Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/06/2011, a pag. 16, l'articolo di Alessandra Farkas dal titolo "Gheddafi usa gli stupri come un’arma di guerra".


Hillary Clinton, Muammar Gheddafi
Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha accusato ieri le truppe del dittatore libico Gheddafi di aver trasformato «gli stupri e le violenze contro le donne» in «strumenti di guerra» . La Clinton è il diplomatico americano di più alto rango a intervenire sulla questione della terrificante campagna di stupri sistematici messi in atto dalle truppe fedeli a Gheddafi per terrorizzare la popolazione civile libica nelle aree favorevoli ai ribelli. «Le forze di sicurezza di Gheddafi e altri gruppi nella regione stanno tentando di creare divisioni tra la gente usando lo stupro e la violenza contro le donne come uno strumento di guerra» , punta il dito l’ex first lady in una nota ufficiale pubblicata sul sito del dipartimento di Stato, «gli Stati Uniti condannano tali azioni nel modo più fermo» , prosegue, «e chiedono a tutti i governi di condurre indagini immediate e trasparenti per portare di fronte alla giustizia i responsabili» . La Clinton si rivolge alle donne libiche: «Da quando Eman al Obeidi ha fatto irruzione in un hotel di Tripoli, lo scorso 26 marzo, per denunciare la violenza carnale subita» , afferma, «altre donne coraggiose si sono fatte avanti con le loro storie di orribile brutalità» . Il comunicato cita anche le recenti dichiarazioni del procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, secondo cui esisterebbero «prove atroci che lo stupro in Libia è diffusissimo e sistematico» . La «profonda preoccupazione degli Stati Uniti» espressa da Hillary s’inserisce in un contesto più vasto che vede «numerosi governi in Medio Oriente e Nordafrica ricorrere alla violenza carnale» come «mezzo per intimidire e punire gli oppositori che si battono per le riforme democratiche» . Il capo della diplomazia Usa cita «lo stupro, l’intimidazione fisica, le molestie sessuali, e persino i cosiddetti test della verginità» , alludendo alla pratica attuata ancora di recente in Egitto, malgrado il cambio di regime, nei confronti delle manifestanti. Il j'accuse di Hillary fa seguito alla denuncia dell’ambasciatrice Usa all'Onu Susan Rice, che lo scorso aprile, durante una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza dedicata alla Libia accusò Gheddafi di distribuire il Viagra alle sue truppe per facilitare gli stupri. Contro il «colpevole silenzio» delle Nazioni Unite verso ciò che lo stesso segretario generale Ban Ki-moon ha definito «una delle nostre priorità» si è levata anche l’autorevole voce della svedese Margot Wallström, rappresentante speciale di Ban Ki-moon in materia di violenza sessuale in guerra. In un comunicato di fuoco diffuso ad aprile, la Wallström ha accusato i membri del Consiglio di Sicurezza di aver «messo brutalmente a tacere» il dossier stupri, rifiutandosi di menzionarlo nel testo delle due ultime risoluzioni Onu sulla Libia. A due mesi di distanza, l’atteggiamento del Palazzo di Vetro non è cambiato. Sherif Bassiouni, il capo della commissione d’inchiesta che ha preparato il rapporto Onu sulla Libia, ha espresso dubbi sull’esistenza di una politica di stupri di massa da parte del regime libico, parlando di «gigantesca isteria» di una società che «si sente vulnerabile» .
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