro l'embargo della Striscia; diversi militanti imbarcatisi sulla Mavi Marmara, prima di partire avevano dichiarato ai giornalisti che il loro scopo era il «martirio religioso». Ciò è emerso da interviste, da numerosi filmati e persino dalla testimonianza dei parenti e dai diari di alcune delle vittime del 31 maggio 2010;


il pretesto della spedizione umanitaria è smentito dal rifiuto degli attivisti di accogliere l'invito d'Israele, ripetuto in più occasioni, di spedire qualsiasi aiuto umanitario, previa ispezione dei cargo al porto di Ashdod, attraverso i valichi di terra che consentono l'accesso alla Striscia di Gaza;


Israele, attraverso il COGAT (il meccanismo di coordinamento delle attività del Governo israeliano per i Territori), consegna nella Striscia di Gaza una media di 50.000 tonnellate ogni due settimane di prodotti e aiuti umanitari, con 250 camion che valicano il confine quotidianamente;

l'AHLC, l'organo di coordinamento dei Paesi donatori verso l'Autorità nazionale palestinese, riunitosi a Bruxelles lo scorso 13 aprile 2011, ha rilevato che le misure adottate da Israele verso la Striscia di Gaza - quali l'ingresso dei materiali per la ricostruzione e l'aumento delle esportazioni e delle importazioni nell'ultimo anno da e per la Striscia di Gaza - hanno alleviato la situazione umanitaria nella Striscia;


il 18 maggio 2011 il Governo egiziano ha deciso di aprire nuovamente il valico di Rafah che collega l'Egitto alla Striscia di Gaza, valico che è stato chiuso nel 2007 a seguito della presa violenta del potere da parte di Hamas nella Striscia; la riapertura del valico può contribuire senz'altro a risolvere i problemi dei rifornimenti di Gaza cosi da non dover implicare aiuti via mare;


il Presidente del Consiglio Berlusconi ha dichiarato nel corso di un'intervista alla radio israeliana, nell'aprile 2011, che il Governo italiano intende adoperarsi perché non si diriga a Gaza alcuna flottiglia, in quanto tale iniziativa non giova a sostenere la pace in Medio Oriente;

anche il Ministro degli affari esteri Frattini ha ribadito, il 10 maggio 2011, che «il modo migliore per portare assistenza agli abitanti di Gaza è quello di inviare gli aiuti umanitari attraverso i valichi terrestri, evitando ogni tipo di provocazione che possa avere come unico effetto l'aumento della tensione»; -:


in che modo il Governo intenda rispondere alla richiesta del segretario generale dell'ONU di «scoraggiare nuove flottiglie dirette a Gaza», dando quindi seguito alla posizione espressa dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro degli affari esteri e con quali iniziative si riprometta di fare valere tale posizione in ogni sede internazionale rilevante, a partire dall'Unione europea, anche al fine di evitare che sia messa a repentaglio l'incolumità di cittadini italiani qualora dovessero, come è stato riportato, trovarsi a bordo di tali navi. (5-04889)

 

 RISPOSTA (22 giugno 2011):

Interrogazione a risposta immediata 5-04889 dell’On. Fiamma Nirenstein sull’allestimento di nuove flottiglie dirette a Gaza.

·        Il Governo sta monitorando con la massima attenzione le notizie sulla partenza delle nuove Flottiglie si stanno preparando a salpare in direzione della Striscia di Gaza da alcuni paesi del Mediterraneo compresa l’Italia.

·        Come evocato dall’On. Nirenstein, il Segretario Generale dell’ONU ha manifestato preoccupazione circa i rischi di una potenziale escalation della tensione legati a tali convogli, chiedendo con una lettera del 24 maggio a tutti i governi interessati, ed in particolare a quelli che si affacciano sul Mediterraneo, di adoperarsi per dissuaderli. Ban Ki-Moon ha inoltre espresso la convinzione che tutti gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza vadano veicolati attraverso valichi terresti legittimi e preesistenti.

·        Il Governo italiano concorda pienamente con i timori e le raccomandazioni del Segretario Generale dell’ONU. Già ad aprile, il Presidente Berlusconi aveva infatti che l’Esecutivo intende adoperarsi perché quest’anno si evitino iniziative analoghe a quelle del passato in quanto dannose alla ripresa del Processo di Pace. In questo senso, il Ministro Frattini aveva sottolineato il 10 maggio che il modo migliore per portare assistenza agli abitanti di Gaza è quello di inviare gli aiuti umanitari attraverso i valichi terrestri. Occorre evitare, aveva ribadito il Ministro, ogni tipo di provocazione che possa avere come unico effetto l'aumento della tensione. Si tratta, del resto, di posizioni rispecchiate anche nelle dichiarazioni del Quartetto il 21 giugno 2010 e del Coordinamento dei donatori internazionali a favore dei palestinesi dello scorso 13 aprile.

·        Riteniamo che le misure adottate da Israele per l’ingresso dei materiali per la ricostruzione e in generale l’aumento delle importazioni nell’ultimo anno vadano nella giusta direzione, così come quelle recenti per incrementare le esportazioni dalla Striscia di Gaza. Sono iniziative che s’inquadrano nella prospettiva, che auspichiamo rapida, di passare dalla fase dell’emergenza  a quella dello sviluppo socio-economico con l’apporto del settore privato.

·        In linea con l’invito di Ban Ki-Moon, L’Italia, continua a dispiegare ogni sforzo a livello internazionale per far valere le raccomandazioni dell’ONU, invitando tutte le parti interessate ad evitare provocazioni e situazioni di crisi legate ad incidenti che coinvolgano nuove “flottiglie”. Ovviamente siamo impegnati in questo senso in pieno coordinamento con i nostri principali partner europei, tenendo anche conto che l’UE resta disponibile a tornare a gestire il Valico di Rafah mediante la Missione EUBAM.

·        Siamo naturalmente vigili al fine di evitare che si possano profilare pericoli che mettano a repentaglio l’incolumità dei cittadini italiani. Per scongiurare che navigli privati italiani siano coinvolti in eventuali situazioni di criticità, abbiamo attivato i competenti organismi per diramare gli opportuni avvisi. Come effettuato da altri Paesi europei – tra cui Austria, Germania, Francia e Inghilterra - la Farnesina ha anche evidenziato sul sito internet “Viaggiare sicuri” i rischi connessi ai tentativi di recarsi via mare verso la Striscia di Gaza in violazione della normativa israeliana.

 

 

 

 

 

 

 


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