Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/06/2011, a pag. 17, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Centinaia di saudite sfidano al volante il divieto religioso". Ecco il pezzo, preceduto dal comunicato di Fiamma Nirenstein dal titolo " Il mio pieno sostegno alla manifestazione Women2drive ".
Fiamma Nirenstein - " Il mio pieno sostegno alla manifestazione Women2drive "

Fiamma Nirenstein
"Oggi centinaia di donne saudite si sono messe al volante per infrangere il divieto di guidare, una delle tante gravi discriminazioni che le donne subiscono nel Regno saudita. La protesta, chiamata "Women2drive”, si compie nella ricorrenza dell'arresto dell'attivista Manal Al-Sharif, che un mese fa ha postato su YouTube un filmato che la ritraeva mentre guidava l'auto. Sul web viaggia anche una violenta controprotesta che invita i mariti a picchiare le mogli insubordinate.
Esprimo tutta la mia solidarietà per il coraggioso gesto delle donne saudite. Come afferma il grande storico Bernard Lewis, il cambiamento autentico delle società arabe, si avrà soltanto con l'uguaglianza delle donne ed è questo l'augurio che facciamo a tutta la primavera araba".
www.fiammanirenstein.com
CORRIERE della SERA - " Centinaia di saudite sfidano al volante il divieto religioso"

Re Faysal, secondo molti il sovrano più saggio dei Saud e il più amato fino alla morte nel 1975, diceva che «in una generazione l’Arabia era passata dal cammello alla Cadillac, grazie al petrolio» . Ora tutti concordano che in meno di una generazione il Paese più conservatore e maschilista del mondo arabo è passato in massa alle nuove tecnologie. Sempre per merito dei petrodollari, distribuiti qui più che altrove. Basta collegarsi a Internet: ieri un’ondata di video, foto, messaggi su Twitter e Facebook, sui siti arabi e del mondo, testimoniava l’inedita e pacifica protesta delle saudite al volante. Un numero imprecisato di signore di ogni età che ha accolto la sfida delle attiviste di Women2Drive di guidare nell’unico Paese al mondo che non rilascia patenti alle sue cittadine. Il 17 giugno, era la «proposta indecente» , scendiamo per le strade guidando noi, munite di licenza di guida internazionale, attente a non fare infrazioni, concilianti e senza eroismi. Ma determinate. Quante sono state? Quante sono e saranno visto che la protesta è destinata a durare «fino alla vittoria» ? Impossibile dirlo. Oltre 7 mila si erano impegnate a impugnare il volante, certo molte meno hanno mantenuto la promessa. Ma proprio la scelta di preferire azioni individuali in momenti e luoghi diversi ostacola un conteggio preciso. Di certo c’è solo che qualche decina, forse centinaio di saudite hanno risposto. La prima «certificata» è una tale Nassaf, che ha guidato fino a un supermarket a Riad. Un’amica ha filmato e messo il video su YouTube: 00.30 del 17 giugno, si legge sul telefonino della guidatrice velata. Forse qualcuna le contenderà il primato, ma non importa. Importano invece le decine di testimonianze che sono seguite. «Ho guidato per 45 minuti in via Al Muluk e via Olaya» , due importanti strade di Riad. «Ho deciso che l’automobile oggi è mia. Né leggi né la religione lo vietano» , ha scritto su Twitter Maha Al Qahtani. «Fantastico, ho appena passato due auto della polizia. Mi hanno solo guardato» , sosteneva Dima. «Sono uscita con la mamma, c’era solo lei al volante, le altre dove sono?» , scriveva FouzAbd. Ma aggiunge: «Nessuno ci ha dato fastidio, più tardi l’abbiamo rifatto» . In realtà, con il passare delle ore qualcuna è stata fermata. E’ capitato alla stessa Al Qahtani nella sua seconda «missione» , a una decina di altre. Lynsey Addario, una fotoreporter americana, ha dichiarato su Twitter che l’amica saudita al volante che accompagnava è stata bloccata da sei auto della polizia: «Sembrava avessero preso Al Zawahiri, sai che pericolo» . Ma nessuna è stata arrestata, al massimo accompagnata in commissariato in attesa che un parente (maschio) le recuperasse, convinta a firmare una dichiarazione: «Non lo farò più» . Certo è stata ancora una volta l’élite progressista a sostenere la protesta, compresi molti uomini (qualcuno ha dichiarato che avrebbe «guidato vestito da donna per confondere la polizia» ) e alcuni reali (come l’anziano principe Talal, fratello del re e padre del miliardario Walid Bin Talal). Tra i contrari alla sfida, come sempre, molte donne «conservatrici» . Ma grazie a Internet la sfida delle signore al volante è ormai nota ovunque. La scelta delle autorità di non infierire, in un momento difficile per la regione e lo stesso Paese, può fare ora sperare che almeno su questa battaglia si possa ottenere qualcosa. Re Abdullah lo dice da anni alle donne: «Abbiate pazienza, arriverà il momento» . Ieri gli è stato risposto che il momento è ampiamente arrivato.
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