Cosa cerca la gente quando pensa agli ebrei 20/06/2011
Cosa cerca la gente quando pensa agli ebrei
Cari amici,
avete mai provato a scrivere nella casellina di ricerca di google "ebrei italiani"? Nell'elenco di siti che vi viene offerto trovate prima una pagina di Wikipedia in cui sono raccolti 318 pagine dedicate a ebrei (che non è poco, l'uno e mezzo per cento visto che gli iscritti alle comunità ebraiche sono circa 25 mila). Subito dopo compare quel simpatico elenco di cognomi ebraici ripreso da pubblicazioni dell'era fascista pubblicato da un sito americano che si chiama Stormfront (che non sono le Sturmtruppen del fumetto antimilitarista, sono nazisti veri, e subito rimandano a una pagina dei cattolici "tradizionalisti" di Holywar in cui si elencano anche i cognomi dei convertiti, giusto per rispettare la "limpieza de sangre" di inquisitoriale e nazista memoria). Per confronto i "triestini famosi" schedati in una pagina che però non è di Wikipedia sono 94 su 220mila, non ci sono in evidenza pagine dedicate ai milanesi o torinesi (ma solo ai personaggi storici) né ai valdesi o ai buddisti italiani. Anche cercando Juifs in France o American Jew non salta fuori niente del genere. In cambio sembra che Google abbia rilevato che vi sono moltissime ricerche in cui a personaggi famosi e potenti francesi (come Sarkozy o Hollande) si prova ad appiccicare l'etichetta "ebreo" per avere conferma di un sospetto probabilmente non tanto simpatico (http://www.livreshebdo.fr/weblog/par-la-bande-11/599.aspx). Lo si vede con quella funzione di completamento delle ricerche che si attiva automaticamente quando incominciate a scrivere qualcosa sulla finestrella di Google. In Italia questo non accade, anche digitando nomi di dirigenti molto noti delle comunità, come Riccardo Pacifici. Dato che i risultati dipendono dalle ricerche effettivamente compiute, ma Google ha la possibilità di censurarle (e in effetti lo fa per i termini più spregiativi), resta il dubbio se gli italiani siano meno sospettosi dell'ebraicità rispetto agli europei, o se i responsabili del motore di ricerca siano intervenuti. La prima ipotesi, per cui le ricerche italiane forse sono meno avvelenate, perché in Italia c'è meno antisemitismo, viene confermata se mettete nella finestrella l'espressione "gli ebrei sono". Il primo completamento in Italia è bizzarro: "cristiani" (e così il terzo: "cattolici"). Il quarto è "un popolo", il quinto "bianchi" e solo il secondo è maligno: "cattivi"). In inglese le risposte sono assai peggiori. Nell'ordine: "indubitabilmente una razza", "il popolo scelto da Dio" (e vabbè); "un mucchio di bastardi irreligiosi atei immorali", "responsabili delle guerre nel mondo", "la causa del problema dei rifugiati palestinesi". In francese: "più vigilanti dei neri", "ricchi", naturalmente "avari" e "terroristi". In tedesco il completamento non funziona per questa stringa, ma le prime risposte sono di siti in cui si legge "colpevoli", "la nostra sfortuna". (un commento più analitico a parte di questi dati si trova qui: http://www.eschaton.it/blog/?p=4311. Voi direte: non sono posizioni politiche, è solo quel che la gente cerca sul computer. Ma è proprio questo carattere inconsapevole e non politico che rende queste ricerche significative. E pericolose. Ah, naturalmente, questa è "paranoia ebraica", bisognerebbe prenderla con più spirito, come racconta qui (http://www.egaliteetreconciliation.fr/Elie-Semoun-Il-faut-que-les-juifs-arretent-leur-paranoia-7117.html) su un sito di quelli che predicano l'unità della "sinistra del lavoro e della destra dei valori" (una posizione che una volta si chiamava nazimaoista, se non sbaglio) un tale Elie Semoun, attore comico francese di origini ebraiche ma amico di dell'altro comico Dieudonne, grande sostenitore della causa palestinese e, guarda un po', leader del partito antisemita di Francia. Un certo grado di amicizia per i propri nemici dev'essere un destino degli attori ebrei...