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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.06.2011 Marocco, la riforma costituzionale promessa dal re
i manifestanti scendono in piazza. Cronaca di Giuseppe Sarcina

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 giugno 2011
Pagina: 15
Autore: Giuseppe Sarcina
Titolo: «La riforma del re non basta ai giovani marocchini»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/06/2011, a pag. 15, l'articolo di Giuseppe Sarcina dal titolo "La riforma del re non basta ai giovani marocchini".


Mohamed VI

La «riforma del re» alla prova della piazza. Appuntamento al tramonto nei quartieri popolari di Casablanca, Rabat, Tangeri. Il Marocco resta un Paese diviso, anche se è difficile dire quanto sia profonda la frattura e quanta parte della società sia davvero contro con il Makhzen, l’equivalente del Palazzo, un’entità superiore e separata proprio come l’aveva immaginato Pasolini. Due giorni dopo il discorso in tv del sovrano Mohammed VI, quasi tutti i giornali traboccano di «piacevole stupore» , per i contenuti della nuova Costituzione. Ma gli oppositori del Movimento 20 febbraio, cioè il fattore scatenante per cui siamo tutti qui a chiederci che cosa ne sarà del Marocco, non arretrano. Ieri sera a Casablanca hanno sfilato almeno in 10 mila (un serpentone di 200 metri) dribblando i cocomerai e i cumuli di immondizia. Tutti insieme: adolescenti con la maglia del Barcellona e dell’Arsenal, donne velate, coppie con ragazzini, studenti universitari, giovani professionisti. Imad Jarmoumi, 30 anni, ingegnere in una società commerciale riassume con parole semplici il «no» alla nuova Carta: «Ci puoi girare intorno fin che vuoi, ma tutto il potere, quello vero, resta nelle mani del re» . Fatima Ezzaha, studentessa di 21 anni indossa un chador fucsia, è con un'amica più giovane e un uomo (probabilmente il padre) che sorride senza avvicinarsi: «Noi non abbiamo niente contro il re. Possiamo fare come in Inghilterra, ma abbiamo bisogno di tante cose» . Il corteo percorre il quartiere di El Fidaa, musulmano e, nello stesso tempo, «gauchista» , da dove partì la rivolta contro la Francia colonizzatrice. Poco lontano si vedono tre-quattro spezzoni di poche centinaia di persone che, invece, manifestano a favore della Costituzione. A Rabat (la capitale) i «lealisti» sono molto più numerosi e, riferisce l’agenzia Ap, aggressivi al punto da attaccare e poi inseguire nei vicoli i manifestanti del Movimento. E’ vero agli «ado» (gli adolescenti di Facebook) si sono mescolati gli islamisti radicali di Al Adl Wal Ihsane, che marciano mostrando la foto del «martire» Kamal Ammari, ucciso, sostengono, il 2 giugno nel corso degli scontri con la polizia a Safi. E poi nel corteo una selva di sigle della sinistra estrema cerca di trovare un po’ di spazio. Ma per capire come andrà a finire la mappa degli schieramenti politici serve poco. Negli ultimi dieci anni la partecipazione elettorale è crollata, fino a sprofondare nel 2007 al 37%. Non è un caso se tra le strade di El Fidaa il tasso di partecipazione sia solo del 17%e nessuno si sforzi di inventare uno slogan contro il partito al governo (Istiqlal, lo storico partito dell’Indipendenza 1956). Il problema cruciale è l’ «inclusione» , direbbero i politologi, cioè colmare la distanza tra il «popolo» e il Regno, sia pure riveduto e corretto. Mohammed VI lo ha capito perfettamente. Con una certa abilità, mescolando caffettano e improbabili occhiali fumé, si è rivolto non ai campioni di conformismo che siedono da decenni di Parlamento, ma direttamente al «Popolo» , anzi al «Caro Popolo» . La nuova Costituzione è un documento complesso con sorprendenti fughe in avanti: per esempio c’è l’Antitrust e viene introdotto il divieto per i parlamentari di passare da un partito all’altro (niente «Responsabili» di turno). Ma tutta l’architettura d’impostazione schiettamente liberale (specie se riferita agli standard mediorientali) poggia su un piedistallo che non ha niente a che vedere con la dottrina costituzionale e che è accettabile solo con un atto di fede: la sovranità ultima (religiosa, giuridica, politica) del re. Il Marocco non diventerà né una monarchia costituzionale all’inglese, né una Repubblica alla francese guidata da un sovrano. Perché Sua maestà lascerà la guida del consiglio dei ministri al premier, ma presiederà un nuovo organismo, il Consiglio del governo, mantenendo l’ultima parola non solo nelle questioni capitali (la guerra, la pace), ma anche nella gestione delle scelte strategiche di politica estera e, in parte, economica. E un «re cittadino» , che conserva e perpetua il primato religioso, la «Guida dei credenti» . E’ sempre difficile conciliare l’Eterno con la politica e gli affari contingenti degli uomini. Come pure è complicato fissare un limite istituzionale (all’inglese appunto) a un monarca che fino a ieri presiedeva a capotavola, seduto sulla poltrona rossa regale, il Consiglio dei ministri e governava con decreti reali inappellabili. La soluzione è un testo di 180 articoli diviso in «dieci Assi» , messo a punto da una speciale Commissione guidata da Mohamed Moatassim, giurista e vecchio professore universitario del sovrano. Non un «caminetto» di saggi, però, quanto un forum che ha coinvolto i sindacati, organizzazioni per la difesa dei diritti, per la promozione della parità tra uomo e donna e così via. La Carta sarà sottoposta a referendum il 1 ° luglio e in quell’occasione, forse, si vedrà quanto pesa la piazza.

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