copia di e-mail inviata al direttore di SETTE in merito al servizio di Battistini:
Sent: Sunday, June 19, 2011 8:59 PM Subject: IL MURO c.a.Direttore Dr. Di Piazza
Caro Direttore, le scrivo da affezionato lettore del Corriere e del suo settimanale.
Il "Muro" fra Israele ed i territori palestinesi, scrive Francesco Battistini nel suo servizio su Sette, "alla fine sarà lungo 725 km". Lo si definisce in vari modi "barriera di separazione, barriera di sicurezza, Security Fence, muro della vergogna, muro dell'apartheid, ecc." Di fatto, e questo era il suo scopo primario, ha azzerato da tre anni gli attentati kamikaze, prima così frequenti e sanguinosi. Per oltre il 90%, aggiungo io, non è neppure un muro, ma una barriera di reticolato e non con filo spinato, ma con sensori anti-intrusione elettronici. Se però Francesco Battistini lo presenta nel titolo e nel sommario come "Il Muro" e lo illustra per 7 pagine con 9 grandi fotografie, che tutte quante presentano sempre esclusivamente la frazione di muro "in certi punti alto il doppio del muro di Berlino :otto metri".
Ecco, negli occhi e nella mente di molti lettori saranno 725 km di muro, alto fino ad otto metri. Non mi sembra corretto.
Cordiali saluti
Mauro Ramoni
copia di e-mail inviata a Francesco Battistini - cc al Direttore del Corriere della Sera:
Egregio signor Battistini,
l’articolo apparso su "Sette" che reca la sua firma parla diffusamente del “Muro” costruito dagli israeliani, ma non illustra con precisione la realtà. Lei riporta numerose definizioni utilizzate per il Muro, e scrive correttamente che “dal termine che si usa si capisce quel che si pensa”; ma lei lo chiama “quel pitone di cemento”.
Ebbene, signor Battistini, potrebbe spiegare perché lo definisce in quel modo, ed al contrario non scrive mai che per il 95% circa quel pitone NON E’ AFFATTO NE’ MURO NE’ DI CEMENTO?
Non è corretto scrivere, come fa lei, che “in alcuni tratti ha elettricità e telecamere”, o, in altro punto, che “ci sono pezzi dove non è neanche un vero muro”: se questi tratti sono pari a circa il 95%, chiunque dovrà convenire che le sue parole ingannano il lettore.
E lei lo inganna pure quando parla di elettricità senza specificare che si tratta di BASSA TENSIONE; insomma, CHI TOCCA I FILI NON MUORE, contrariamente a quanto leggiamo tutti dove passano certe elettrodotti di casa nostra.
E’ vero che l’ONU lo ha dichiarato illegale, ma vogliamo smetterla di prendere per oro colato tutto quanto esce dal Palazzo di vetro?
Certamente lei conosce i numeri degli schieramenti che deliberano senza avere alcuna autorità morale per farlo, su questa come su infinite altre questioni.
Certamente maggiore autorità ha la Corte suprema israeliana la quale, infatti, è già intervenuta sul tema, come lei ha dovuto, sia pure di sfuggita, riconoscere. L’elenco degli aneddoti relativi a quanto succede attorno al muro è da lei affrontato con spirito di parte; come mai, quando parla delle “ambulanze perquisite”, non ha scritto che questo avviene dopo i ben noti episodi che hanno visto utilizzare questi veicoli per il trasporto di armi, esplosivi e terroristi? E come mai lei non ha scritto, ad esempio, di quella donna palestinese, ferita gravemente per una faida familiare e salvata dai medici israeliani, sorpresa recentemente ad attraversare il check point con addosso una cintura esplosiva?
Se non si conoscono queste realtà, non si può comprendere la ragion d’essere di questo "Muro". Mi permetta, signor Battistini, lei è libero di avere le simpatie politiche che crede, ma quando descrive le realtà del Medio Oriente, dove lavora da anni, lo deve fare con la precisione di un farmacista, altrimenti, come le ho già fatto osservare in precedenti occasioni, lei inganna il lettore del Corriere. Distinti saluti
Emanuel Segre Amar