Se è vero quanto leggiamo su 'Infopal', per chi non lo conoscesse è il bollettino degli odiatori di Israele, la giornalista del CORRIERE della SERA Viviana Mazza sarà a bordo di una nave della Flotilla n°2 che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) salpare in questi giorni per abbattere il blocco navale a Gaza. Questa notizia suscita alcune considerazioni:
1) Se Viviana Mazza parteciperà in quanto inviata del CORRIERE della SERA, ci chiediamo come sia venuto in mente al direttore Ferruccio de Bortoli di esporre a dei rischi prevedibili, visto quanto successe lo scorso anno con Flotilla 1. La spedizione Flotilla 2 è un atto illegale contro il blocco navale legale voluto da Israele per impedire che a Gaza arrivino armi, la sua legalità è riconosciuta dalla normativa internazionale.
Viviana Mazza seguirebbe quindi una azione illegale, divenendone complice.
2) Diverso il caso se la giornalista parteciperà per sua scelta. In questo caso, ne prendiamo atto, non senza osservare che così facendo sarà opportuno che cancelli la voce "Medio Oriente" dai suoi interessi professionali, non avendo più nessuna credibilità come cronista. Almeno su un giornale come il CORRIERE della SERA, che, fino a prova contraria, non è ancora il MANIFESTO.
In attesa di sare come stanno veramente le cose, invitiamo i nostri lettori ad inviare queste nostre domande direttamente al CORRIERE della SERA Ferruccio de Bortoli. lettere@corriere.it
http://infopal.it/leggi.php?id=18713
questo è il sito di infopal, dal quale abbiamo preso la notizia.
Viviana Mazza non è l'unica giornalista italiana segnalata, ve ne sono altri,
Tra gli italiani a bordo della "Stefano Chiarini": Vauro Senesi (vignettista del Manifesto), Tano D'Amico (fotografo e giornalista), Gianpaolo Cadalanu (inviato di Repubblica), Viviana Mazza (inviata del Corriere della Sera), Giorgio Rinaldi (inviato del Secolo XIX) così leggiamo su infopal.
Se qualcuno fra i nostri lettori vuol scrivere a Repubblica o al Secolo XIX , i nomi dei giornalisti sono quelli sopra elencati.
Consigliamo di astenersi dallo scrivere a Vauro e a D'Amico, se non per fargli molti auguri di buon viaggio.