Iran, 'ronde della virtù' per punire chi ha costumi troppo occidentali Cronaca di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 17 giugno 2011 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Dalle unghie ai calzini, l’Iran vara la 'sicurezza morale'. Ecco il decalogo»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 17/06/2011, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Dalle unghie ai calzini, l’Iran vara la 'sicurezza morale'. Ecco il decalogo".
Ali Khamenei
Roma. Gli ayatollah lo chiamano “piano di sicurezza morale”. Settantamila poliziotti hanno ricevuto l’ordine di eseguire “ronde della virtù” per correggere mescolanze sessuali, “vizi sociali” e abbigliamenti “immorali”. La Guida suprema, Ali Khamenei, dice che vuole fermare questa “invasione culturale occidentale”. La polizia prenderà di mira le donne che non rispettino adeguatamente l’“hejab”, cioè le regole islamiche dell’abbigliamento, che impongono a ragazze e signore di coprire tutto il corpo, dai capelli ai piedi, con indumenti larghi così da non far trasparire le forme. Fra i bersagli di questa nuova, violenta ondata di “purificazione morale” ci sono anche gli orecchini indossati dagli uomini. Niente deroga ai calzini: nonostante l’estate, l’uomo iraniano dovrà coprirsi caviglie e piedi. Al Parlamento iraniano giace, in attesa di approvazione, una legge che proibisce il possesso dei cani, animali “impuri” nell’islam e che gli ayatollah definiscono “volgare imitazione dell’occidente”. Vietati i jeans stretti, i tatuaggi, abiti dai colori accesi e le unghie lunghe. Banditi i body piercing, le gemme nei denti, i cappottini stretti. In Iran, in base alla legge islamica imposta dopo la Rivoluzione del 1979, le donne già adesso devono coprirsi i capelli in pubblico e indossare abiti larghi. Da allora ogni anno si è aggiunto un divieto nuovo. Vietato agli uomini depilarsi le sopracciglia, indossare abiti stretti, camicie dalle maniche troppo corte e i gioielli. Le autorità iraniane di solito intensificano lo sforzo repressivo in estate, quando donne e uomini tendono a indossare abiti più leggeri, sciarpe dai colori vivaci (che spesso spingono anche indietro per mostrare i capelli). Il ministero della Cultura di Teheran ha anche approvato una serie di pettinature da uomo. Si apre al gel, ma no ai capelli lunghi raccolti in una coda né ai crani rasati. Il regime ha anche deciso che un abbigliamento più rispettoso delle regole islamiche sarà imposto alle giornaliste che frequentano per lavoro il Parlamento iraniano. Questa ronda morale si teme possa portare a nuove irruzioni nelle feste in stile occidentale nelle case private e alla proibizione della musica dal vivo. Altra stretta per i negozi e i ristoranti che esibiscono insegne con caratteri latini occidentali. La campagna etica di Khamenei è tesa a “promuovere il bene e impedire il male”, uno slogan spesso usato per le operazione dei miliziani islamici volte a punire i trasgressori della morale islamica. Gli occhiuti moralizzatori dovranno fare attenzione in particolare alle donne che vestono “come modelle”. Vietati quindi i foulard che lasciano uscire lunghi ciuffi di capelli. Si darà una nuova stretta anche alla vendita di carte da gioco (Khomeini nel 1979 bandì ogni tipo di gioco). Via i manichini che abbiano “forme sconvenienti” o che “abbiano il viso truccato”. Cravatte e papillon sono vietati nell’esposizione in vetrina, perché considerati “simboli della decadenza occidentale”. Gli uomini non possono più lavorare come commessi nei negozi di biancheria intima femminile. E’ stato varato anche il divieto per le donne di indossare stivali con i tacchi sopra ai pantaloni. Ad aprile il ministero della Cultura è stato incaricato di rimuovere dalle confezioni di preservativi e di medicinali per la disfunzione erettile gli annunci sessuali, definiti “immorali e crudi”. Alla recente Mostra internazionale sul Corano a Teheran il regime, per invitare in massa le donne a coprirsi, ha infine esposto una grande Gioconda con il chador, una copia velata della Monna Lisa leonardesca.
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